Fece un provino per il Palmeiras nel quale militò per un anno conquistando 25 presenze e 5 reti. Oreste Cinquini, allora direttore sportivo del Bologna, decise d’investire 5 miliardi di lire in questo “giovane” talento. La sua avventura italiana comincia bene, collezionando 33 presenze e due reti, venendo ricordato sia per qualche buona prestazione in campo che per eccessi fuori dal rettangolo di gioco. Nel 2000 passa in Serie B al Chievo, con il quale ottiene subito la promozione e, successivamente, alla prima stagione in A, il quinto posto e la qualificazione alla Coppa UEFA.
Nel 2002, sul punto di passare alla Lazio, Eriberto decise di svelare il suo segreto. Il brasiliano arrivò sul punto di rischiare il carcere, ma fu il tribunale dello sport a condannarlo a 1 anno e 160.000 euro di multa (In seguito la squalifica fu ridotta a 6 mesi). La vicenda fece molto scalpore, e lasciò molti di stucco, a cominciare dai compagni di squadra di Luciano-Eriberto, i quali rivelarono che spesso lo prendevano in giro dicendogli che sembrava molto più vecchio della sua età. Il giocatore dichiarò che i motivi per i quali aveva confessato erano dovuti al peso di una tale menzogna, a una crisi di identità, e al desiderio che il figlio potesse portare il suo vero nome.
Ritornò sui campi della Serie A nel 2003 andando in prestito all’Inter, conquistando però soltanto 5 presenze e facendo subito ritorno a Verona, dove resta fino al 2013 collezionando 221 presenze con il club clivense, el quale diviene il giocatore con più presenze in Serie A dietro Sergio Pellissier e il quinto assoluto nella storia del Chievo.
Svincolato, nel 2013 conclude la sua carriera nel Mantova, In Lega Pro, dove milita per solo qualche mese.