Che fine ha fatto… Esnáider, l’uomo che doveva sostituire Del Piero

La Juventus ha vinto gli ultimi due campionati di Serie A e ha disputato quattro finali europee consecutive, di cui tre di Champions League. La stagione ’98/’99 parte nuovamente con la vecchia signora favorita, ma l’epilogo sarà ben diverso. Nonostante un’andatura a singhiozzo, i bianconeri sono ancora ai vertici del campionato, ma basta una sola giornata per cambiare gli equilibri. Nel recupero di Udine, l’8 Novembre, il capitano si infortuna: per lui la stagione è già finita. Sostituire Del Piero non è semplice per nessuno: ancor meno lo sarà per Luciano MoggiJuan Eduardo Esnáider.

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Nel mercato di riparazione, la dirigenza corre ai ripari: impensabile affrontare una stagione su più fronti con i soli Inzaghi, Fonseca e Amoruso. A gennaio, così, arrivano due rinforzi: il già affermato Esnáider e il giovane Henry, fresco campione del mondo con la Francia. Entrambi non lasceranno il segno sotto la Mole, ma Titì avrà modo di rifarsi altrove.

CHI ERA ESNÁIDER?

La società bianconera sborsa la bellezza di 12 miliardi delle vecchie lire per aggiudicarsi le prestazioni dell’argentino, il quale firmerà un contratto fino al 2003 a 2,2 miliardi a stagione. Arrivato come il grande salvatore della patria, rimarrà a Torino due anni senza mai timbrare il cartellino in campionato: per lui soltanto due gol all’attivo, uno in Coppa Italia e uno in Coppa Uefa contro i ciprioti dell’Omonia Nicosia. Se i treni, solitamente, passano una sola volta nella vita, per il sudamericano c’era stata una proroga: già tre anni prima, infatti, era approdato nella prima squadra del Real Madrid senza lasciare il segno nelle sue 20 apparizioni, condite da un solo gol. L’anno seguente aveva trovato maggior fortuna dai cugini madrileni dell’Atletico, dove aveva siglato 16 gol in 35 presenze, una media che manterrà anche al Real Saragozza: saranno proprio questi numeri a convincere la Juventus che, forse, Esnáider è l’uomo adatto.

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Viene subito buttato nella mischia da Lippi: per lui 45 minuti contro il Venezia, dove però non si fa notare. Le occasioni non mancano: contro Perugia e Cagliari parte titolare e rimane in campo per tutti i 90 minuti, ma saranno in pochi ad accorgersene. È titolare anche il 7 febbraio, quando i bianconeri vengono strapazzati dai gol di Hernán Crespo: Lippi capisce che è l’ora di dire basta e si dimette. Al suo posto arriva Carlo Ancelotti, ma la musica non cambia: l’argentino è avulso dalla manovra offensiva e non incide mai. Dopo l’opaca prestazione offerta contro l’Empoli, dove viene sostituito già nell’intervallo, non partirà più titolare. La prima stagione si conclude con sole 10 presenze e zero gol. Il canovaccio si mantiene anche l’anno dopo e il bottino è ancor più misero: solo sei presenze, chiamato in campo soltanto negli ultimi minuti di gara. È ormai chiaro che la storia d’amore non è sbocciata e non resta altro che separarsi. Esnáider fa ritorno al Saragozza, ma ormai qualcosa si è spezzato. Resterà in Spagna soltanto un anno, dopodiché inizierà un triste pellegrinaggio tra Porto, River Plate, Ajaccio, Real Murcia (esperienza in cui trova anche il tempo di farsi condannare dalla giustizia spagnola per un violento litigio con una giornalista) e Newell’s Old Boys: non segnerà più per tre anni e ne metterà a segno solo 2 negli ultimi suoi 5 anni di carriera.

CHI È ESNÁIDER ADESSO?

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Appende le scarpette al chiodo nel 2005 nell’indifferenza generale, rimanendo però nell’orbita del pallone: diventa infatti commentatore sportivo per Aragón Televisión nel programma “Directo Fútbol“. Nel 2009 decide di dedicarsi ad altro, avvicinandosi nuovamente a un campo di calcio: il 27 aprile 2009 diviene viceallenatore del Getafe, dove lavora con l’ex allenatore della cantera del Real Madrid, Michel, con l’obiettivo, poi raggiunto, di evitare la retrocessione. L’anno successivo lascia il club in cerca di una panchina tutta sua, ma questa nuova carriera sarà avida di risultati: nel 2011 diventa direttore della Ciudad Deportiva del Real Saragozza e allenatore del Real Saragozza B, mentre nel 2013 allena il Córdoba. La parentesi spagnola si chiude purtroppo a causa di un lutto: nel dicembre del 2012, infatti, muore il figlio, affetto da una grave malattia. Esnáider torna così in patria, precisamente nella sua città, dove ricopre tutt’oggi la carica di manager del Cadetes de San Martin di Mar del Plata, luogo che gli ha appunto dato i natali.

Nonostante una carriera non proprio eccezionale, ha avuto anche l’onore di vestire la maglia albiceleste per ben tre volte. Non era un brocco, non era l’ultimo arrivato, ma a Torino non ha lasciato un buon ricordo, beccandosi a pieno merito il titolo di “bidone”. Certi matrimoni, semplicemente, non s’hanno da fare.

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