L’ascesa di Dybala: “Sin da piccolo ammiravo Dinho e CR7 e non volevo mai perdere”

Un ragazzo da sempre con la testa sulle spalle e deciso su cosa voleva diventare, Paulo Dybala si racconta dagli esordi sino ai successi con la Juventus:

“Da piccolo seguivo e giocavo a calcio perché mi divertivo. Con gli amici volevamo essere Ronaldinho, Ronaldo.
Già a tre anni giocavo coi miei fratelli, poi m’iscrissi a una scuola calcio.
E vicino a casa mia, con i bambini della mia età, non facevo altro. Segnai i miei primi gol.
Il primo importante fu a undici o dodici anni, giocavo per una squadra locale con i miei amici. 4 reti, in quella gara.
Il quarto fu il pareggio e fu su punizione. Segnai perché il portiere non poteva arrivare fino alla traversa.
A volte ho pianto, al termine di una partita poteva capitare, ma mai davanti ai miei compagni. Allora come oggi odio perdere.
Poi, a 17 anni, arrivò il mio esordio da professionista, ero agitatissimo.
Uno dei ricordi più belli è stato il momento in cui firmai il contratto con la Juve. E’ stato un giorno speciale.
Ero in vacanza con mio fratello, coi miei amici.
Era arrivato il contratto mentre ero in spiaggia.
Tornai in hotel, lo firmai e poi di nuovo in spiaggia a prendere il sole.
Dopo i due gol al Barcellona in Champions, i tifosi iniziarono a gridare il mio nome. Dentro di me mi sono detto ‘guarda cos’hai raggiunto, ora continua!’.
Dovevo offrire sempre di più ai tifosi per guadagnare il loro affetto. Voglio che vedano i sacrifici che faccio per renderli felici”.

PAULO DYBALA

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