Football Stories: Willem van Hanegem, il “gobbo” di Rotterdam

Se negli anni Settanta ad incantare era l’Ajax di Cruijff, bisognerebbe ricordare che la prima Coppa dei Campioni vinta da una squadra olandese appartiene agli arcirivali di Rotterdam: il Feyenoord. Rotterdam e il Feyenoord sono fin da sempre un unica cosa e fin da sempre nemici di Amsterdam e Ajax. Se Amsterdam è considerata la parte artistica olandese, Rotterdam è la parte operaia dell’Olanda. Non si dipinge, si lavora, si suda e dopo qualche birra si va al De Kuip a tifare Feyenoord. Ma non è un tifo come gli altri. Sono cori che provengono da operai, arrabbiati, spesso ubriachi che ascoltano musica martellante sparata dai centoquaranta bpm in su. Non è un posto come gli altri.

A sua volta il Feyenoord si può riassumere attraverso vari personaggi che ne hanno fatto parte e storia e in alcuni casi parte della storia. Van Persie e Kuyt sono gli ultimi. Vi sono anche Makaay e Giovanni van Bronckhorst. Tornando molto indietro troviamo anche Johan Cruijff che una volta tornato dagli USA e firmato per i lancieri ebbe un disguido col presidente dell’Ajax, che lo aveva etichettato come vecchio, e il buon Johann fece un dispettino di poco conto firmando per gli arcirivali, con cui poi vinse un campionatoMa la vera anima di Rotterdam negli anni d’oro del calcio olandese ha un altro nome.

Non è una storia come le altre la sua. Magari si trattasse solo di pallone e scarpe sporche. I tempi non sono rose e fiori ma solo bombe e polvere da sparo. I tedeschi hanno in mente seri programmi ma sono in fuga attraverso l’ Olanda. E devono passare da Breskens, luogo in cui è nato Willem van Hanegem, precisamente il 20 febbraio 1944. Non sarà, come detto prima, una grande infanzia. Prima dell’undici settembre americano vi è stato anche un’undici settembre olandese e purtroppo riguarda Wim, da molto, troppo vicino. Wim non ha neanche dieci mesi quando l’undici settembre 1944, perde il padre Lo, lo zio Izaak e le due sorelle che hanno più o meno gli stessi mesi di Wim, durante un bombardamento della Luftwaffe. Quel che rimane della famiglia van Hanegem,  prepara i bagagli e si trasferisce ad Utrecht che può dare qualche possibilità in più, di un nuovo inizio felice, piuttosto che una piccola cittadina sul mare, come Breskens. La guerra in Olanda termina il cinque maggio 1945. Si riparte da qui.

Il popolo olandese ha voglia di guardare avanti, cancellare il passato e imprigionare i collaborazionisti. Sta nascendo una generazione unica da queste parti, sanno che fare, come farlo e si danno molto da fare. Gli studenti gridano, hanno voce e si fanno sentire ma il movimento studentesco olandese non è l’unico a emergere e fiorire come un tulipano. In tutto questo contesto di rivoluzione, entusiasmo e novità vi è anche il calcio. Ma non tutti crescono con queste idee di ottimismo e sorrisi, c’è anche chi come Willem che con la testa china si dà da fare senza perder tempo. Dopo aver giocato sull’asfalto viene finalmente iscritto a qualcosa di serio, come una squadra di calcio. L’asfalto continua ad essere protagonista delle sue partite fra amichetti ma il Velox tessera questo giovane diciottenne. Va bene, non sarà elegante e raffinato ma proprio come un ragazzo di Rotterdam, dà cuore e anima per la maglia che indossa. Il Velox di Rotterdam conosce la sua storia, lo adotta calcisticamente e lui ripaga con prestazioni che in questi piccoli campi non si erano ancora viste. Non è tanto la qualità, quanto la quantità. Col tempo Wim, si abituerà ad avere sia qualità che quantità. Passano quattro anni e Wim si è già fatto un nome dalle parti di Rotterdam. Lo Xerxes lo acquista per una non notevole cifra e qui gli avversari iniziano a farsi bravini. Ma Wim non è il classico ragazzino che entra in punta di piedi, lui entra e basta. Duro, forte fisicamente, un Gattuso olandese, ovvero ingegnoso, duttile e determinato. Pur giocando mediano arriva anche a segnare di testa in una normalissima azione di gioco. Ed è qua che viene chiamato per la prima volta De Kromme tradotto il gobbo. Non è elegante perchè le sue gambe non sono proprio dritte e quindi anche la schiena ne risente ma non ne risentiranno le prestazioni in campo. Lo seguono in molti tra cui Ben Peeters, alla ricerca di un mastino dai piedi buoni per il suo centrocampo. Dettaglio non di poco conto è che Ben Peeters è l’allenatore del Feyenoord. Può essere il salto decisivo. Wim accetta il Feyenoord e a questo punto si arriva ad un bivio: o si o no, o sei un giocatore o non lo sei. Fortunatamente, per tutti, Wim si dirige verso le scelta giusta. Al Feyenoord affina il modo di calciare il pallone con traiettorie che sembrano arcobaleni. E l’Olanda, calcistica e non, ha bisogno di arcobaleni. Con il meritato ingresso nel calcio che conta, Wim si prende in breve tempo le chiavi del centrocampo del Feyenoord (o Fejenoord, grafia del club fino al ’72). E in quella rosa di fine anni sessanta militano calciatori di grandissimo talento, purtroppo oggi dimenticati o non ricordati a dovere.

