Football Stories: Diego Milito, il Principe del Triplete

Allora è vero. I Principi senza corona esistono eccome. Girano in sella ad un cavallo bianco in cerca di qualche sfortunata, bellissima donna da salvare. Hanno gli stivaletti e la spada sempre con sè ma non iniziano mai un combattimento se non c’è avversario che li provochi. Questa è la figura di principe. Ma se vi dicessero che gli argentini per principe intendono qualcos’altro? Se vi capitasse di parlare con un argentino, magari davanti ad un bel mate, sicuramente parlerete di Buenos Aires, di Tango, ma soprattutto di futebol. Gli attori principali dunque saranno Maradona e Messi. Ma se voleste fare gli originali e sorprendere il vostro compagno di chiacchiere argentino sussurategli questa parola: prinsipeLa reazione sarà quasi sicuramente un sorriso ed un sospiro mentre con la mente viaggia nei ricordi. Il principe in questione che si parli di quello “originale” o di quello più “recente” indossa comunque sia le scarpe da calcio, porta sempre con sè il fiuto del gol ed è sempre in cerca di una rete da gonfiare, di un prato su cui correre e di una tifoseria con cui esultare.

Il primo principe su un campo di calcio porta il nome di Enzo Franscescoli, uruguagio di Montevideo con una carriera passata fra River Plate e Italia passando anche per Marsiglia. Invece il Principe più recente ha storia tutt’altro diversa. Diego e Gabriel sono due fratelli nativi di Bernal, una cittadina nella provincia di Buenos Aire, facente parte del dipartimento di Quilmes.

Come moltissimi argentini, la famiglia Milito ha origini italiane, precisamente calabresi e vista la crisi che colpì lo stivale si imbarcarono per l’Argentina. Chi sbarca più a sud, chi sbarca più a nord, ad oggi il continente americano conta moltissime famiglie con origini italiane. A Diego e Gabriel si aggiunge anche la sorella Natalia.

Diego, nato il 12 giugno 1979 è un ragazzino magro, sveglio e con un bel casco di capelli neri che lo differenziano alla perfezione da Gabi, essendo lui ricciolo. I due fratelli passano molto tempo insieme e condividono spesso un passa tempo che in Argentina va di moda: il calcio. Passano ore a scambiarsi la palla e quando tutto il vialetto pullula di bambini, iniziano partite maratonistiche.

Quando si fanno le squadre i due fratellini giocano sempre contro per non far mai le squadre squilibrate e sono sempre i primi ad esser scelti, Diego però non si rende forse conto di esser veramente bravo coi piedi e durante il periodo degli studi il Racing de Avellaneda bussa alla sua porta. Il fratello Gabriel è ormai parecchi mesi che gioca per l’Independiente, la squadra arcirivale proprio del Racing. Diego quindi abbandona temporaneamete gli studi per iniziare questa nuova esperienza calcistica, non sapendo che il suo grandioso talento e la sua fame per il gol lo costringeranno ad abbandonare per sempre gli studi.

Diego e Gabriel, fratelli e rivali nel derby di Avellaneda
Diego e Gabriel, fratelli e rivali nel derby di Avellaneda

Inizialmente Diego fa la riserva ma con l’arrivo nel 2001 di Reinaldo Merlo,Milito non abbandonerà mai il campo da gioco. Vince da protagonista il torneo di Apertura del 2001, guadagnandosi le attenzioni dei due colossi che comandano in Argentina. Anche in Europa s’inizia a parlare di lui come prossimo craque che sbarcherà presto in Europa. Intanto il fratello Gabi, dopo un brutto infortunio è in procinto di passare al Real Madrid. Tutto è pronto, mancano solo le visite mediche. Proprio le visite fanno saltare il trasferimento al Bernabeu, che evidenziano come Milito non sia del tutto guarito dall’infortunio al ginocchio. Poco importa perchè Gabi passerà nel giro di qualche giorno al Real Saragozza. Nell’inverno del 2004 tocca a Diego abbandonare l’Argentina e sbarca a Genova, sponda grifone. Nei primi sei mesi genovesi dimostra un gran fiuto per il gol e molti iniziano già a parlare di lui come un possibile nuovo bomber per il Grifone. Ma è nella stagione seguente che Milito si afferma prepotentemente, segnando 21 reti in 39 gare. Ma il Genoa viene retrocesso in Serie C1 dalla giustizia sportiva e dunque Milito viene ceduto in prestito al Real Saragozza. Sì, proprio dove gioca il fratello Gabriel, ormai ben rodato negli schemi di Victor Munoz ex Barcellona e Sampdoria.

