Che fine ha fatto….? Mendieta, il “fenomeno” basco

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Gaizka Zabala Mendieta: orgoglio basco, tecnica spagnola, costo stellare. Con questo si può riassumere in breve la persona e la carriera del centrocampista spagnolo, uno che è passato in fretta dalle stelle alle stalle.

Appassionato di musica rock (in particolare Lou Reed e i Doors) e amante della cultura inglese, il basco ha sempre dichiarato di non essere proprio nato un campione, tant’è che dai 14 ai 16 si dedica all’atletica, infrangendo il record dei 2000 metri che era in piedi da ben quindici anni. Per fortuna del calcio, decide poi di tirare calci al pallone nel Castellòn.

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Capitano nel Valencia dei miracoli – Non ci vuole molto perchè il Valencia noti il giovane Gaizka. Poco ci vuole anche affinchè si imponga come capitano in una delle squadre più forti d’Europa: il Valencia di Hector Cùper, che raccoglie gloria in patria e in Europa, arrivando a disputare due finali consegutive di Coppa dei Campioni (nella stagione 1999/2000 contro il Real Madrid e quella successiva contro il Bayern Monaco). Entrambe perse, ma gli aggettivi sul capitano del Valencia si sprecano. La giornalista Licia Granello lo definisce “nettamente superiore al dirimpettaio Guardiola“, Trapattoni afferma che ha “una qualità fuori dal comune“, la UEFA lo premia come “miglior giocatore della Champions League“. A quel punto, tutti lo vogliono. Real Madrid, Barcellona, le milanesi. Ad aggiudicarselo, però, è la Lazio.

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Il sostituto di Nedved – A Roma, nella stagione 2001/02, l’atmosfera è rovente. La Lazio si è vista scucire lo scudetto dalle maglie da parte degli odiati cugini della Roma, mentre sono stati ceduti giocatori del calibro di Alessandro Nesta, Juan Sebastiàn Veròn e, soprattutto, Pavel Nedved. Cragnotti, che vuole placare i tifosi e tornare a vincere, decide di spendere la cifra record per lui: 89 miliardi di vecchie Lire agli spagnoli, 8 a stagione al giocatore. I tifosi si placano. Ha la stessa capigliatura di Nedved. Prende la sua vecchia villa. Capello, però, si permette persino di dire che “è un altro Nedved, con spiccate doti offensive ma con più attenzione alla fase difensiva“.

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Il flop italiano e la cessione – Lo scudetto, però, lo vince la Juventus dell’originale Pavel Nedved. Non la Lazio. Mendieta fatica sin da subito, chiedendo tempo e dichiarando: “Ho bisogno di tempo. Non è facile adattarsi ad una realtà completamente diversa, cambiare gioco, vita, abitudini. Non ci vorrà molto per vedere il vero Mendieta“. Ma il tempo passa, e dopo essere stato annullato da Fabio Gatti (con tutto il rispetto per l’ottimo centrocampista di Passignano sul Trasimeno) nella sfida contro il Perugia, il famoso tifoso laziale Pino Insegno chiede, ironicamente, se a Roma fosse stato inviato il fratello del giocatore visto in Spagna. Mendieta continua a cercare di consolare i tifosi, ma soprattutto a cercare sè stesso, con dichiarazioni tipo: “La Lazio per me è una sfida. E io voglio vincerla“. La perde, salvo dichiarare contraddittoriamente qualche mese dopo che se la trattativa con l’Athletic Bilbao è saltata, non è certo colpa sua. Il bottino di Mendieta con la maglia biancoceleste ammonta a 20, coronate da 0 gol. Nel frattempo per la Lazio arriva il crack Cirio, e i conseguenti guai economici. Essendoci una clausola anti-cessione al Real Madrid, per liberarsi dell’ingaggio la squadra capitolina decide di mandarlo in prestito al Barcellona, che non lo riscatta, e lo cede poi al Middlesbrough.

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Finalmente la passione inglese – A Middlesbrough non fa una brutta figura, vince anche un FA Cup, ma del campionissimo visto in terra spagnola rimane solo il ricordo. Tuttavia, l’amante della cultura brittannica, si trova a suo agio con lo stile di vita, non chiede tempo, impara la lingua. A Valencia, spesso la sera sgattaiolava nel negozio di dischi di un amico, badando bene a non farsi riconoscere, e provava l’ebrezza di scegliere la musica. In Inghilterra, inizia a pensarci seriamente. Gioca dal 2003 al 2008, anno in cui si ritira, e si dedica a ciò che ha sempre sognato: essere un DJ.

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Oggi Mendieta vive con la propria famiglia a Yarm, cittadina alle porte di Middlesbrough, e si diletta a fare il DJ nei locali. Ecco quanto ha dichiarato in un’intervista al Daily Mail: “Non ho mai una scaletta già decisa. Prendo una scatola di vinili e metto su le prime canzoni. Tasto l’umore della gente e poi decido cosa inserire. Quando si è in campo si dispone di una frazione di secondo per decidere un passaggio e qui, da dj, è un po’ la stessa cosa”. Il suo nome? Semplicemente DJ Mendieta.

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