Football Stories: Ruud Gullit, il tulipano nero

“Anni come giorni, son volati via” 

Alla fine degli anni ’80 l’ umanità si pone una semplice domanda: cosa resterà degli anni ’80. Nel 1989, Raffaele Riefoli compone e mette per iscritto la nostalgia degli anni ’80 chiedendosi e sottolineando più volte quali cambiamenti hanno portato questi anni. Non è una poesia ma bensì una canzone: l’artista è Raf e il titolo della canzone è la domanda che si pone l’intera umanità. E’ il decennio che ha cambiato il modo di vivere e di relazionarsi col mondo. Arrivano interessantissime scoperte su tutti i fronti e fatti che cambieranno per sempre il mondo. Negli Stati Uniti, precisamente tra Chicago e Detroit prende il via un nuovo genere di musica chiamato House, l’ 8 dicembre 1980 viene assassinato John Lennon, lasciando oltrechè un vuoto incolmabile, un grande messaggio di pace. Nasce il cubo di Rubik, la guerra delle Malvinas, Chernobyl e due solisti che divengono campioni del mondo: uno si chiama Diego Maradona, l’altro Myke Tyson. Non dimentichiamo neanche il lunedì nero, i fatti tragici di Piazza Tienanmen e la caduta di un Muro che ha diviso il mondo.

Jun 1988: Ruud Gullit of Holland and teammate celebrate Holland's victory over Russia in the Final of the European nations championships in Munich, Germany. Mandatory Credit: Allsport UK
Gullit festeggia il trionfo agli Europei ’88 contro la Russia

Quartiere Jordaan, Amsterdam. Tra canali meravigliosi, biciclette e partite di pallone, da queste parti è cresciuto Johan Cruijff. I suoi nonni vivevano qua, in un quartiere non lontano dal centro e di forte impronta ebraica. Mentre Crujiff cresce nel vivaio dell’ Ajax e si impossessa pian piano della scena calcistica mondiale, il primo settembre 1962 nasce nella capitale olandese, Rudi Dil. Rudi è nato da una relazione extra coniugale del padre, George Gullit il quale frequentava spesso una biondissima olandese di nome Ria Dil. George, originario del Suriname, riconosce subito il figlio e sistema lui e la bionda olandese in un appartemento nel meraviglioso Jordaan. Come tutti i bambini cresce passando le ore a giocare a calcio. L’asfalto insegna al giovane Rudi, che non bisogna cascare per terra, altrimenti ci si fa male quindi sviluppa fin da subito un grandissimo equilibrio. Nella primavera del 1975 il giovane Ruud supera un provino ed entra nelle file del DWS Amsterdam. La sigla DWS significa Door Wilskracht Sterk tradotto, Forti per Volontà. Cresce bene e gioca ancora meglio. Nel 1979 l’Haarlem oggi facente parte dei dilettanti dopo esser falliti per bancarotta, acquista il giovane Ruud, già divenuto Gullit. Resta però con l’amaro in bocca il giovane Gullit, perchè le sue caratteristiche non hanno fatto colpo sugli addetti ai lavori dell’Ajax e quindi lo hanno lasciato andare. Ad Haarlem firma il suo primo contratto professionistico a ben 16 anni e vi resta per tre stagioni. La prima stagione si conclude con la retrocessione del club ma nella seconda divisione olandese, Gullit dimostra di essere uno scalino (o due) sopra gli altri. La squadra neroazzurra torna subito in Eredivisie e con Gullit impiegato come libero, l’Haarlem coquista un sudato quarto posto qualificandosi per le coppe europee (unica volta per il club). Al De Meer (vecchia sede e stadio dell’ Ajax) intanto si mangiano le mani ed offrono a Ruud un importante contratto. Ruud punisce la squadra di Amsterdam due volte nel giro di pochi giorni: prima rifiuta la super offerta, poi firma per il Feyenoord ovvero i cugini tanto odiati dalle parti del De Meer. L’Ajax si consolerà comuque con Frank Rijkaard.

A Rotterdam trova un intramontabile Johan Cruijff che gli insegnerà molti trucchi considerati o meno di magia, ovvero come far sparire la palla.Thijs Libregts, coach del Feyenoord trova a Gullit una poisizione in campo che esalta tutte le sue qualità tecniche e lo schiera trequartista. La prima stagione a Rotterdam è da considerarsi fallimentare ma al secondo anno Gullit trionfa in Campionato e Coppa Nazionale. Il premio come miglior calciatore olandese è tutto meritato ma Ruud è stanco di Rotterdam e per circa un milione di fiorini passa al PSV Eindhoveen.

Ad Eindhoveen trova continuità col gol grazie anche alla sua posizione di ala e in poco meno di due anni riuscì a totalizzare quasi 50 reti in circa 60 incontri. La Nazionale Oranje sa benissimo che ha bisogno di lui. Intanto nel 1986 dopo il Mondiale messicano si gioca il trofeo Gamper al Camp Nou. Partecipa anche il Milan passato da poco a Silvio Berlusconi. Gullit gioca libero ma fa comunque la differenza anche in attacco. Berlusconi ordina già dalle tribune di acquistare quel giovane olandese con le treccine. Il PSV però vuole molti soldi, quindi il Milan cede il 31enne centrocampista inglese Ray Wilkins (oggi vice all’Aston Villa) ai francesi del PSG. Saranno ben 14, i miliardi di lire che dovrà sborsare Berlusconi per portarlo a San Siro.

biyikli-futbolcular_26908Gullit sotto la guida divina di Arrigo Sacchi si trasforma in un calciatore ancora più imprevedibile e imperdonabile sotto porta, capace di cavalcate palla al piede di 40 metri. Insieme a Maldini, Tassotti, Donadoni e gli altri olandesi, il Milan passerà alla storia del calcio per aver vinto tutto grazie soprattutto alla meravigliosa guida di Sacchi. Nel 1987 viene premiato col prestigioso Pallone d’Oro che lo fa entrare di diritto nella Hall Of Fame del calcio mondiale. Per due anni di fila i rossoneri portano a Milano la Coppa dalle grandi orecchie. Nel 1989 e 1990 il Milan diventa Campione del Mondo per Club. Tuttavia col Milan non arriverà mai in doppia cifra coi gol ma gli assist per Van Basten e Massaro sono infiniti e di altissima classe.

