Che fine ha fatto? Milos Krasic, la furia serba che non capiva Conte

Chi non ricorda Milos Krasic? Il biondo esterno serbo arrivato a furor di popolo in bianconero e del quale ora si sono completamente perse le tracce, milita attualmente nel Lechia Danzica, nel campionato polacco. Un’involuzione abbastanza eclatante per un giocatore che, dopo aver vissuto stagioni importanti in Russia con il Cska Mosca, è approdato alla Juventus con l’approvazione in coro di tifosi e addetti ai lavori.

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La freccia serba, così ribattezzata dai sostenitori bianconeri per la somiglianza, soltanto fisica, con Pavel Nedved, per via della bionda chioma, inizia la sua carriera in Serbia, nel Vujvodina, del quale diventa presto capitano e si fa notare mettendo a segno in quattro stagioni 7 reti. Il serbo classe ’84 è un esterno destro di centrocampo, un ala vecchio stile che fa della velocità il suo punto di forza, il Cska Mosca ben presto lo nota e lo porta in Russia, con i moscoviti vince subito due campionati, due Coppe di Russia, tre Supercoppe russe e, soprattutto, la Coppa Uefa 2005, il primo trofeo internazionale di un club russo. Il centrocampista resta in Russia sei stagioni, venendo eletto miglior calciatore serbo dell’anno nel 2009 e vincendo ancora due Coppe di Russia e altrettante Supercoppe. Nel 2010 attira le attenzioni di diverse squadre europee, a spuntarla è la Juventus di Del Neri, il tecnico, appena arrivato dalla Sampdoria, chiede esterni per il suo 4-4-2, e chi miglior interprete se non il serbo?

Per 15 milioni di euro a fine mercato i bianconeri si aggiudicano il suo cartellino, lui sceglie la maglia numero 27 e inizia a correre su e giù sulla fascia destra, a partire dal debutto nella sorprendente sconfitta contro il Bari nella prima di campionato. Lascia subito il segno alla seconda, nel 3-3 interno con la Sampdoria, servendo un assist, ripetendosi nel 4-0 all’Udinese con altri due assist. Il primo centro in bianconero arriva contro il Cagliari, nel match vinto 4-2, il biondo centrocampista fa esplodere l’Olimpico con una tripletta, trovando ancora il gol nel pari in Europa League con il Salisburgo.

C_3_Media_1185766_immagine_oleftGol, assist, sgroppate sulla fascia, la Serie A ha trovato un nuovo protagonista e le copertine sono tutte per lui, nel bene ma anche nel male, come nello 0-0 del Dall’Ara con il Bologna, nel quale il 27 bianconero si procura un rigore, poi sbagliato da Iaquinta, che viene ritenuto simulazione, beccandosi due giornate di squalifica. Nonostante un leggero infortunio, che lo tiene out alcuni giorni, il serbo torna carico in campo, trovando il gol nel 2-0 al Genoa e risultando decisivo nella vittoria contro la Lazio, trovando il gol negli ultimi secondi di recupero. Pedina imprescindibile della zoppicante Juventus di Del Neri, l’ex Cska trova ancora il gol, questa volta in Coppa Italia contro il Catania, divenendo il vero trascinatore dei bianconeri dopo l’infortunio di Fabio Quagliarella. L’ultimo gol stagionale arriva nel 2-1 al Brescia, concludendo la stagione con 9 reti totali tra campionato e coppe, che non bastano però ai bianconeri per raggiungere l’Europa, piazzandosi settimi per il secondo anno consecutivo.

Con l’arrivo di Antonio Conte sulla panchina il serbo viene ritenuto una delle pedine fondamentali nel nuovo 4-2-4 che intende mettere all’opera il tecnico salentino, ma già dalla preparazione estiva il giocatore mostra dei problemi con i carichi di lavoro del nuovo allenatore, mostrando una condizione deficitaria che lo tiene in panchina nelle prime gare stagionali.

4_6bd6a8b6 conte-krasic_lastampa5La scarsa attitudine agli schemi del tecnico viene mostrata già dalla seconda giornata contro il Siena, in un siparietto a bordo campo durante il quale l’allenatore gli da delle indicazioni che lui mostra di non capire, risultando poco incisivo in campo e ripetendo opache prestazioni nelle successive gare, trovando il gol soltanto nell’1-1 di Catania, con la complicità del portiere etneo Andujar. Il passaggio al 4-3-3 riduce drasticamente lo spazio del numero 27, che nelle rare occasioni in cui scende in campo mostra confusione tattica e scarsa attitudine ai ripiegamenti difensivi, finendo per incartarsi spesso con la stessa giocata e favorendo i recuperi avversari, collezionando a fine stagione soltanto 9 presenze e conquistando lo Scudetto con i bianconeri. A fine stagione la società, d’accordo con l’allenatore, lo mette sul mercato, il serbo passa così da uomo simbolo ad esubero, ad acquistarlo è il Fenerbache che lo porta in Turchia per 7 milioni.

images (1)L’avventura turca non inizia nel migliore dei modi, subendo subito un infortunio e non riuscendo a rendere, una volta rientrato in campo, secondo le attese. Dopo 21 presenze ed un gol nel 2013 fa nuovamente le valigie, questa volta verso la Francia, venendo prestato al Bastia, con il quale collezionerà soltanto 18 presenze e 2 gol,  tornando per fine prestito al Fenerbache.

Da uomo mercato a desaparecido il passo è breve, così l’ex bianconero trascorre la stagione 2014/15 da separato in casa, finendo fuori rosa ed allenandosi con le riserve della squadra turca.

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Svincolato, nel mercato estivo 2015 si accorda con la società polacca del Lechia Danzica per un biennale, racimolando 23 presenze e 4 gol, aumentando il minutaggio la stagione successiva, collezionando ben 34 presenze e due reti.

Milos è sempre andato veloce, forse fin troppo, terminando troppo presto una carriera ad alti livelli che sembrava poterlo vedere protagonista su ben altri palcoscenici.

2 Risposte a “Che fine ha fatto? Milos Krasic, la furia serba che non capiva Conte”

    1. Si, nell’articolo non era riportato perchè era precedente al suo trasferimento al Lechia Danzica, ora abbiamo provveduto ad aggiornarlo 😉

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