Caniggia racconta: “Le sfide a tutta velocità con Doni e quella volta in cui Vavassori abbandonò l’allenamento…”

Bergamo, anni 2000, l’Atalanta in Serie A scopre il talento luccicante di Cristiano Doni che, spostato da trequartista ad esterno di fascia dal tecnico Vavassori lo ripaga con grandi prestazioni, gol ed assist,fino ad entrare in poco tempo nel giro della Nazionale di Trapattoni. Non tutti sanno però alcuni degli episodi più scherzosi che si verificavano al campo di allenamento dei nerazzurri, o meglio nel tragitto che portava ad esso. A svelarli è Claudio Caniggia, che in quella sua seconda avventura bergamasca non lascerà certamente il segno come nella prima, ma nello spogliatoio sapeva farsi riconoscere. Ecco un estratto del suo racconto:

“Era il 2000, giocavo nell’Atalanta. Una mattina andando al campo a 2 km dal centro sportivo Cristiano Doni mi sorpassa. 
Suono il clacson: “Dove vai? Se accelero te caghi sotto”. 
E scatta la sfida. Io una Mercedes 290, lui non ricordo. 
Supero, mi supera di nuovo, freno, si avvicina, finché arriviamo a Zingonia, lo sorpasso definitivamente ed entro al campo d’allenamento per primo, a tutta velocità che tanto non c’è nessuno. 
Parcheggio di fianco al mister, Vavassori, appena arrivato con la sua Panda e il tagliaerba nel baule. Apro la portiera, il mister urla come un matto: “Noooooo!!!”.
Mi volto, c’è Doni rosso, quasi viola per l’imbarazzo. “Scusi mister, scusi, scusi, non l’avevo visto”.
Cristiano, arrivando dopo di me, avevo investito il cane da caccia di Vavassori! Niente di grave, gli ha solo toccato la zampa e il muso con la carrozzeria. Ma il mister è furibondo. Incazzato. E saluta tutti. “L’allenamento fatevelo da soli, vado dal veterinario”. E sparì fino al giorno dopo”.

(Claudio Caniggia)

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