Prima dei grandi trionfi col Milan però, l’Olanda vince l’ Europeo 1988 giocato nella vecchia Germania Ovest. I tornei di allora erano si difficli ma estramamente più corti rispetto a quelli attuali, basti pensare che le squadre partecipanti a quell’Europeo furono soltanto 8. L’Olanda passa per seconda il girone dietro l’ URSS di Protasov e Bjelanov. In semifinale pesca la temuta e padrona di casa Germania Ovest. Ad Amburgo, davanti a 55.000 spettatori, un rigore a pochi minuti al termine di Marco Van Basten decide il match e porta i tulipani a giocarsi la finale contro l’ URSS precedentemente incontrata. La squadra arancione allenata da quel vecchio genio di Michels, conosce bene gli avversari e grazie ad una rete per tempo di Gullit e a quella meravigliosa di Van Basten, regalano agli olandesi il primo gradino sul podio.

Gullit torna a Milano e vince tutto. Nel maggio 1989 il Tulipano Nero segna una doppietta in finale di Champions nella larga vittoria per 4-0 contro la Steaua Bucarest. La stagione successiva giocherà poco o nulla, complice un problema al menisco. Dopo aver vinto la Champions per due anni di fila, il Milan torna a vincere anche in Italia e per due anni di fila si porta a casa lo scudetto (1992-1993). Come è possibile dominare in Europa e nel mondo mentre in Italia, veder sempre gli altri trionfare?

Sampdoria,_Coppa_Italia_1994,_Ruud_Gullit_e_Alberigo_EvaniNel 1993, dopo i successi con Capello, Gullit si trasferisce a Genova sponda blucerchiata. Con i doriani si impone come uomo squadra, nonostante in rosa vi fossero giocatori dal calibro di Evani, Mancini, Pagliuca e David Platt. Con la Samp arriverà finalmente in doppia cifra in campionato con 15 reti in poco più di 30 presenze. A Genova vince anche una Coppa Italia, battendo l’Ancona per 6-1 in due gare di andata e ritorno, la prima conclusasi a reti bianche mentre il ritorno finito appunto 6-1 a Marassi. Dopo il terzo posto coi doriani, Gullit torna al Milan e vince una Supercoppa Italiana ma le cose non sono più le stesse e dopo qualche mese, Ruud torna nuovamente a Genova. A 32 anni e sulla via del tramonto, Ruud rifiuta la chiamata in nazionale per i Mondiali a stelle e strisce e dice addio alla Nazionale oranje col quale ha vinto 6 anni prima un Europeo. Nella seconda esperienza con la Samp, iniziata a novembre del 1994 riesce a segnare 9 reti in 22 gare sotto la esperta visione dello svedese Eriksson. La Samp conclude la stagione con uno stretto ottavo posto, posizione che non consente ai genovesi di entrare in coppe europee, nonostante avesse in rosa un giovane Mihajlovic, Jugovic, Zenga e Vierchowod.

ruuudNel 1995 abbandona la Serie A e si trasferisce a Londra. Il Chelsea punta su di lui per cercare di entrare in Europa ma il livello tecnico dei Blues è apparentemente molto basso. La squadra di Glenn Hoddle non va oltre l’undicesimo posto complice la posizione che Ruud ricoprirà, ovvero il difensore centrale, ruolo che ricopriva ad inizio carriera. In FA Cup invece le cose vanno meglio e il Chelsea arriva fino alla semifinale perdendo contro il più blasonato Manchester United di Beckham. Il presidente Ken Bates è però scontento della gestione Hoddle, quindi lo esonera e nomina proprio Gullit, nuovo allenatore ma anche giocatore. Nei panni di coach e giocatore, Gullit si toglie subito una bella soddisfazione e vince la FA Cup, grazie anche a Gianfranco Zola. Gullit da umile e intelligente uomo decide di giocare solo 12 match di Premier e grazie alla sua buona gestione da allenatore, il club di Stamford Bridge, arriverà sesto in Premier League. L’anno seguente decide di ricoprire il ruolo di allenatore ma a metà febbraio 1998 decide di dimettersi, venendo sostituito da Gianluca Vialli, che poi vincerà la Coppa delle Coppe contro lo Stoccarda con gol di Zola e arriverà quarto in campionato. Decide di intraprendere la carriera da allenatore, venendo chiamato da Newcastle, Nazionale olandese poi Feyenoord, Los Angeles Galaxy e infine nel 2011 in Russia. Per un breve periodo ha anche svolto l’osservatore per il Milan.

Resterà per sempre un simbolo degli anni ’80, le sue treccine facevano impazzire il mondo e la difesa avversaria. Giocatore universale capace di interpretare al meglio più ruoli. è l’olandese che più si avvicina a Johan Cruijff. Ruud Gullit. Il Tulipano Nero.

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