Geni della panchina: Bill Shankly

Certe persone pensano che il calcio sia questione di vita o di morte. Si sbagliano: è molto più di questo.” Bill Shankly.

Una vita trascorsa nel calcio e vissuta per il calcio: questo era William Shankly, il leggendario manager che ha riportato il Liverpool in prima divisione dopo anni di tugurio in seconda e lo ha reso, di lì a poco, una delle squadre più vincenti in Inghilterra e nel mondo. Un maniaco della tattica e della preparazione fisica (quando morirò, voglio essere il più in forma del cimitero), ma anche un uomo dotato di un senso dell’umorismo fuori dal comune, un grande motivatore e uno dei primi “comunicatori” della storia di questo sport. “Il Liverpool era fatto su misura per me e io ero fatto su misura per il Liverpool. Anfield è il mio monumento“. E lo era davvero. Anche se, alla sua morte, fu lui a diventare un monumento di Anfield. Attraverso una statua maestosa che si erge all’entrata dello stadio.

260px-Bill_Shankly_statue

DALLE MINIERE AI CAMPI DI CALCIO: William “Bill” Shankly nasce il 2 settembre del 1913 in Scozia, a Glenbluck, un villaggio minerario nell’East Ayrshire. Le sue origini non si discostano molto da quelle di un’altra leggenda del calcio britannico, vale a dire il manager del Manchester United Mutt Busby: entrambi provengono da un villaggio di minatori scozzese, sono figli della “working class” e alla fastidiosa polvere dei minerali abbinano l’aria pulita dei campi di calcio. Shankly porterà sempre con sé questo senso di appartenenza alle proprie origini, instaurando un rapporto quasi viscerale con la Kop, ovverosia la famosissima gradinata propria dei tifosi del Liverpool. Nella sua famiglia il calcio è un vero e proprio dogma: così come gli altri quattro fratelli prima di lui, intraprende la carriera di calciatore iniziando a giocare nel Glenbluck Cherrypickers, squadra del villaggio in cui è nato. Nel 1932 il giovane Shankly ha la sua prima occasione nel football che conta: a farsi avanti è il Carlisle United, compagine nella quale debutterà nella First Division inglese ma che lascerà dopo appena un anno per trasferirsi al Preston North End. Qui diventa titolare fisso come mediano destro e vincerà, nel 1938, una Coppa d’Inghilterra. Dopo 296 partite e 13 gol, Shankly tornerà in Scozia durante la seconda guerra mondiale, concludendo la sua carriera da calciatore nel Partick Thistle. Nel 1949 ecco arrivare la sua prima chiamata da allenatore: è nuovamente il Carlisle. Da lì, la sua carriera spiccherà il volo in modo repentino: dopo piccole parentesi al Grimsby, Wortkington e Huddersfield arriva finalmente l’occasione che gli cambierà la vita.

shankly-preston1937

COSA GLI LEVO DALLA TESTA?” – “L’EVERTON“: Ottobre del 1959, Galles. L’Huddersfield di Shankly si appresta a giocare contro il Cardiff in una partita valida per la Division Two inglese (la nostra Serie B, per intenderci). Ad assistere in tribuna sono presenti il presidente del Liverpool Tom Williams e il dirigente Harry Latham. Alla fine del match, i due si avvicinano a Shankly e gli chiedono se vorrebbe sedersi sulla panchina dei Reds: Bill non ci pensa due volte e, l’1 dicembre di quell’anno, diventa ufficialmente il nuovo manager del Liverpool con un contratto di 2.500 sterline l’anno. In quegli anni, la squadra annaspava nelle zone centrali della seconda divisione, mentre l’Everton era considerata la vera corazzata del Merseyside. Talmente tanta era la voglia di rivalsa di Shankly che un giorno, recatosi dal barbiere, gli viene chiesto: “Anything off the top?” (“levo qualcosa dalla testa?”, modo che hanno gli inglesi di chiedere quale taglio di capelli desideri). La sua risposta è lapidaria: “Yeah, Everton“. La prima partita è contro il Cardiff e il Liverpool prende una ripassata memorabile proprio contro il Cardiff: 4-0. Shankly ha già capito, secondo lui questa squadra non può assolutamente sostenere la sua idea di calcio: c’è aria di rivoluzione.

