Che fine ha fatto… Florent Sinama Pongolle, da Reunion ma con pochi gol

Probabilmente giocando ai videogame, notavate nella squadra avversaria un attaccante col cognome poco credibile. Ma se vi siete fermati soltanto al cognome avete perso una chance di farvi una risata. Perchè la domanda non è che fine ha fatto Sinama Pongolle ma, da dove viene Sinama Pongolle. Se guardate la cartina mondiale o un semplice mappamondo, andando con lo sguardo verso sud, accanto all’Africa vi è il Madagascar. Fin qui bravi tutti ma come si chiama quella piccola macchia di terra accanto Madagascar?

Cugini e compagni di squadra, nell’Europeo Under 16 si mettono in mostra Le Tallec e Pongolle, poi acquistati dal Liverpool


Sinama Pongolle viene esattamente da quel piccolo pezzo di terra. Antica colonia francese che ad oggi conta neanche novecento mila abitanti: la Réunion. Se pensate che Sinama Pongolle sia l’unico uomo che è uscito da quell’isola, vi sbagliate di grosso. Nel 1995 Florent saluta l’isola con in mano un biglietto aereo per Le Havre, in Normandia. Nel 1999 Dimitri Payet, saluta l’ isola con in mano un biglietto aereo per Le Havre. La prefazione è la stessa ma sono completamente due libri opposti

Non è una gita di piacere ma una vera occasione per cambiare vita. La regione è stupenda, ricca di storia e arte ma a Florent queste cose interessano poco, primo perchè ha soli dieci anni, secondo perchè non è appunto in una comitiva di turisti con macchine fotografiche al collo. Il club normanno sembra avere buoni osservatori in quell’isola. Si inserisce pian piano nella vita quotidiana francese ed ha anche la possibilità di formarsi fisicamente. Quattro anno più tardi arrivano al Le Havre il già citato Payet e il cugino di Sinama che risponde al nome di Anthony Le Tallec. Una volta naturalizzato francese, Sinama Pongolle viene convocato per gli Europei Under 16 del 2001, in Inghilterra. Jean-François Jodar piazza Florent e suo cugino lì davanti. La selezione francese non è niente male. Vi sono un promettente Meghni, Yebda e il portiere Fabre che poi passerà da Bologna e Firenze senza mettersi i guanti neanche per quarantacinque minuti. Al torneo ci sono anche gli azzurrini e noi si, che le promesse le abbiamo, bene o male mantenuteMantovani, Ferronetti, Lodi, Chiellini, Pazzini. La prima gara dei francesi si gioca a Barnsely, davanti a settecento spettatori. La Francia demolisce con un secco 3-0 la Scozia facendo contenti i tifosi locali inglesi. I due cugini sono i veri protagonisti del match. Doppietta per Florent e terzo gol di Le Tallec. Due giorni dopo tocca alla Croazia del capitano Niko Kranjcar a sfidare la Francia. Match senza storie, secondo tre a zero consecutivo e tripletta per Sinama Pongolle. Gli osservatori iniziano a chiedere informazioni. La terza gara contro la Finlandia serve solo al tabellino e finirà in goleada per i blues (5-0). Ai quarti, i francesi beccano i russi ai quali è bastato un solo gol in tre partite. Meghni prende in mano la squadra e la porta alla semifinale. Il 3 maggio il Saint James’ Park è una bolgia. Tutti gli inglesi sono accorsi allo stadio per tifare i loro ragazzi. Ma la partita dura relamente quattro minuti. Prima le Tallec dopo ottanta secondi, poi suo cugino dopo altri ottanta. Ma i tifosi inglesi continuano a cantare e ai due cugini questo, dà molta noia. A metà ripresa, in meno di cinque minuti, ne segnano un’ altro a testa e calano il poker agli inventori del football. In finale c’è la Spagna di un ragazzino con le lentiggini ma che fa tanti gol, tifa e gioca per l’Atletico Madrid ed ha l’ aspetto di un dodicenne. Ma le doti tecniche sono notevolissime e risulterà a fine gara, l’unico marcatore del match. Sì perchè Fernando Torres a sedici anni è uno dei migliori talenti al mondo. Insieme a lui un buon centrocampista di nome Andrés e di cognome Iniesta. La Francia torna con la medaglia d’argento ma l’Inghilterra è nel destino dei due cugini. Entrambi, poche settimane dopo, ci torneranno carichi di bagagli e speranze.

