Football Stories: Guidolin e il Vicenza dei miracoli

Oggi Francesco Guidolin è conosciuto come il grande allenatore che ha portato per ben due anni consecutivi l’Udinese alle soglie della Champions League, con una squadra rinnovata e privata, annualmente, dei pezzi da novanta.
Ma la squadra friulana è l’ultimo dei tanti piccoli miracoli compiuti dal tecnico veneto, il cui vero capolavoro è quello avvenuto il 29 Maggio 1997, giorno in cui il Vicenza con la vittoria della Coppa Italia, ritorna nel calcio che conta.

Ma facciamo un piccolo passo indietro, al giorno in cui il tecnico veneto viene chiamato alla guida della squadra biancorossa.
È la stagione 1994/95 e Guidolin arriva alla guida della panchina del Vicenza, la squadra disputa il campionato dei cadetti; per lui è un passo indietro, infatti l’anno prima allenava l’Atalanta in Serie A, venendo esonerato dopo 10 giornate a causa di un avvio molto negativo.
Tornando alla stagione 1994/95, Guidolin fa già il primo “miracolo”, infatti la squadra fa un campionato straordinario e si classifica terza alle spalle di Piacenza (71 punti) e Udinese (70 punti), conquistando così la promozione nella massima serie, che a Vicenza mancava da ben 16 Primavere.
La stagione successiva Guidolin è chiamato ad un altra impresa, cioè mantenere la squadra veneta in Serie A. Per aiutare la squadra che ben aveva figurato l’anno precedente nella serie cadetta, arrivano 3 stranieri.
Il primo è l’esperto difensore Joachim Bjorklund, che arriva dal Goteborg, con cui ha vinto tre scudetti in tre anni ed ha partecipato alla fase finale della Champions League 1993/94.
Il secondo è Gustavo Mendez, altro difensore, che arriva dal Montevideo ed è fresco campione del Sudamerica con la sua nazionale.
Infine il terzo è il goleador Marcelo Otero, anche lui fresco vincitore della Copa America, proveniente dal Penarol.
In quella stagione Guidolin e i suoi confermano le loro grandi qualità, infatti non solo si salvano ampiamente ma sfiorano clamorosamente l’Europa. Ma l’obiettivo slitta solo di un anno.

Infatti l’anno successivo la truppa di Guidolin fa una stagione letteralmente fantastica, al di sopra di ogni aspettativa.
In campionato parte a razzo e addirittura assapora a Novembre il gusto di stare in vetta, a vent’anni di distanza dalle gesta del mitico Vicenza di Paolo Rossi.
Tuttavia il sogno in campionato durerà molto poco, infatti la squadra concluderà la stagione all’ottavo posto, ad ogni modo un grande risultato. Ma il sogno vero e proprio i veneti lo vivono in Coppa Italia.
Nella coppa nazionale il Vicenza elimina nei primi due turni la Lucchese e il Genoa e si presenta agli ottavi al cospetto del Milan. Nonostante la forza della squadra rossonera, i veneti superano l’avversario con astuzia, avvalendosi della legge del goal in trasferta.
Infatti all’andata a San Siro i biancorossi strappano un pareggio preziosissimo per 1-1 grazie alla rete di Ambrosetti all’undicesimo minuto, al ritorno Guidolin prepara bene la gara e riesce ad imbrigliare la squadra rossonera sullo 0-0, risultato grazie al quale si aprono le porte delle semifinali.
In semifinale la squadra trova davanti il Bologna dell’ex Ulivieri, a cui era subentrato proprio Guidolin.
All’andata il Vicenza passa in casa di misura grazie alla rete siglata dal bomber genovese Murgito alla fine del primo tempo. Al ritorno, però, la faccenda si fa più complicata, infatti il Bologna annulla la rete di vantaggio dei veneti con il goal di Scapolo riortando tutto in parità, ma a risolvere la questione ci pensa Ceccherini a due minuti dal novantesimo, con il goal che regala il pareggio e lo storico passaggio alla finale per i veneti.

In finale ad attendere la squadra biancorossa c’è il Napoli, che pochi giorni prima aveva esonerato Gigi Simoni, chiamando al suo posto Montefusco. A differenza della formula attuale, all’epoca la finale si disputava in doppio incontro tra andata e ritorno. All’andata il San Paolo è stracolmo di tifosi che sostengono la squadra partenopea per tutti i novanta minuti; il risultato finale è di 1-0 per gli azzurri che, con un goal di Pecchia, ottengono un goal di vantaggio con cui presentarsi al Menti. Al ritorno, l’ambiente è simile, uno stadio stracolmo di tifosi, ma che stavolta sostengono il Vicenza e che risulterà amarissimo per il Napoli. Infatti al 21esimo la truppa di Guidolin annulla il goal di svantaggio, grazie a Gimmy Maini, che con un tap-in ribadisce la palla in rete e porta il match ai tempi supplementari. I 120 minuti sembrano trascorrere inesorabili e la lotteria dei rigori sembra sempre più vicina, ma il minuto magico per la storia biancorossa è il 118esimo. C’è un calcio di punizione a favore del Vicenza, Beghetto tira una sassata che Taglialatela non trattiene e allora arriva Maurizio Rossi, che con un tap-in mette la palla in rete e consegna a 2 minuti dalla fine il trofeo ai biancorossi. Ma la festa non è ancora finita; infatti al 120esimo arriva anche il 3-0, che chiude il match definitivamente e fa venire giù lo stadio pieno come un uovo, a siglarlo è il giovane Iannuzzi. Così dopo il triplice fischio dell’arbitro la Folla del Menti porta in trionfo un squadra, un allenatore e una società, che in quattro anni è passata dalla terza serie alla vittoria in Coppa Italia ed al ritorno in Europa, riportando ancora una volta il Vicenza, dopo quello di Rossi e Fabbrì, nel calcio che conta.