I due fratelli Milito giocheranno spesso titolari ma la partenza per il Saragozza non è delle migliori, dato che la prima vittoria arriva soltanto alla quarta giornata di Liga nel derby contro l’Osasuna. Il campionato poi si rimetterà presto in piedi e il Real Saragozza raggiungerà la posizione numero undici in campionato, grazie ai 16 pareggi ma soprattutto grazie ai 15 gol di Diego piazzandosi alla spalle di Eto’o, Villa e Ronaldinho e sopra a Ronaldo Luis Nazario da Lima. Diego rimarrà un altra stagione in Spagna come previsto nel contratto ovvero prestito biennale con diritto di riscatto. Come da previsione Milito si consacra come attaccante di primo livello seppur non giocando nella miglior squadra della Liga. Ai nastri di partenza la favorita al titolo è il Real Madrid e grazie ad uno strepitoso Ruud Van Nistelrooy autore di 25 reti, il titolo torna a Madrid, il trentesimo per i blancos. Subito dietro l’ olandese però, si piazza proprio Milito che con 23 reti è riuscito a portare il Real Saragozza a giocarsi un posto per la Coppa Uefa.

I fratelli Milito con la maglia del Real Saragozza
I fratelli Milito con la maglia del Real Saragozza

La settima posizione e la grande esplosione dell’argentino convincono i dirigenti spagnoli a riscattare Milito, ormai elemento indispensabile per la squadra di Victor Fernandez, subentrato a Munoz proprio nell’estate del Mondiale tedesco. La stagione seguente sarà una totale sofferenza per la compagine spagnola. L’avventura in Coppa Uefa si ferma al primo turno contro i greci dell’ Aris Salonicco, nel frattempo Gabriel è passato al Barcellona e in difesa manca un vero baluardo che comandi il reparto e cacci fuori un pò di sana garra argentina. La squadra risente pesantemente dell’ eliminazione in Coppa Uefa e appare lontana parente di quella che ha ben figurato nella stagioni precedenti. Le 15 reti di Milito, le giocate di Aimar e Ricardo Oliveira, non bastano al club per mantenersi in Liga e per un solo punto (ben 42) retrocedono in Segunda e da lì a pochi mesi, molti calciatori, tra cui Milito, abbandoneranno il club.

Il Genoa coglie al volo l’occasione e riporta in Liguria Milito, ormai formato sia come calciatore che come uomo. Al bomber di Bernal bastano 31 partite di campionato per dimostrare di meritare una grande. Intanto entra nel cuore dei tifosi rossoblu perchè in due derby segna ben 4 reti decisive: una rete la segna il 7 dicembre 2008 in un Marassi colorato di azzurro e bianco. Al ritorno ne segna invece 3, portandosi a casa il pallone ed una grande emozione che difficilmente dimenticherà, anche perchè sarà il primo calciatore a segnare 3 reti nel derby della Lanterna. Al termine della stagione saranno 24 i centri, che gli varranno il secondo posto dietro Ibrahimovic come miglior marcatore del campionato.

Tripeltta nel derby di Genova, mai nessuno vi era riuscito prima del Principe
Tripletta nel derby di Genova, mai nessuno vi era riuscito prima del Principe

Ibra decide però in qualche modo il futuro dell’ argentino: il Barcellona vuole lo svedese a tutti i costi e Raiola conclude in poche settimane un faraonico trasferimento, che porterà alla corte di Mourinho 75 milioni di euro ma soprattutto Samuel Eto’o ormai messo in disparte da Guardiola. Con quei soldi i nerazzurri scriveranno la strada verso il Triplete, portando a casa Diego, Lucio, Motta e Sneijder. Dopo il deludente pareggio col Bari a San Siro, alla seconda giornata va in scena il derby, che si rivelerà a senso unico. In 45 minuti i nerazzurri ne infilano tre al Milan grazie a Motta, Milito e Maicon. Diego come previsto, risulta enormemente utile agli schemi di Mourinho e grazie anche ad una grandiosa intesa con Sneijder e Eto’o l’Inter arriverà a giocarsi lo scudetto fino alle ultime giornate con la Roma. La doppietta di Pazzini e il gol a Siena di Milito consegnano ai nerazzurri lo Scudetto. Ma non è certo finita qui. Il 5 maggio 2010 si sfidano a Roma, le due protagoniste del campionato e i milanesi hanno la meglio sui romani grazie ancora una volta ad un gol magnifico di Milito. Anche la Coppa Italia ha i colori nerazzurri ma c’è anche la finale di Champions da giocare.

