Che fine ha fatto…? Adriano, l’imperatore senza corona

La storia di Adriano Leite Ribeiro è un libro aperto. È la storia di un calciatore che aveva tutto per diventare un campione, e che ha fatto di tutto per non riuscirci.

Nato nel 1982 in un quartiere povero di Rio de Janeiro, Adriano, centravanti rapido e potente, cresce nel Flamengo, esordendo da professionista a 18 anni. In breve tempo diventa un punto fisso dell’attacco dei rubronegros e vince il Mondiale under-17.

L’Inter lo nota e, nel 2001, lo porta a Milano, ma soffiare il posto a Ronaldo, Vieri, Recoba e Kallon è un’impresa. Così, dopo aver segnato il primo gol al Venezia, a Gennaio il giovane Imperatore viene mandato in prestito alla Fiorentina, dove, nonostante la retrocessione della squadra, riesce a segnare 6 gol. L’anno dopo si accasa al Parma in prestito biennale e con Mutu forma una coppia esplosiva, trascinando la squadra fino a sfiorare la Champions; a fine stagione saranno 15 gol per lui e 18 per il rumeno.

Il giovane Adriano con la maglia del Parma
Il giovane Adriano con la maglia del Parma

Comincia la nuova stagione con i ducali e a gennaio l’Inter lo richiama a sé. Con 9 gol sarà decisivo per la qualificazione alla Champions, arrivata per ironia della sorte grazie ad una sua punizione vincente contro il Parma. Nel 2004 e 2005 continua a segnare, raggiungendo quota 12 e 13 in campionato, poi qualcosa si rompe. Adriano inizia a frequentare locali notturni e, soprattutto, a bere, litiga con Mancini e viene escluso dalla lista Uefa. Alcuni giornali parlano anche di una dipendenza da droghe.

L’Inter, dopo aver cercato invano di aiutarlo, di comune accordo con il procuratore nel 2008 lo manda in prestito semestrale al São Paulo. In Brasile Adriano ricomincia a segnare, ben 11 saranno le reti messe a segno in campionato con la squadra paulista, ma una volta tornato in nerazzurro, a causa di continui ritardi agli allenamenti, litiga con il nuovo allenatore Mourinho e viene messo ai margini della rosa. Nell’Aprile 2009, dopo una partita con il Brasile, l’Imperatore non torna in Italia: anche a causa della rottura con la fidanzata, dichiara di non sentirsi felice e di voler ripensare alla sua carriera.

Il mese dopo, però, viene ingaggiato dal Flamengo; nella sua prima squadra riesce a riprendersi e conquista il titolo di capocannoniere del Brasileirão. La Roma decide di dargli una seconda chance e gli fa firmare un contratto triennale, ma nella Capitale, oltre alle solite peripezie (patente ritirata dopo il test dell’etilometro) a tormentarlo sono gli infortuni: 5 presenze, zero gol e rescissione anticipata del contratto.

Il ritorno in Italia di Adriano fu un vero flop
Il ritorno in Italia di Adriano, alla Roma, fu un vero flop

Dopo un nuovo corteggiamento del Flamengo, sceglie di ripartire dal Corinthians. Alla presentazione ufficiale solo giornalisti, nessun tifoso lo accoglie. Peggiora la situazione l’ennesimo episodio grottesco: il centravanti si infortuna al tendine d’Achille e durante il periodo di convalescenza, in cui i medici avevano raccomandato assoluto riposo, si fa sorprendere a ballare in un locale. Torna comunque in campo, con la maglia X (10 in numeri romani) e la scritta Imperador sulle spalle. Ma è in pessima forma, e dopo la fine dell’avventura al Timão si allena con diverse squadre senza convincere nessuna a tesserarlo. Nell’inverno del 2014 l’Atlético Paranaense gli dà un’opportunità, ma lo scarica dopo che Adriano si era reso irreperibile ed era stato visto in una discoteca di Coritiba. Nel frattempo il giocatore viene accusato di aggressione da una giovane brasiliana, ma riesce a difendersi in tribunale.

Adriano, palesemente fuori forma, esulta dopo un gol con il Corinthians
Adriano, palesemente fuori forma, esulta dopo un gol con il Corinthians

Nel 2015 ad avvicinarsi all’Imperatore è il Le Havre, squadra francese militante in Ligue 2. Adriano si reca nella città francese per visitarla, ma l’investitore che avrebbe dovuto acquistare la società e finanziare l’arrivo dell’Imperatore temporeggia e poi si tira indietro, così l’affare salta e il brasiliano resta ancora senza squadra.

Un anno dopo, nel Gennaio 2016 vola negli Stati Uniti, firmando per i Miami United, militanti in quarta divisione, ma dopo pochi mesi decide di tornare in Brasile e non rispettare il contratto annuale firmato, ponendo di fatto fine alla sua carriera.

Un imperatore senza corona, insomma, con potenzialità da fuoriclasse sfruttate solo in parte. E con tanti problemi che hanno condizionato la sua vita, fuori e dentro il rettangolo verde.

 

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