L’avventura europea

Siamo nella stagione 1997/98, la terza stagione della squadra biancorossa in Serie A, e Guidolin e Gasparin sono gli uomini del momento, a tal punto che sono richiestissimi dappertutto per raccontare i segreti del loro successo. La stagione si apre con il botto, infatti in estate la dirigenza compie una campagna acquisti sfavillante: alla corte di Guidolin arrivano giocatori del calibro di Pasquale Luiso, Roberto Baronio, Francesco Coco, Arturo Di Napoli, Lamberto Zauli, Marco Schenardi, Lorenzo Stovini e Massimo Ambrosini. Il campionato inizia in modo tranquillo per la squadra di Guidolin, ma c’è da digerire la pesante sconfitta contro il Pescara in Coppa Italia, che costa l’eliminazione e  lascia l’amaro in bocca alla formazione di Guidolin, campione in carica. Ma le grandi cose la truppa vicentina le riserverà per l’Europa.

Il sorteggio non è molto benevolo per la squadra di Guidolin, qualificata per la Coppa delle Coppe. Infatti nei sedicesimi di finale gli avversari sono i polacchi del Legia Varsavia. Il debutto europeo arriva il 18 Settembre in uno stadio pieno per lo storico momento, i biancorossi chiudono la pratica già nel primo tempo con un secco 2-0 firmato Luiso e Ambrosetti. In terra polacca il Vicenza non ha alcun problema e amministra il vantaggio di due reti, portando a casa un 1-1 prezioso, infatti al goal del vantaggio polacco di Kacprzak risponde a tre minuti dal termine Luiso, che finalizzando un gran contropiede spegne le speranze dei polacchi.

Nel turno successivo i biancorossi affrontano lo Shaktar Donestk, al tempo una squadra mediocre, certamente meno ricca dell’attuale, capace di vincere una Coppa Uefa nel 2008/09. Contro gli ucraini il Vicenza chiude già la pratica all’andata a Donetsk con un secco 3-1, con la doppietta di Luiso, la rete di Beghetto e il goal della bandiera ucraino di Zubov. Naturalmente al ritorno è una formalità al Menti, infatti il Vicenza replica la vittoria dell’andata con  un 2-1 grazie ai goal di Luiso e di Viviani, inframmezzati dal momentaneo pareggio di Atelkin.

Ai quarti la squadra vicentina incrocia gli olandesi del Roda, ma anche questo doppio confronto è una formalità, infatti la squadra olandese viene liquidata con un secco 9-1 totale; nel doppio confronto si mette di nuovo in luce il bomber europeo Luiso che firma tre goal tra andata e ritorno, gli altri che scrivono i propri nomi sul tabellino sono Belotti, Otero, Firmani, Mendez, Ambrosetti e Zauli, invece per gli olandesi il goal della bandiera viene firmato da Peeters.

Così la matricola terribile Vicenza arriva alle porte della Semifinale ad un passo dalla finalissima. Ma il suo percorso stavolta si incrocia con quello di una squadra europea molto quotata, il Chelsea.

L’andata si gioca al Menti il 2 Aprile, tutti gli italiani si fermano per tifare e sostenere il Vicenza dei miracoli, ma dall’altra parte c’è una piccola colonia italiana (Zola, Leboeuf, Di Matteo) capitanata da Vialli, primo allenatore-giocatore a giocarsi una semifinale di una coppa europea. Nonostante la grande differenza tra i due club, i biancorossi strappano la vittoria per 1-0 grazie al goal di Zauli al 15esimo, battendo il portiere avversario con un aggancio volante al vertice dell’area, dribbling a rientrare e sinistro piazzato nell’angolino opposto.

Così al ritorno a Stamford Bridge la truppa di Guidolin cerca l’impresa e affronta alla stessa maniera il Chelsea, infatti alla fine del primo tempo Luiso porta in vantaggio i suoi gelando tutto lo stadio con un diagonale preciso su assist di Zauli. Trovato il vantaggio arriva, però, il pareggio dei Blues dopo 3 minuti grazie a Poyet, che approfittando di una corta respinta di Brivio, ribadisce in rete da pochi passi. Nella ripresa purtroppo il copione non cambia e la grande esperienza della squadra di Vialli si fa sentire: dopo pochi minuti dall’inizio del secondo tempo lo stesso attaccante italiano con una progressione sulla destra mette in mezzo, dove trova tutto solo Zola, che firma il sorpasso. Il colpo finale arriva al 76esimo quando il vecchio leone Hughes, sfruttando un lungo rilancio di De Goey e un errore di Dicara, infila per la terza volta Brivio, dando in mano la qualificazione ai suoi e facendo esplodere Stamford Bridge. La gara si chiuderà con l’espulsione di Ambrosini e l’ultimissima occasione, fallita da Di Napoli e Luiso, a soli quattro secondi dalla fine.

Cala così il sipario sull’avventura entusiasmante della truppa di Guidolin, fermatasi ad una passo dal sogno, applaudita al ritorno in Italia a scena aperta e omaggiata dai propri tifosi, fieri e orgogliosi di un gruppo di ragazzi che hanno comunque scritto una pagina importante del club vicentino.

 

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