In porta Graafland, sostituito poi a dovere da Eddy Treijtel. Pausa. Treijtel, oltre ad essere un gran portiere fra i pali era, da buon portiere olandese anni settanta, eccellente anche coi piedi e durante un derby fra Sparta Rotterdam e Feyenoord, nel novembre 1970, con un campanile dei suoi, colpì uno sfortunato gabbiano che crollò privo di vita sul terreno di gioco. Poi Guus Haak, Rinus Israel che segnerà il gol del pareggio in finale di Coppa dei Campioni. A centrocampo due Wim: van Hanegem appunto e Jansen che sembra avere quattro polmoni e giocherà per quindici anni nel Feyenoord. E davanti la crème de la crème. Non avevano sigle come i tridenti di oggi ma sporcavano le porte avversarie come pochi: Ruud Geels, Ove Kindvall e Coen Moulijn. Duecentocinquantanove gol in tre. Non hanno bisogno di altre parole. van Hanegem diviene subito Campione d’Olanda col Feyenoord grazie anche ad Ove Kindvall che realizzò ben trenta reti a pari merito con Dick van Dijk. Pur avendo un gran bel gioco con dei grandissimi interpreti ovunque, specie davanti, il Feyenoord non sarà il miglior attacco del torneo ma si dimostrerà la miglior difesa con appena ventun reti subite. Il titolo di campione del proprio paese dà il diritto alla formazione di Peeters, di partecipare alla prossima Coppa dei Campioni la cui finale si disputerà a San Siro. Nell’estate del ’70 però, Ben Peeters lascia il mondo del calcio pur avendo solo cinquant’anni. Si fanno moti nomi per il suo sostituto ma la spunterà ala fine, Ernst Happel, un genio del calcio viennese che porterà coppe ovunque lui vada. Ma nella stagione seguente il Feyenoord toglie il piede dal gas in campionato e lo rimette in Coppa dei Campioni, competizione in cui punta di arrivare fino in fondo. Ci ha provato l’Ajax la stagione precedente ma in finale ha trovato un grande Milan, guidato dalla tripletta di Pierino Prati. Mentre l’Ajax di Cruijff vola via in campionato, il Feyenoord supera il Reykjavik (punteggio complessivo 16-2) ribalta il Milan campione in carica al De Kuip, passeggia sul Vorwarts Berlino e Legia Varsavia in semifinale. In finale a Milano ci arrivano anche i lanciatissimi scozzesi del Celtic che hanno anche eliminato la Fiorentina. La sfida è fissata per il sei maggio 1970 ed oltre allo stadio anche l’arbitro è italiano ed è il signor Concetto Di Bello. Il match è aggressivo, pieno di polemiche e battibecchi, con gli scozzesi che passano avanti, per poi esser raggiunti da Israel e superati nei supplementari da Ove Kindvall. La gioia a Rotterdam è irrefrenabile e si festeggerà per giorni interi.

