Bidoni del calcio: Harvey Delano Esajas

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Alzi la mano chi non ha mai sognato di fare il calciatore. Chi non si è illuso, chi non ha rinunciato, chi non ha maledetto la sfortuna o chissà cos’altro. Chi non ha ascoltato le radiocronache sul lavoro pensando “se fossi in campo…” o “quello lo avrei segnato anche io!“. Eppure un semplicissimo lavapiatti è riuscito a coronare il sogno di esordire in una delle squadre più vincenti di sempre, in uno degli stadi più belli del mondo. Andiamo a ripercorrere la storia di questo fortunato di nome Harvey Esajas.

Il sogno di una carriera – All’inizio degli anni ’90 l’Olanda fu uno dei Paesi più forti al mondo, calcisticamente parlando. Normale che i ragazzini sognassero di emulare le gesta dei loro idoli, e tra questi vi fu anche Harvey Esajas, un ragazzo nato ad Amsterdam di origini surinamesi. Un difensore che a volte per necessità veniva spostato a centrocampo. Uno che giocò nelle giovanili di due “big” dei Paesi Bassi: l’Anderlecht in Belgio e l’Ajax in Olanda, insieme ad uno come Clarence Seedorf, all’epoca un ragazzino che sognava di alzare le quattro Champions League che riuscirà poi a conquistare nella sua carriera. Nel 1993 arrivò l’esordio con la maglia del Feyenoord, segnando proprio contro l’Ajax. Lecito per chiunque ormai sognare una carriera da calciatore.

Si spegne il sogno – Il ragazzo però, sebbene volenteroso (mentre giocava studiava e occasionalmente lavorava) non riuscì a convincere tecnicamente, sebbene il suo sacrificio in campo fosse sempre evidente. In 3 anni a Rotterdam collezionò solo 8 presenze, cosa che lo convinse a cercare di dimostrare le proprie qualità e la propria voglia altrove. Altre città, altri calvari: in tre anni Groningen, Cambuur, Dodrecht gli concedettero un totale di 16 presenze. Gli anni passarono, ed Esajas cominciò allora a dubitare delle sue qualità, ma non cedette. Provò l’avventura estera. Tuttavia, purtroppo, altri 3 anni ma questa volta senza presenze: Real Madrid B, Zamora, Mòstoles. Nessuno intravide un potenziale calciatore. Provò allora a sostenere dei provini con Torino e Fiorentina, ma nessuno volle offrirgli un  contratto. Harvey decise dunque di ritirarsi dal calcio professionistico all’età di 27 anni, archiviando il sogno.

Una nuova possibilità – L’Italia, comunque, tutto sommato piacque al ragazzo, che decise di trasferirvisi. Non è ovviamente facile per uno straniero integrarsi velocemente, e senza la piena padronanza della lingua riuscì a trovare un lavoro a Milano come lavapiatti (lavoro rispettabilissimo, per carità). Lì dovette fare i conti con tutti i problemi di un normale ragazzo della sua età, compreso quello di dover dosare i guadagni per pagare le bollette, mentre lavorando ascoltava le radiocronache con un pizzico di nostalgia. Inoltre, nel Belpaese la cucina è ottima, e il buon Harvey arrivò a superare i 100 kg di peso.

Un giorno, dopo tre anni di lavoro, per caso incontrò il vecchio compagno di squadra Clarence Seedorf, che al contrario carriera era riuscito a farla. All’epoca Seedorf giocava nell’Inter, e diede un passaggio a Esajas che gli confessò la propria nostalgia per il mondo del calcio e la voglia di poter realizzare il sogno di poter tornare a calcare un campo da calcio in una partita ufficiale. Il giocatore nerazzurro gli procurò un provino con il Torino dopo aver parlato con Mazzola, garantendo che “Esajas era uno dei giocatori più talentuosi nelle file dell’Ajax“.

Il sogno si avvera – A Torino, però, pochi rimasero convinti delle prestazioni in allenamento dell’ex lavapiatti con più di 50 kg di sovrappeso (nonostante la grande volontà e comunque un miglioramento della forma fisica), e alla fine decisero di non tesserarlo. La fine? Neanche per sogno. Di nuovo Seedorf, nel frattempo passato al Milan, parlò con Galliani, e gli chiese di poter realizzare il sogno di questo ragazzo. I giornali iniziarono ad occuparsi della sua storia, che commosse molti e fece anche una buona pubblicità ai rossoneri, all’epoca una delle squadre migliori al mondo.

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Dopo mesi di allenamento fisico e tattico, in cui Esajas imparò molto, finalmente il momento tanto atteso. Ritorno degli ottavi di finale di Coppa Italia 2004-2005, il Milan archiviò la qualificazione e si trovò, a tre minuti dalla fine, in vantaggio per 2-0 sul Palermo. Ancelotti diede al ragazzo la possibilità di realizzare il suo sogno, facendolo entrare al posto di Massimo Ambrosini.

Per Esajas ci fu solo il tempo di correre sulla fascia una volta e piazzare un cross al centro, ma l’emozione fu molta. Moltissima. Egli pianse di gioia nello spogliatoio, ringraziando di cuore Seedorf.

Nei due anni successivi giocò solo quattro partite, tre con il Legnano ed una con il Lecco. Ma non importò all’olandese. Aveva esordito a San Siro con il Milan.

Che questa favola sia di ispirazione a tutti coloro che hanno sognato o sognano il calcio, perchè lo sport più bello del mondo non sono solo soldi e corruzione. E’ anche Harvey Delano Esajas.

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