A Milano il 20 aprile arriva a San Siro il Barcellona dei marziani e di Ibrahimovic, pronti a disintegrare la formazione di Mou. Il gol di Pedro sembra condannare i nerazzurri ma Sneijder, Maicon e ancora Milito ribaltano i catalani e vincono per tre reti a uno, andando al Camp Nou con un buon margine di vantaggio. Il Camp Nou, una settimana dopo, è un pentolone che bolle, che urla e che sventola i colori del Barça, ma il gol di Piquè non basta al Barça e l’Inter va dritta dritta a giocarsi la finale di Madrid. Al Bernabeu detta legge la squadra di Milito che ancora una volta non sbaglia e si dimostra indispensabile. Al minuto 34 Sneijder gli offre una palla meravigliosa e Milito traffigge Butt in uscita. Nella ripresa è ancora Milito a raddoppiare per i nerazzurri con una sontuosa finta che manda al bar Van Buyten e batte ancora una volta Butt. La palla si insacca diagonalmente all’angolino. Milito corre, urla e muove le braccia, come segno di liberazione e di vittoria: nelle tre gare più importanti della stagione saranno ben 4 le sue reti.

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22 Maggio 2010: la doppietta di Milito regala la Champions all’Inter


Dopo aver vinto tutto e portato a termine la missione più importante, Mou andrà al Real Madrid mentre a Milano arriva Benitez, lo spagnolo però non arriva neanche al giro di boa e alla diciottesima giornata arriva Leonardo, criticato dalla parte rossonera di Milano. Milito passerà una stagione non esaltante complici anche i numerosi infortuni al flessore. A dicembre l’Inter diventa anche campione del mondo vincendo contro il Mazembe per 0-3. Ma le cose in campionato non vanno come sperato: Milito è spesso fuori per infortunio e il Milan grazie ad Ibracadabra si piazzerà a Maggio proprio davanti ai cugini di ben 6 punti. A fine stagione Moratti decide di affidare la panchina a Gasperini che ben conosce il Principe. Il tecnico ex Genoa però, dura soltanto un mese a Milano. Ranieri viene chiamato in causa ma le cose non vanno comunque meglio per i nerazzurri. Vanno invece meglio per Diego Milito che segna a raffica da ogni posizione ed è spesso decisivo come nella partita contro il Palermo, in cui segna ben 4 reti e quella del primo aprile contro il Genoa, siglando una tripletta. Tripletta che si ripeterà anche il 6 maggio, nel derby di Milano in cui Milito batte per tre reti a due il rossonero Ibrahimovic.

Resterà a Milano altri due anni, senza però brillare particolarmente, complici gli infortuni. Nel giugno del 2014 torna così al suo Racing Avellaneda, che anni prima lo aveva lanciato verso il calcio che conta, quello vero, quello europeo. Nemmeno a dirlo, realizza sei reti pesanti e porta i bianco azzurri alla conquista del titolo argentino. Ad inizio 2016 l’annuncio dell’addio al calcio, che arriva il 21 Maggio contro il Temperley, trovando anche il gol dal dischetto, curiosamente un giorno prima del 22 Maggio, giorno della vittoria della Champions.

Milito portato in festa dai compagni il giorno dell'addio al calcio
Milito portato in festa dai compagni il giorno dell’addio al calcio

In Italia ha lasciato grandi, grandissimi ricordi che i tifosi di Genoa e Inter si porteranno dentro per sempre. Il Principe verrà sempre ricordato come uno dei migliori attaccanti che il nostro paese abbia visto giocare, dando sempre tutto per la maglia che vestiva, senza mai tradirla o trattarla male ma solo come fa un vero argentino, o meglio, un vero principe.

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