“Ibrahim Ba, vecchio giocatore della Nazionale francese”. Così recita la legenda messa da una trasmissione transalpina che racconta la storia del senegalese nato il 12 Novembre del 1973 e trasferitosi da bambino in Francia con la famiglia.
La grande promessa – Grande sprint. Fisico asciutto, esplosività e scatto felino sono nei geni di Ibrahim, presto soprannominato “Ibou“, che inizia a giocare a calcio nelle giovanili del Le Havre, che lo fa esordire nel calcio che conta a soli 19 anni. Nell’arco di cinque anni, Ibou riesce a bruciare diversi avversari sulla fascia destra, arrivando a conquistarsi il posto da titolare fisso per poi attirare su di sè gli occhi di diverse squadre europee. Nella stagione 1996/97 passa quindi in una delle squadre più importanti del calcio transalpino, il Bordeaux, dove gioca stabilmente ed inizia a farsi notare anche per un’insolita capigliatura bionda che un po’ “fa a pugni” con la sua apparenza fisica, e che l’acconciatore Aldo Coppola commenta così: “Se dovessi assegnare un Oscar alla miglior testa sceglierei quella di Ibrahim Ba. Il centrocampista del Milan e’ superbo nella sua eleganza“.
Il 22 Gennaio del 1997, comunque, esordisce anche con la Nazionale francese in amichevole contro il Portogallo, segnando addirittura la sua prima rete. Vi resterà solo per un anno solare e vi disputerà solo amichevoli, collezionando otto presenze e due reti.
Il Beckham rossonero – “Non ho paura di andare al Milan. Mi hanno offerto la possibilita’ di giocare in una grande squadra e al fianco di grandi campioni. Stara’ a me dimostrare che ho il talento per poterne far parte. Affrontare le difficolta’ non mi crea alcun problema, ci sono abituato“. La capigliatura ossigenata del buon Ibrahim sbarca in Italia nella stagione 1997/98 nientemeno che al Milan campione d’Italia, che è convinto di aver fatto un brande colpo. Grande sprint. I giornali lo soprannominano “il Beckham rossonero“, mentre a seguito delle partite di precampionato Fabio Capello dichiara di voler puntare forte su di lui. L’inizio, in effetti, è promettente. I campi caldi dell’Italia sembrano favorire i suoi scatti, i cross arrivano in quantità industriale ed all’esordio segna anche una rete. Proprio come con la Nazionale. Il presidente Berlusconi dice di lui: “Questo Ba e’ il nostro beaujolais nouveau: frizzante, spumeggiante, ma anche molto tecnico“, ricevendo la pronta risposta del “mattacchione” (così lo chiama Christophe Dugarry): “Non bevo vino, ma mi fido di cio’ che dice il Presidente. Lui se ne intende…“.
Le simpatie sono tutte per lo stravagante ed esibizionista ragazzo, che però viene invischiato nella pessima stagione dei rossoneri che chioudono al decimo posto, perdendo così anche la Nazionale ed iniziando a perdersi nei meandri della nebbia milanese. Alterna cose buone ad errori madornali, ed il Milan non è più disposto ad aspettarlo. tanto più che Zaccheroni dall’Udinese ha portato Helveg, fedelissimo che nel 3-4-3 occupa la fascia destra.
Il volto imbronciato dice tutto. Nel 1999 passa in prestito al Perugia. La musica è sempre la stessa: grande sprint, ma perdita subito dopo. Gioca infatti bene nelle prime apparizioni, per poi scemare gradualmente. Certo, a parte l’esordio: Ibou è infatti il primo giocatore del campionato italiano a farsi squalificare per quattro giornate a seguito della prova televisiva dopo aver rifilato una testata al giocatore del Cagliari Fabio Macellari. Inizialmente ba cerca di giustificarsi, ma poi dice di non essere andato in umbria per fare il puglie, bensì il calciatore. Cosa che non riesce però più a fare a lungo: il suo “sprint” convince all’inizio, ma alla lunga dà poche garanzie. Ecco perchè torna due volte a Milano, passa per un breve periodo all’Olympique Marsiglia, al Caikun Rizespor e al Djugarden.
Il portafortuna – Una cosa però bisogna ammetterla: Ibou è simpatico. o almeno, così dicono. Al Milan manca un personaggio come lui, ma soprattutto si scopre una cosa fondamentale: che porta una fortuna sfacciata. E’ infatti presente alla finale di Atene in cui il Milan vince la Champions League e a Yokohama, e i rossoneri decidono di metterlo sotto contratto (stipendio di 200mila Euro). “Perchè ho convocato Ibou? Perchè mi è simpatico” rivela Ancelotti a seguito di una gara. Nulla da dire. Per tre anni va avanti a portare fortuna al Milan che diventa una delle squadre più forti del mondo. Si ritira solo nel 2008, all’età di 35 anni.
Oggi Ibrahim è ancora un personaggio tra i milanesi, che ancora ricordano con simpatia la frase “Alcuni mi hanno detto che se dovessi avere dei problemi al Milan potrei fare l’indossatore. Ma sono sicuro che erano dei tifosi dell’Inter“. Si allena ogni tanto con il Milan, ogni tanto con il Varese. Ma soprattutto, gioca ancora a calcetto con l’amico Vieri, che come media voto gli ha assegnato più volte un bel 4 in pagella. Tuttavia, siam sicuri che abbia sempre portato fortuna alla sua squadra.
Grande spint. Grande fortuna.