Che fine ha fatto? Joaquin Larrivey, il nuovo Batistuta ma solo per i capelli lunghi

Uno dei tanti argentini che girano, girano ma concludono poco. Dalla polvere argentina ai grattacieli giapponesi, dal mare sardo all’ oceano iberico. Possiamo dire e affermare che Larrivey ne ha viste di tutte i colori. Fra i tanti personaggi che sono entrati nel mondo del nostro calcio, lui è uno dei più curiosi e sorprendenti. Entrato sempre in Serie A dalla porta principale se ne è sempre andato, in silenzio, senza disturbare, dall’uscita di emergenza, quella che pochi vedono e pochi conoscono.

Gualeguay. Argentina. Neanche quaranta mila anime popolano questa cittadina che nel 1783 fu fondata da Tomas de Rocamora. Siamo a stretto contatto con i vicini di casa: gli uruguagi. Duecentouno anni dopo, fra queste pianure, vede la luce Joaquin Oscar Larrivey. E’ fine agosto, l’inverno argentino sta per terminare e presto gli uccellini torneranno a cantare. Intanto il piccolo Joaquin, insieme alla sua famiglia si trasferisce nella capitale argentina, ricca di risorse, opportunità e quindi posti di lavoro. A Buenos Aires c’è anche una grandissima cultura calcistica (come in tutta l’Argentina). Inutile elencare i club presenti nella capitale. Come ogni ragazzino che si rispetti a Joaquin la palla di cuoio piace e neanche poco. Gli piace tanto anche segnare come fa un’altro argentino dall’altra parte del mondo che indossa una maglia viola col nove sulle spalle, tal Gabriel Omar Batistuta. Joaquin lo ammira, lo imita, ma gli somiglia anche fisicamente. Joaquin infatti non è il classico bimbo argentino di pochi centimetri oltre il metro e sessanta. A venti anni, dopo aver fatto le giovanili, entra nella prima squadra dell’Huracan. Cresce e in poco tempo diviene una pedina importante del reparto offensivo del club argentino. Come tutti i giovani argentini ambisce al calcio europeo e qualcosa inizia a muoversi. Arrivano varie richieste ma quella che più stuzzica Joaquin, arriva direttamente dalla Sardegna.

Il Cagliari infatti ha messo gli occhi sul giovane argentino, prima dell’inizio del campionato, sorge però qualche problema relativo al suo transfer. Il tutto si sistemerà una settimana dopo e Joaquin potrà finalmente esordire in Serie A. La prima stagione italiana non sarà del tutto positiva. La concorrenza in attacco è alta e anche i diversi cambi in panchina non facilitano le cose per un ragazzo proveniente da un’ambiente totalmente diverso. Il primo gol italiano arriverà solamente il 18 maggio 2008, ultima di campionato, al Sant’Elia contro la Reggina. Un sinistro sul primo palo che non lascia scampo a Campagnolo. Il match terminerà due a due. In estate non arrivano offerte ma già a Gennaio, dopo poche partite e un solo gol (alla prima giornata) Larrivey decide di tornare in patria, al Velez, per avere più opportunità di giocare, quindi di migliorare e magari di riprendersi l’Europa. Esordisce in Argentina con un gol decisivo che regala i tre punti al Velez, in una mischia a mezz’ora dal termine. Dopo aver nuovamente deluso le aspettative (soltanto 3 gol) e aver vinto il Clausura del 2009, Larrivey torna in Sardegna. Dimostra ancora una volta che poco è cambiato: tre reti in ventisette partite nel campionato 2009/10.

In estate si gioca ma non si conclude l’amichevole col Bastia. Tra Corsica e Sardegna non scorre buon sangue e la partita lo dimostra. Dopo molte pedate non al pallone, Larrivey interviene in difesa di un suo compagno. La garra argentina si è appena accesa, gli animi si infuocano e parte una vera e propria rissa. Il giudice sportivo squalifica Larrivey per una giornata e inoltre dovrà pagare una multa di diecimila euro. Qualche settimana dopo, il Colon annuncia il suo arrivo (in prestito). Larrivey dichiara di esser felice di aver lasciato il calcio italiano, ma il problema non sembra esser il campionato, bensì lui stesso. Anche al Colon la media dei gol è bassa (un gol ogni cinque partite per un totale di quattro a fine stagione) e il club rispedisce Joaquin da dove è venuto, senza grossi rimpianti. La stagione 2011-2012 vede in lui un netto miglioramento sia dal punto di vista realizzativo, che a livello di prestazioni. Joaquin a 27 anni è maturato, segna contro il Novara, Inter e addirittura una memorabile tripletta a Napoli dove il Cagliari perderà il match con un tennistico 6-3. Saranno dieci a gol a fine stagione, sette in campionato. La stagione seguente parte male, sbaglia un rigore nel match casalingo con l’Atalanta. Sau, Pinilla, Ibarbo, Nenè e Ribeiro non permettono a Larrivey di esprimersi e nel novembre 2012 rescinde il contratto coi sardi. Nel dicembre dello stesso anno, l’Atlante si fa avanti per lui, offrendogli un contratto annuale. Ma la gioia dei gol dura solo quattro minuti, ovvero il tempo di fare due reti per poi pian piano sparire dal campo, alla fine saranno 14 presenze e due reti. Cambiano i Paesi, i campionati, le maglie ed i compagni di squadra, ma Larrivey sembra confermarsi un attaccante con una bassa media realizzativa. Poi la Spagna cambierà molte cose.

Ad agosto 2013 il neopromosso Rayo Vallecano cerca una punta e si affida a Joaquin, carico come una molla, pronto a riprendersi il calcio europeo a ventinove anni. Le cose vanno molto meglio, il Rayo non è una big ma i dodici gol di Larrivey permettono al club di Valleca di rimanere in Liga. La stagione seguente si trasferisce in Galizia per giocare nel Celta di Vigo, ed anche qui le cose andranno alla grande. Segna all’esordio contro il Getafe nel match vinto per tre a uno, poi il primo novembre accade però qualcosa di inimmaginabile. Davanti al Celta, Messi, Suarez, Neymar e tanti altri super campioni. Come da previsioni è assalto alla porta galiziana: Messi & Co. non riescono a segnare in diverse occasioni. Il Celta sbuca dal e un magico tacco di Nolito mette Larrivey davanti a Bravo. Il piattone destro dell’argentino non perdona i catalani e si va sul pazzesco risultato di zero a uno. Il match terminerà così. Il punto più alto di una carriera, ma non sarà un fuoco di paglia, perchè, smaltita l’euforia, la stagione va avanti e Larrivey continua a segnare reti importanti. A fine stagione saranno ancora una volta dodici reti.

Larrivey esulta, un suo gol stende il Barcellona

Proprio sul più bello di una carriera che finalmente trova il giusto riconoscimento nella Liga spagnola, Larrivey a trentun’anni decide di firmare un contratto ricco andando a giocare così negli Emirati Arabi, al Baniyas. Dopo 18 reti in due anni e tanti soldi versati sul suo conto, si accorge che in Giappone ancora non ci aveva messo piede e decide di farlo, andando a giocare in Serie B nipponica, nel JEF United. In Italia viene ricordato più per le promesse non mantenute che per i gol. Spesso fuori dagli schemi, potrà comunque dire un giorno di aver battuto il Barcellona grazie ad un suo gol, dove il suo idolo Bati strappò solo un pari in Catalogna .

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