IL RITORNO DEI CAMPIONI D’INGHILTERRA: Detto, fatto. ll Liverpool cambia e lo fa in modo radicale: il manager scozzese vende la bellezza di ventiquattro giocatori e si accaparra i servigi di giovani talenti ignorati dai grandi club. Uno di questi è Roger Hunt, il centravanti che contribuirà in modo decisivo ai futuri successi dei Reds. Dopo averla accarezzata nel 1961, la promozione arriva l’anno dopo: adesso Anfield è pronto a ruggire nella First Division. Una sola stagione di ambientamento nella massima serie ed ecco giungere il titolo di campioni d’Inghilterra, ottenuto attraverso un gioco spumeggiante, con altissima precisione nei passaggi e le fasce sfruttate come mai prima d’ora. Il Merseyside è tornato a tingersi di rosso, dopo 17 anni dall’ultima volta, così come rossa – interamente rossa – è diventata la divisa del Liverpool per precisa volontà di Shankly. A metà degli anni ’60, la città era tornata a splendere: i Beatles nella musica, i Reds nel calcio.

shankly-liverpool1966

L’ASSALTO ALL’EUROPA: La prima partecipazione del Liverpool alla Coppa dei Campioni è esaltante: i ragazzi in rosso vengono fermati solo in semifinale per mano della grande Inter del “mago” Helenio Herrera, dopo aver vinto l’andata per 3-1 e aver subito una delle più famose rimonte che gli appassionati della competizione ricordino. Lo stesso anno Shankly si consolerà vincendo l’F.A. Cup contro il Leeds per 2-1. Il 1965-66 è ancora una volta sfortunato sul fronte europeo, perché il Liverpool viene sconfitto nella finale della Coppa delle Coppe dal Borussia Dortmund, ma in patria arriva ancora il successo e – per la seconda volta in 3 anni – Shankly conquista il campionato inglese. Grazie al solito Roger Hunt, che si laurea capocannoniere della First Division con 30 reti e si dimostra goleador infallibile anche durante i Mondiali inglesi che vedono l’Inghilterra trionfare. La stagione successiva è avara di successi, così Shankly, accortosi che la maggior parte dei giocatori stava invecchiando e non era più in grado di sostenere i suoi ritmi, decide di apportare una nuova rivoluzione.

article-2256998-000449E900000C1D-68_634x404

LA CONSACRAZIONE DEFINITIVA: Il processo di rinnovamento, il secondo durante l’era Shankly, inizia con gli acquisti del diciannovenne difensore Emlyn Hughes e del portierone Ray Clemence, per culminare con uno dei più grandi colpi mai visti ad Anfield: l’attaccante Kevin Keegan, the King, nominato miglior giocatore inglese degli anni ’70. La stagione 1972-73 vede il Liverpool aggiudicarsi nuovamente il titolo di campione d’Inghilterra, ma stavolta arriva – finalmente – anche il successo europeo, perché il 23 maggio vince la Coppa Uefa nella finale contro il Borussia Mönchengladbach. In una finale a senso unico, al termine della quale Shankly dichiarerà: “il Liverpool è la migliore squadra d’Inghilterra e forse del mondo“. Questa grande partita, però, si rivelerà anche l’ultima per lui: il 12 luglio del 1974, durante una conferenza stampa indetta per presentare il nuovo acquisto Ray Kennedy, il presidente John Smith sconvolge i giornalisti presenti nella sala e l’intero mondo del calcio leggendo un comunicato: “Devo informarvi con grande rammarico che mister Shankly intende ritirarsi dalla carriera di allenatore“. È finita un’epoca, piena di successi e soddisfazioni. Il Liverpool continuerà a vincere, fin da subito, ma tutti sanno che il merito è soprattutto di Shankly.

Bill-Shankly

Al termine della sua esperienza in panchina, la società non gli offrì un incarico dirigenziale. “Shanks” non se la prese più di tanto, d’altronde lui stesso affermò che “in una squadra di calcio c’è una Santa Trinità: i giocatori, il tecnico e i tifosi. I dirigenti non c’entrano. Loro firmano solo gli assegni“. Fino alla fine dei suoi giorni è rimasto tifoso sfegatato dei Reds, tanto da dichiarare che “nel Merseyside ci sono solo due squadre: il Liverpool e le riserve del Liverpool“, tanto da raccogliere da terra una sciarpa rossa di un tifoso buttata da un poliziotto, legarla al collo e dire: “magari per te è solo una sciarpa, ma per lui rappresenta la sua vita“. Sono questi episodi che lo hanno fatto diventare un’icona per questo glorioso club, forse anche più dei successi e dei titoli che ha conseguito durante la sua carriera in rosso.

david-peace-red-or-dead-romanzonovel-L-cLocNv

Bill Shankly è morto nel 1981 a causa di un infarto fulminante, lasciando un vuoto incolmabile in tutti i cuori dei tifosi del Liverpool. Le sue idee, le sue battute e i suoi successi rimarranno per sempre scolpite nella mente di c’è, di chi c’è stato e di chi ci sarà, a testimonianza del fatto che le leggende sono immortali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *