Football stories: GHEORGHE HAGI

Sublime, eccentrico e arrogante. Dal suo piede sinistro nascevano traiettorie meravigliose, che incantavano chi lo guardava. Stiamo parlando di Gheorghe Hagi, il giocatore romeno del secolo. Trequartista con una classe che in Romania non avevano mai visto. Per una nazione come questa, rappresenta sportivamente e calcisticamente parlando un idolo indiscusso. Nasce nel distretto di Costanza il 5 febbraio 1965 (vent’ anni dopo nascerà a Funchal un altro fuoriclasse), e fino a 25 anni gioca in patria passando ovviamente dalla Steaua Bucarest (media gol spaventosa) in cui vince 3 campionati e 3 coppe nazionali di fila, e arrivò addirittura a giocare una finale di Coppa dei Campioni nel 1989, persa però con il Milan per 4-0. Si, il Milan degli olandesi volanti. Il salto, nel calcio che conta lo fa l’ anno successivo, e sbarca a Madrid, sponda blanca. Al Real però, non è il giocatore visto in patria, e le sue prestazioni sono un continuo alternarsi tra magie e 4 in pagella. Da ricordare il gol da 50 metri a Pamplona contro l’ Osasuna. Dopo 2 stagioni non prorpio convincenti, si fa avanti il Brescia neopromossa in Serie A. Hagi si aggiunge alla numerosa colonia romena formata dall’ allenatore Lucescu, più Sabau e Raducioiu. La stagione però è complicata e il Brescia torna in serie cadetta. Ci resterà solo un anno, perchè Hagi riconquista la Serie A e a Wembley trionfa nella Coppa Anglo-Italiana contro il Notts County. Nel 1994 si gioca il mondiale americano. Lui segna, la Romania passa, sia il girone sia gli ottavi contro l’ Argentina finalista 4 anni prima. Va fuori però al turno successivo, ai calci di rigore contro una sorprendente Svezia guidata da Larsson. Nello stesso anno torna in Spagna, e veste blaugrana, dove ad allenare c’è il suo idolo di sempre: Johan Crujiff (trovatemi un calciatore dell’ epoca che non si ispirava al numero 14 orange). Il calcio spagnolo si dimostra non adatto a lui, e infatti a Barcellona si ripete la storia di Madrid, vincendo solo una Supercoppa spagnola. Nel ’96 lo cerca (e lo compra) il Galatasaray. A Istanbul vince 4 campionati di fila, condite da 2 coppe e 2 supercoppe di Turchia. Prima di Euro2000 (Romania battuta ai quarti  dall’ Italia) si permette di vincere contro l’ Arsenal la Coppa UEFA. E subito dopo arriva la Supercoppa europea, vincendo contro il suo ex Real. Chiude col calcio giocato all’ età di 36 anni. Subito dopo diventa coach della Romania, ma solo per 6 mesi, mancando la qualificazione al mondiale nippo-coreano. Nel 2004 allena il suo Gala vincendo una coppa di Turchia. Rassegna però le dimissioni dopo una sola stagione. Dopo un anno al Timisoara, nel 2007 si siede sulla panchina della Steaua, dimettendosi nello stesso anno. Attualmente è vice allenatore del Vitorul Costanza squadra nata appena 6 anni fa. Soprannominato il Maradona dei Carpazi aveva un sinistro vellutato, unito ad un carattere forte oltre che ad una grande dote di leader e trascinatore.

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