Carlo Mazzone, il re della provincia recordman di panchine

La scuola di allenatori italiana è sicuramente una delle migliori della storia del calcio, come dimostra il fatto che tante squadre stranieri continuino ad affidare le proprie panchine ai tecnici nostrani (Conte al Chelsea, Mazzarri al Watford, Ranieri al Leicester). Il calcio italiano negli anni ha messo in vetrina tanti geni della panchina, più o meno vincenti. Da Trapattoni a Capello, da Sacchi a Lippi, senza dimenticare i vari Ancelotti, Prandelli, Allegri. Nella storia della nostra realtà calcistica, però, ci sono anche alcuni allenatori che sono riusciti a farsi ricordare pur senza vincere tanti trofei. È il caso di Carlo Mazzone, romano doc che in carriera si è contraddistinto per la passione e la grinta in panchina, che lo hanno fatto diventare una vera e propria icona del calcio vero, quello senza schemi e logica, ma basato soltanto sulla voglia di lavorare e di regalare gioia e divertimento agli appassionati.

Mazzone ha avuto una carriera da allenatore lunga quasi quarant’anni, nel corso dei quali ha allenato innumerevoli squadre, dall’Ascoli con cui ha mosso i suoi primi passi al Livorno col quale ha salutato il mondo del calcio. Sor Carletto, com’è soprannominato, è al primo posto tra gli allenatori più presenti di sempre in Serie A, con ben 795 panchine collezionate, otto in più del paron Nereo Rocco, eguagliato a quota 787 il 18 marzo 2006, nella sfida tra il suo Livorno e la Juventus. In carriera, invece, Mazzone ha totalizzato ben 1278 panchine ufficiali, un vero e proprio record per il calcio italiano. L’allenatore romano ha avuto anche il merito di lanciare un giovanissimo Francesco Totti ai tempi della Roma e di spostare Pirlo nella posizione di regista davanti alla difesa nel suo Brescia, che in avanti poteva vantare la presenza di un certo Roberto Baggio.mazzoneebaggio

Con le rondinelle ha avuto modo di allenare anche giocatori del calibro di Pep Guardiola e Luca Toni: il primo è diventato allenatore e lo ha anche invitato a vedere la finale di Champions nel 2009 tra il suo Barcellona e il Manchester United, dichiarando di ispirarsi al suo credo calcistico, mentre il secondo ha vinto il Mondiale nel 2006 in Germania insieme a Pirlo, conquistando anche la Scarpa d’oro nel 2006 e il titolo di capocannoniere della Serie A nel 2005-2006 e nel 2014-2015. Col Divin Codino, invece, Mazzone ha avuto un rapporto bellissimo, tanto che lo stesso Baggio fece apporre nel suo contratto una clausola che prevedeva l’interruzione dell’accordo con i lombardi qualora il tecnico romano fosse stato esonerato.

Mazzone è salito alla ribalta anche per la sua famosa corsa sotto la curva dei tifosi dell’Atalanta, che in occasione della sfida tra gli orobici e il Brescia, disputatasi al Rigamonti il 30 settembre 2001 e terminata 3-3 grazie a una tripletta di Baggio. Sor Carletto sfogò tutta la sua rabbia per gli insulti ricevuti dai sostenitori atalantini durante la gara, dopo che aveva detto loro, sul punteggio di 3-2 per l’Atalanta a un quarto d’ora dal termine della gara, “se facciamo il terzo vengo sotto la curva”. Mazzone è stato il portavoce più esemplare di un calcio pulito e genuino, fatto di gesti spontanei e di gran carattere: sono passati ormai tanti anni dalla sua ultima presenza su una panchina di Serie A (e calcistica in generale), ma il mitico Sor Carletto è ancora nei cuori di tantissimi tifosi di calcio e di tutti coloro che amano lo sport.

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