Il Feyenoord campione d’Europa nel 1970

Passata l’estate e il Mondiale è tempo di tornare a giocare per i club ma il calendario del Feyenoord è pieno zeppo di impegni. Dopo aver giocato e vinto la prima di campionato contro l’Utrecht per quattro a uno il 19 agosto, dopo solo una settimana il Feyenoord è di scena a Buenos Aires, per giocarsi la Coppa Intercontinentale contro la corazzata Estudiantes che oltre ad avere ottimi interpreti ha anche grandi falegnami che se non prendono la palla prendono sicuramente carne umana. A La Bombonera gli spalti sono gremiti e la bolgia argentina ipnotizza gli olandesi che si ritrovano sotto di due reti dopo appena dodici minuti grazie ai gol di Echecopar e la Bruja Véron padre di Juan Sebastian. Henk Wery accorcia le distanze al ventesimo dopodichè la gara ha una lunga fase di stallo in cui vi sono moltissimi falli, come previsto. Nella ripresa, van Hanegem, in tuffo di testa pareggia i conti per il definitivo due a due. Tutto rimandato alla gara di ritorno a Rotterdam il nove settembre. Nel mezzo, due gare di campionato, entrambe vinte. Il ritorno vede gli argentini, picchiare come non avevano mai fatto e alle regole di oggi, finirebbero in otto al minuto quarantacinque. Van Daele, entrato da quattro minuti segna il gol decisivo che consegna al club olandese, il titolo di Campione del Mondo per club. A Rotterdam è nuovamente festa grande. Ma ora c’è bisogno di vincere anche il campionato. E il club di Rotterdam lo vince in un modo tutto particolare, battendo l’Ajax per tre a uno e staccando proprio il club di Amsterdam di quattro punti: Cruijff e compagni tornano ad Amsterdam a mani vuote e le tasche piene di delusioni. Al De Kuip intanto arrivano moltissime offerte ma non vengono neanche lette. van Hanegem è richiesto da molti club ma lui giura amore al club di Rotterdam. Le sue traiettorie sono oro per gli attaccanti e lui si è ormai calato alla perfezione nel mood di Rotterdam. Ma non ha mai nascosto di aver tentennato davanti ad offerte importanti, come quella che nel 1972 gli proponeva l’Olympique di Marsiglia. Al Feyenoord guadagnava ottantamila fiorini, in Francia ne avrebbe presi ottocento mila (circa due milioni di euro). Ma la decisione nel 1972 non spettava di certo a sponsor o procuratori. Così la famiglia van Hanegem decide di fare un bel pic nic domenicale nella provincia di Zeeland, in cui il freddo mare bagna le lunghissime spiagge. Insieme alla moglie Truss anche i due figli e il cane. Senza programmare niente viene fuori la questione e si decide di votare. Siamo però quattro persone e vi è il reale rischio che la votazione finisca due pari: è quello che succede. Non vi sono altre persone vicino loro ma vi è il quattro zampe della famiglia. Wim si gira verso di lui e gli dice: dimmelo tu che devo fare, se vuoi partire abbaia, o fammelo capire. Willem e il cane si guardano, il cane non abbaia. La decisione l’ha presa il cane. Wim e i van Hanegem rimangono a Rotterdam.