Le Tallec e Pongolle in maglia Reds

Sul biglietto aereo c’è scritto John Lennon AirportLa città non importa scriverla. Ad Anfield è troppo presto per giocare, la società preferisce quindi farli restare in Francia altri due anni. Intanto grazie alle sue buoni prestazioni, il Le Havre torna in Ligue 1. I gol saranno solo cinque ma ormai è tempo di trasferirsi oltre Manica. Insieme a lui vi è anche suo cugino. I due vengono integrati alla perfezione da Gérard Houllier il mister dei reds. Sinama esordisce in una gara di Coppa UEFA subentrando proprio a Le Tallec. Poi è il turno di esordire in Premier League. Esordisce a Fratton Park nella gara persa contro il Portsmouth e nella giornata seguente segna il suo primo gol in terra d’ Albione contro il Leeds. Nel 2004 arriva Rafa Benitez. Sinama Pongolle si trova però chiuso da altri tre attaccanti di primo livello come Morientes, Djibril Cissé e Milan Baros. Il Francese esordisce in Champions League il 19 ottobre 2004. Ad inizio dicembre entra e segna contro i greci dell’Olympiakos. La stagione del Liverpool prosegue a gonfie vele e finirà senz’altro bene: quinto in campionato, finalista di League Cup in una gara pazza, persa contro il Chelsea a Cardiff e poi il trionfo di Istanbul. Sinama Pongolle seppur non da protagonista è campione d’Europa. Finite le vacanze è il momento di tornare a giocare. Già, giocare. Per farlo in modo continuo deve allontanarsi però da Anfield e nel gennaio 2006 si trasferisce al Blackburn Rovers. Cambia la maglia ma non il campionato. Segna un solo gol nella casalinga sconfitta contro gli Spurs ma il campionato dei Rovers è eccezionale. Mark Huges ha per le mani una squadra determinata ed esperta è il sesto posto è tutto meritato.

Sinama Pongolle non giocherà però la Coppa UEFA con gli inglesi perchè in estate si trasferisce in Spagna. Gli andalusi del Recreativo de Huelva lo prelevano dal Liverpool per quattro milioni di euro. Il contratto seppur annuale, già a gennaio è prolungato. Nella Liga diviene il top-scorer della squadra per due anni di fila, prima con dodici centri poi con dieci. Forse è pronto per la consacrazione. L’Atletico Madrid crede in lui e lo acquista per poco meno di dieci milioni di euro. In attacco però i Colchoneros non sono messi affatto male. Un giovane Sergio Aguero aspetta la definitiva consacrazione, mentre Forlan cerca di far vedere a tutta Europa che non è certo un bollito. Maniche, Simao, Ujfalusi, Raul Garcia e Maxi Rodriguez, completano la squadra. L’impatto con la Spagna per Florent è senz’altro ottimo: quattro reti in cinque match. Deve questo suo momento a Forlan, il quale si è infortunato. L’anno seguente tocca a lui stare per tanto (troppo) tempo, lontano dai campi. Dopo Madrid si fa avanti un altra squadra di una capitale ed è lo Sporting Clube de Portugal, comunemente ma erroneamente chiamato come Sporting Lisbona. Si trasferisce a gennaio 2010, cercando di strappare una convocazione per il Mondiale. Ma in Sudafrica non ci andrà. Poche le presenze in Portogallo ma ancora meno sono i gol. Lo Sporting, dopo averlo pagato 7 milioni di euro, decide di girarlo in prestito per due anni di fila, prima a Saragozza e poi a Saint- Etienne.

Dai sogni in Reds alla Thailandia, Pongolle indossa ora la maglia del Chainat

Stesse presenze e stessi gol in due anni (24 presenze e 4 gol). L’ Europa che conta ha smesso di dargli chance e la prima squadra che trova è dall’ altra parte d’Europa. La fredda Russia lo aspetta. Rostov lo accoglie. Si punta in alto anche perchè ci sono i soldi. Il francese comina poco o nulla in due anni. Due gol sono troppo pochi. Meglio cambiare. Campionato, maglia e magari continente. Dal freddo russo al vento di Chicago. Sbarca nella MLS, un campionato che pian piano sta cercando di conquistare fan, calciatori importanti e tanti soldi. Ma in soli sei mesi, il francese segna solo una rete in sette gare. Dopo qualche match in Svizzera, col Losanna, Florent si trasferisce al Dundee ma anche in Scozia, poche presenze e nessun gol. Decide così di pensare più al suo portafoglio che ai gol e nel luglio 2016 decide di migrare verso est. Chainat. Thailandia. Una decina di presenze e 13 reti. Ma ormai a 32 anni il calcio che conta, sembra lontano dal ragazzo che partì da Réunion.

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