Che fine ha fatto? Julio Ricardo Cruz, quando la testa si impone sui piedi

Dentro un mondo vanitoso, in cui l’unico scopo è primeggiare, ha vissuto un calciatore che ha fatto innamorare i suoi tifosi grazie alla sua immensa umiltà: Julio Ricardo Cruz. Passato alla storia come “El Jardinero” (Il giardiniere), Cruz è uno degli ultimi baluardi contro l’avanzata del calcio moderno. Mai un gesto volgare, mai una parola di troppo…soltanto silenzio e pedalare. Ha dovuto pedalare tanto “El Jardinero”, partendo dall’altra parte del mondo, dall’Argentina, è riuscito ad incantare la “Scala del Calcio”, non grazie a colpi volanti, rabone e doppi passi, ma grazie al suo essere semplicemente Cruz.

imagesJulio nasce a Santiago del Estero (Argentina) il 10 Ottobre 1974. L’Argentina in quegli anni si trova in una situazione drammatica, a causa della forte instabilità politica, che porterà all’instaurarsi della dittatura nel 1976., con gravi problemi come disoccupazione e povertà. Qui Julio decide di prendere la sua bicicletta ed iniziare a pedalare verso una destinazione ignota purchè lontana…verso l’Europa.

Dopo aver fatto le giovanili nel Banfield esordisce in prima squadra e si conquista le attenzioni dei “Millionarios” del River Plate, squadra con cui debutta nella stagione 1996-97 collezionando 65 presenze e 16 gol. Nel 1997 arriva la chiamata dell’Europa, più precisamente dai Paesi Bassi, dal Feyernoord. A Rotterdam, la città famosa per il suo porto, approdano Cruz e tutti i sogni e le paure che un ragazzo argentino di 23 anni può avere, in quella terra cosi diversa dalla sua natìa. El Jardinero però non sa ancora che grazie alla sua forza mentale prima che tecnica riuscirà a sorprendere tutti, e realizzerà tutti i suoi sogni. Con il Feyenoord Cruz totalizza 86 presenze e 44 gol vincendo un campionato olandese e una Supercoppa. La definitiva consacrazione di Julio avverrà però nel campionato italiano:prima con il Bologna, poi con l’Inter e infine, seppur in fase calante, con la Lazio. Al Bologna Cruz colleziona 30 gol in 98 partite, convincendo Facchetti che quel ragazzo partito da molto lontano merita una chance, una di quelle che cambia la vita di un atleta.

cruzNell’Agosto del 2003 Julio Ricardo Cruz arriva a Milano, sponda Inter. La determinazione e l’umiltà,  prima ancora dei piedi, hanno permesso a quel ragazzo che si divertiva a tagliare l’erba nel campo di allenamento del Banfield di approdare a San Siro.Il 17 settembre 2003 sigla il primo gol con la maglia neroazzurra, un gol che rimarrà nella storia: la marcatura dell’argentino è la prima dei tre gol con cui l’Inter diventa, grazie al tre a zero sull’Arsenal, la prima squadra italiana ad espugnare uno dei templi sacri del calcio,Higbury. Cruz entrerà ancora nella storia dell’Inter l’11 Marzo 2007, quando 11 secondi dopo il suo ingresso in campo segnerà il gol del pareggio contro il Milan.

”Entra e segna” questa può essere la frase che riassume la parentesi neroazzurra di Cruz.Avendo davanti nelle gerarchie calciatori come Vieri, Ibrahimovic, Balotelli, imporsi diventa davvero dura, ma grazie alla sua capacità di farsi trovare pronto a gare in corso Cruz è diventato  un beniamino del tifo neroazzurro. Con l’Inter segnerà 49 gol in 129 presenze, vincendo scudetti, Coppe Italia e Supercoppe. La sua parentesi italiana si chiuderà alla Lazio, con cui totalizza 25 presenze e 4 gol, terminando la sua carriera a 36 anni,il 22 maggio 2010, il giorno della conquista del triplete da parte dell’Inter. Il destino ha voluto che il giardiniere decidesse di posare la sua bicicletta il giorno in cui la squadra che lo ha fatto diventare grande ,scrivesse un capitolo indimenticabile della propria storia e del calcio italiano.

Giuseppe Tranchina

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