Per lui contava la domenica: durante la settimana liberi tutti, ma la domenica sapevi che contavi su un grosso giocatore.
Gli avversari avevano paura.
Lo vedevo il terrore negli attaccanti: si spostavano dall’altra parte, se c’era Paolo nei paraggi. La sua tecnica era: il primo intervento deve essere duro per far capire immediatamente che aria tira. E poi parlava agli avversari in continuazione, li faceva impazzire, era davvero temutissimo.
Ci ho anche giocato contro, in un Uruguay-Francia in cui faceva coppia con Lugano, altro tipino poco raccomandabile.
Fecero espellere Henry dopo 5 minuti.
Penso sia l’unico rosso della carriera di Titì. Non so cosa gli fecero o gli dissero di preciso, ma andò fuori di testa e dopo cinque minuti fece un’entrata micidiale contro un terzino che non c’entrava niente e – bum! – rosso diretto.
Andai vicino a Paolo e gli dissi: ma che gli hai detto? E lui: niente David! Con la faccia tutta innocente…
Con Montero si giocava sempre in dodici, ma se ce l’avevi contro erano guai».
(David Trezeguet)