La stagione ’72-’73 vede ancora l’Ajax di Kovacs dominare in Olanda e in Europa, ai rivali non rimane nulla, se non il secondo posto. La stagione seguente è fondamentale, soprattutto perchè a giugno vi sono i Mondiali tedeschi e gli Orange hanno ottimi e svariati motivi, per crederci ed arrivare fino in fondo. Prima del Mondiale bisogna però giocare coi club e il Feyenoord ha un importante cambiamento. Happel saluta l’Olanda e vola a Siviglia e al De Kuip arriva Wiel Coerver proveniente dal NEC Nijmegen. Particolare questo Coerver, perchè ha inventato un famoso metodo che porta appunto il suo nome. Il suo primo anno è favoloso perchè riesce a centrare uno storico double: campionato e Coppa Uefa. Grazie anche all’addio di Johan Cruijff, l’Ajax si vede ridimensionato e terminerà il torneo al terzo posto, dietro alla sorpresa Twente, secondo. In Europa invece gli olandesi trovano maggiori difficoltà durante il torneo ma arrivano in finale, per sfidare la corazzata Tottenham che prima della finale aveva segnato nel torneo ben ventinove reti in dieci match. Il match di andata a Londra è teso e con molti falli. Gli inglesi passano in vantaggio con England grazie ad un suo colpo di testa. Dopo soli quattro minuti lo svizzero Scheurer fischia una punizione per gli olandesi al limite d’ area. Prende la rincorsa il numero dieci in maglia verde e con una pennellata morbida e precisa, fa battere la palla sulla traversa per poi superare la linea. I compagni circondano van Hanegem, per la sua pittoresca punizione che rimette tutto in discussione. Nella ripresa, Treijtel e van Daele pasticciano e consegnano il vantaggio agli Spurs. Il Feyenoord non si arrende,tutte le azioni d’attacco passano dai piedi del genio di Breskens che in una di queste trova l’imbucata perfetta per Theo de Jong che infila Jennings con un gran bel diagonale. Il 29 maggio si assegna dunque il vincitore e come spesso accade a Rotterdam, il pre partita è bello intenso. Le due tifoserie si scontrano ma poi la polizia interviene. Sembra tutto finito ma dentro il De Kuip avviene ancora uno scontro e il sangue sulle gradinate sarà molto. In campo invece manca Wim, ammonito all’andata e quindi squalificato. Ma il Feyenoord seppur senza il loro faro, affonda gli Spurs grazie ai gol di Rijsbergen e Peter Ressel. A Rotterdam è goduria doppia. Immaginate la città. Questo sarà purtroppo il suo ultimo trofeo col club bianco rosso. Non vi è molto tempo di festeggiare poichè in estate si giocano i Mondiali in casa dei tanto odiati nemici tedeschi. Wim spera di trovarli in finale e sbranarli. Il percorso oranje ai Mondiali sarà strepitoso. Purtroppo la Coppa verrà alzata da Beckenbauer e l’Olanda verrà per sempre ricordata come la più bella squadra di sempre a non aver vinto il Mondiale, in buona compagnia dell’Ungheria di Puskas, anch’essa battuta dalla Germania.

 

Dopo il trionfo in Coppa Uefa, il palmares di van Hanegem vedrà in bacheca solo una Coppa d’Olanda nel 1978 ma con la maglia dell’ AZ Alkmaar. Dopo i tre anni passati ad Alkmaar, la famiglia van Hanegem si sposta in terra estera e non è una destinazione proprio dietro l’ angolo. I Chicago Sting pescano in Olanda, non solo van Hanegem ma anche l’altro centrocampista Dick Advocaat. Una buona coppia per il campionato a stelle e strisce. Entrambi rimarranno solo un anno (1979) nella città del vento, poi decidono di tornare nella amata madre patria. Advocaat direzione Rotterdam, sponda Sparta, Wim direzione Utrecht. Nuova sfida, nuovo ambiente ma il calcio olandese è casa di Willem, che dà ancora dimostrazione di saperci fare, nonostante abbia trentacinque anni. I gol verranno a mancare e saranno solo tre in due stagioni, ma la grinta e la visione di gioco non mancheranno mai nel suo repertorio. Inevitabilmente chiude la carriera col Suo club che nel 1981 lo riporta al De Kuip per fargli vivere ancora due stagioni da protagonista assoluto, con però pochi gol e nessun trofeo. Si ritirerà nel 1983 ma rimanendo fino al 1986 nello staff tecnico del Feyenoord. Allenerà dal ’92 al ’95 proprio al De Kuip vincendo al primo anno il campionato. Nel 1993 arriverà a Rotterdam un giovincello svedese di nome Henrik Larsson che poi farà quel che farà in giro per l’Europa. Oggi van Hanegem lavora come opinionista sul canale tv Ziggo Sport nato nel 2015. In Olanda ancora oggi viene ricordato come merita. Ha dato tanto al calcio olandese ed a differenza dei più gettonati Cruijff e van Basten a Wim gli è sicuramente mancata la sfida europea nel calcio che conta. Ma quel giorno, il cane di Wim, decise che il momento di lasciare l’Olanda non sarebbe mai arrivato.

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