-1- Storie di calcio europeo :Franz Beckenbauer

Comincerei a presentarvi questa leggenda con 3 semplici parole: ha vinto tutto. Possiede un palmarès che hanno veramente in pochi, e se non riusciva a vincere, arrivava secondo, o nella peggiore delle ipotesi, sul gradino più basso del podio. Franz Beckenbauer nasce a Monaco (ovviamente di Baviera) l’ 11 settembre 1945. Già in adolescenza fa parte delle giovanili del Bayern e siccome all’ epoca non esisteva il calcio professionistico, Franz, che lavorava come assicuratore, ha davanti a sé un bivio; gli impegni diventano troppi e quasi sovrapposti l’ un l’ altro, e deve decidere se continuare a lavorare o entrare, con a suo rischio e pericolo, nel mondo del pallone. Nonostante lo scetticismo dei genitori, Franz (non ancora Kaiser) sceglie bene e nel 1964 debutta col Bayern, nel suo ruolo, ovvero il libero, che nel calcio di allora era un ruolo fondamentale. Dal debutto nel club al debutto in nazionale, il passo è breve e un anno dopo viene convocato per una gara in Svezia, in occasione delle qualificazioni per il mondiale inglese del ’66. E ci partecipa anche al mondiale e, neanche 21enne riesce, non solo a guadagnarsi una maglia da titolare, ma si guadagna anche il ruolo di assoluto protagonista. é senza ombra di dubbio uno dei 3 giocatori più completi del mondiale e da lì, gli verrà attribuito il “nickname” di Kaiser. La Germania, sia chiaro, Germania Ovest, arriva in finale perdendo però con i padroni di casa per 4-2 ai tempi supplementari. Il Kaiser terminerà il mondiale con 4 gol messi a segno. Nel 1968 vince il suo primo Meisterschale dopo aver alzato anche la sua seconda coppa di Germania. Ai mondiali messicani del ’70 la Germania arriva terza dopo avere letteralmente combattutto con la nostra nazionale nel celeberrimo, agonico e trionfale (per gli azzurri) 4-3 dell’ Azteca, partido del siglo. Nel 71-72 vince il suo secondo campionato, e ne vincerà altri 2 consecutivamente. A livello nazionale, invece trionfa all’ europeo belga del 1972, e nello stesso anno, arriva il più autentico premio individuale, il Pallone d’oro, ambitissimo ancora oggi. Da notare la supremazia tedesca, visto che secondo e terzo arrivano rispettivamente Gerd Muller e Gunter Netzer, con Cruijff quarto (ne risentiremo parlare di lui). Si arriva al mondiale casalingo 1974, in cui la Germania trionfa battendo l’ Olanda di Cruijff e del calcio totale, per 2-1 , reti (tutte nel primo tempo) di Neskeens per gli orange, Breitner e Muller per i tedeschi. La partita in qualche modo passa alla storia perchè l’ arbitro inglese Taylor, fischia ben 2 rigori in mezz’ ora, e pensare che non era mai stato concesso un penalty in finale, nella storia dei mondiali. Nel 1976, vince il suo secondo e ultimo pallone d’oro dopo esser diventato campione del mondo con i bavaresi, e secondo agli europei in Jugoslavia.L’ anno dopo a 32 anni lascia il Bayern per giocare con i New York Cosmos e anche lì riesce a vincere 3 titoli di fila. La stagione 80-81 la gioca in Germania, non al Bayern ma all’ Amburgo e indovinate un pò anche lì vince il campionato. Dopo vent’ anni da calciatore, e che calciatore, decide di allenare la Germania Ovest: arriva secondo a Messico ’86 ma nei mondiali italiani 1990, riesce a vincere proprio contro l’ Argentina, finalista vittoriosa 4 anni prima. Fu il primo essere umano sul globo a vincere la coppa del mondo sia da giocatore che da allenatore.Nel 1993 lascia la carriera da allenatore della Germania, per andare al Bayern e vince subito il titolo. Nel 95-96 vince anche la coppa UEFA suo ultimo trofeo. Oggi è il presidente onorario dei bavaresi. Ogni tedesco va fiero e orgoglioso di lui, è stato eletto calciatore tedesco del secolo, impressionanti erano il suo carisma, freddezza e tenacia. Prendeva letteralmente in mano la squadra e la conduceva alla vittoria. Il Kaiser, ancora oggi, unico nel suo ruolo è, secondo molti il miglior difensore mai esistito al mondo.

Andrea C.

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