Il Liverpool di Klopp, quando un cambio di ruolo può fare la differenza

Il Liverpool è da poco tornato in finale di Champions League, 11 anni dopo l’ultima volta, disputata ad Atene contro il Milan nella “rivincita” per gli uomini di Ancelotti nel 2007.

A trascinare i Reds fino a Kiev, al netto di qualche errore arbitrale nella gara dell’Olimpico e di una qualificazione in ogni caso meritata ampiamente, specie ad Anfield, le invenzioni del mago Jurgen Klopp. Un attacco atomico, pur senza centravanti vero, e una difesa leggerina, il tecnico tedesco ha saputo reinventarsi dopo l’esperienza strapositiva con il Borussia Dortmund, impostato con un 4-2-3-1 con una punta vera (Lewandowski)  e dei piccoletti dietro di lui come Mario Gotze, Kagawa, Reus.

A Liverpool ha dovuto far di necessità virtù, impostando una squadra con un modo di giocare simile (ritmi altissimi, pressing organizzato) ma con un modulo e caratteristiche diverse.

Ha iniziato a metter pesantemente mano alla rosa dei Reds lo scorso anno, impostando un 4-3-3 privo di centravanti dato che l’unico di ruolo, Ings, è stato tormentato dagli infortuni ed in Premier non ha mai raggiunto cifre tali da garantirgli la titolarità, usando al suo posto un trequartista, Firmino, bravo palla a terra e con discreto fiuto del gol. L’attacco era poi completato dal brasiliano Coutinho, bravo a cucire il gioco partendo da sinistra per poi andare alla conclusione di destro, e da Manè, arrivato nel mercato invernale. Panchinato Sturridge, a lungo alternativa di Firmino seppur con caratteristiche diverse, utile anche come simil Manè sulla fascia, così come il belga Origi, autore di 7 reti da subentrante.

Non solo, poco convinto dalla fase difensiva dello spagnolo Alberto Moreno, nel 2016/17 ha a lungo usato sulla fascia mancina di difesa Milner, nato ala d’attacco, ora naturalizzato mezz’ala, ma a lungo utilizzato terzino con buoni risultati, un vero e proprio jolly insomma.

Cambiato ruolo a Firmino e Milner il tedesco non ha concluso qui il proprio lavoro, spostando anche il capitano Henderson: ala ad inizio carriera, centrocampista offensivo naturale, lo ha portato pian piano ad arretrare fino a giocare tra i due interni di centrocampo, davanti alla difesa. Dopo qualche difficoltà iniziale il capitano Reds ha pian piano preso confidenza con il ruolo, offrendo prestazioni sempre più convincenti, rubando il posto di regista a Emre Can, jolly si ma soprattutto mediano naturale, spostato ai lati del centrocampista inglese a far legna ed inserirsi all’occorrenza, mettendosi anch’egli in mostra con prestazioni che gli son valse la corte di mezza Europa, Juventus compresa.

A completare il terzetto di centrocampo Lallana, ala, trequartista, ma con Klopp divenuto mezz’ala, capace di trasformare in fase offensiva il 4-3-3 in un 4-2-3-1 e ricompattarsi sui 3 della mediana in fase difensiva.

Tre cambi radicali di ruolo, due spostamenti di qualche metro, e Klopp ha fatto suo il Liverpool, mettendo i primi mattoni agli spettacolari Reds visti fin’ora in questa stagione.

Già perchè dopo aver posto le fondamenta, Klopp non ha dovuto far altro che portare a compimento il lavoro iniziato un anno fa, nel 2017 il mercato gli ha portato in dote Salah, messosi in mostra come non mai, che è andato a prendersi la fascia destra del trio d’attacco. Con la cessione di Coutinho a Gennaio a completare il tridente è rientrato Manè, stavolta posto sulla fascia opposta, abile a dare velocità supersonica ad un attacco veloce si ma anche tecnico grazie al duo brasiliano-egiziano.

A centrocampo l’arrivo di Chamberlain, nato ala ma divenuto pian piano mezz’ala, ha migliorato le alternative in mezzo, con Henderson e Can punti fermi e l’olandese Winjnaldum, Milner e Lallana a completare il reparto.

In difesa ancora un cambio, l’arrivo di un terzino di ruolo come Robertson ha definitivamente panchinato l’ex Siviglia Moreno e restituito Milner al ruolo di jolly tra fascia e metà campo.

Da un cambio all’altro, una squadra non si crea soltanto con gli acquisti (e certamente il Liverpool di sterline ne ha spese tra Salah, Chamberlain e Van Dijk) ma anche e soprattutto con la sapienza tattica di un tecnico, capace di cambiare modulo a seconda dei propri uomini e di plasmare questi affinchè possano trovare il ruolo che gli faccia render meglio.

A prescindere dall’esito della finale di Kiev Klopp ha dimostrato ancora una volta di poter essere un valore aggiunto per un squadra, che dire, chapeau Jurgen!

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