Le grandi sfide del passato: Juventus – Real Madrid 3-1 (14-05-2003)

È raro che nel calcio si senta parlare di partita “perfetta“. L’aggettivo racchiude in sé molteplici significati: per essere una partita perfetta, l’intera squadra non deve commettere nessuna sbavatura. Quella che andremo a narrare, secondo molti, lo è stata.

Il 14 maggio 2003 va in scena uno dei classici europei di maggior rilievo, valido per conquistarsi la finale di Champions League che si  sarebbe disputata due settimane dopo all’Old Trafford di Manchester: JuventusReal Madrid. Già all’andata, le Merengues dei palloni d’oro Zidane, Figo e Ronaldo, avevano dimostrato il loro strapotere offensivo, mettendo a segno due gol (Roberto Carlos e Ronaldo i marcatori), ma l’1-2 di Trezeguet aveva lasciato aperti i giochi per il ritorno. I bianconeri di Marcello Lippi, dopo aver eliminato l’altra grande di Spagna, il Barcellona, erano chiamati all’impresa tra le mura amiche dell’allora Stadio Delle Alpi. Sebbene il pronostico fosse nettamente sbilanciato dalla parte dei Galacticos campioni in carica, gli esiti sarebbero stati imprevedibili.

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Il primo tempo è un vero e proprio inno allo sport. Il Real Madrid è totalmente in balia dell’avversario, che limita qualsiasi azione offensiva e riparte in velocità grazie ai suoi attaccanti. Zidane, l’ex tanto temuto, viene praticamente imbavagliato da Tacchinardi e Davids, mentre Figo patisce un grande Birindelli che si riscatta dopo le sbavature dell’andata. Con Ronaldo ad assistere dalla panchina e un Raul fuori condizione a causa dei postumi di un’operazione, i fenomenali blancos non riescono nemmeno ad avvicinarsi all’area di Buffon. Al 12′ arriva la prima gioia bianconera: Nedved si fa largo sulla fascia, crossa in mezzo, Del Piero fa da torre verso il centro dell’area e David Trezeguet, sotto misura, non perdona Iker Casillas. Al 42′ sarà proprio Alex Del Piero a mostrare al mondo intero che, in campo, non tutti i fenomeni hanno la maglietta bianca. Il gol che porta gli uomini di Lippi sul 2-0 è da manuale del calcio: stop fantasmagorico in area su un lancio di 40 metri, finte ubriacanti ai danni di Hierro e Salgado e destro sul primo palo.

JUVENTUS-REAL MADRID

L’opportunità di riaprire i giochi arriva al 67′, sempre sul risultato di 2-0, quando il neo-entrato Ronaldo cade in area a causa di un intervento di Montero: calcio di rigore. Sul dischetto si presenta Luis Figo, ma Buffon è prontissimo a disinnescare il destro del portoghese. Partita perfetta si diceva, sì, perché nelle partite perfette ci vuole anche il portiere perfetto. E Buffon, senza dubbio, lo era. Come spesso accade, ecco che ritorna in auge la cara e vecchia regola del calcio: gol sbagliato, gol subito. Cinque minuti dopo è Pavel Nedved a mettere il punto esclamativo sulla prestazione maiuscola della Juventus: lancio in verticale di Zambrotta, il ceco brucia Hierro in velocità e con un destro fulminante dal limite dell’area segna il 3-0 con il quale si spalancano le porte del Theatre of Dreams. L’1-3 dell’ex Zidane, allo scadere, non impedirà alla squadra campione d’Italia di festeggiare l’approdo alla finale. Festeggiare, è vero, ma tra la delusione dei giocatori madrileni spicca quella di uno bianconero: è Pavel Nedved, in lacrime. Un’ammonizione per fallo su McManaman, a risultato già in cassaforte, gli impedirà di giocare la tanto agognata finale. La storica finale tutta italiana, che avrebbe contrapposto la Juventus al Milan, quest’ultimo reduce dal doppio pareggio che gli ha fatto valere il passaggio del turno contro un’altra italiana, l’Inter.

Fussball: CL 02/03, Juventus Turin - Real Madrid 3:1

Un unico rammarico, durante la partita perfetta.

 

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