Lo sceicco, il Psg e la Champions, quando spendere di più non significa vincere

400 milioni di euro, tanti ne sono stati spesi dal PSG per il solo duo d’attacco Neymar-Mbappè (nonostante il francese sia stato preso in prestito con obbligo di riscatto per aggirare i vincoli Uefa sul fair play finanziario) e dare l’assalto alla Champions League dopo un’uscita tanto clamorosa quanto brutale come quella della scorsa stagione contro il Barcellona. Il risultato? Il medesimo, ecco che quindi, all’indomani dell’eliminazione per mano del Real Madrid, in Francia e non solo sono partiti i processi alla società parigina ed alla sua proprietà. Una proprietà ricca, forse fin troppo, tanto da pensare di potersi “comprare” il trofeo più ambito d’Europa a suon di milioni spesi sul calciomercato per accaparrarsi alcuni dei migliori calciatori sulla piazza, e che invece puntualmente alla prova del nove ha sempre fallito.



Già perchè, sarà retorica, ma la storia insegna che le squadre non si costruiscono così, per i progetti vincenti va investito, oltre che denaro, tempo, pazienza ed una massiccia dose di competenza, e senza queste ultime i petrodollari dello sceicco possono servire a ben poco.

Ma andiamo con ordine, dal momento del suo insediamento la famiglia Al Khelaifi ha investito nella società parigina 1 miliardo e 115 milioni, il tutto in soli 6 anni e mezzo, una cifra monstre che ha rivoluzionato non poco il campionato francese, fin lì decisamente poco appetibile ai grandi campioni del calcio, ma che di fatto ha fruttato solo titoli vinti nei confini nazionali. E se, viste le difficoltà della coppa dalle grandi orecchie, il bicchiere può esser visto mezzo pieno viste le vittorie interne che mancavano da anni sotto la torre Eiffel, d’altra parte non può che risultare mezzo vuoto considerando le cifre spese che dovrebbero, in teoria, permetterti proprio di superare quelle difficoltà e sbaragliare la concorrenza.

Il costosissimo trio d’attacco del Psg

Ma il calciomercato è un giochino pericoloso e molto spesso ingannevole, dove spesso a vincere non è chi spende di più ma chi lo fa meglio, l’esempio recente della stagione del Milan, parzialmente riscattata dall’approdo di Gattuso, è solo l’ultimo di una serie, che vede protagonisti Real Madrid, Manchester City, United e Chelsea su tutte. Dal 2011 a Parigi sono approdati Ibrahimovic, Pastore, Verratti, Lavezzi, Thiago Silva, Marquinhos, Cavani, Beckham, Thiago Motta, Kurzawa, Draxler, Di Maria, Neymar e Mbappè, solo per citarne alcuni, tutte stelle o giovanissimi e costosissimi talenti che sarebbero titolari ovunque, ma che sono fruttati solo 4 campionati ( 2 addirittura persi, nel 2012 a favore del Montpellier e la scorsa stagione del Monaco, due squadre certamente con un budget diverso dei parigini), oltre tre coppe di Francia, cinque di Lega e quattro Supercoppe.

Ma in Champions? Lì il bilancio cala drasticamente, non solo per non aver mai scollinato la soglia dei quarti di finale ( superati, ad esempio, la scorsa stagione dal Monaco proprio di Mbappè), ma anche il modo in cui sono arrivate le eliminazioni, spesso senza veder palla. In serie: nel 2013 ai quarti contro il Barça, nel 2014 sempre ai quarti con il Chelsea, nel 2015 ancora Barça ancora ai quarti di finale, e dal 2016 sempre agli ottavi per mano di Manchester City, Barcellona e Real Madrid. E se è vero che i sorteggi spesso non sono stati dei più fortunati, va anche detto che, spendendo simili cifre, dovresti esser almeno alla pari del Real o Barça, senza dimenticare che due società che hanno un modello totalmente differente come Bayern o Juventus, hanno eliminato nella doppia sfida proprio le due sopra citate spagnole nelle ultime stagioni.

Tutta la delusione dello sceicco Al Khelaifi dopo l’eliminazione del Psg per mano del Real Madrid

E quindi? Quindi senza un progetto serio alle spalle, di un Neymar puoi non fartene nulla, se poi nella sfida decisiva presenti un centrocampo con Verratti-Motta-Rabiot (quest’ultimo forse il migliore per prestazioni, e indovinate un pò? costato la bellezza di 0 euro, essendo prodotto del vivaio).

Ecco che quindi l’acquisto di Neymar è sembrato più una ripicca dello sceicco contro il Barcellona per l’umiliazione del Camp Nou patita lo scorso anno, che un’acquisto in grado di portati la Champions, perchè con una rosa che vedeva già Draxler, Di Maria, Ben Arfa e Lucas sugli esterni, i parigini avrebbero necessitato più di un forte rimpolpamento della mediana, ricorsa addirittura a Lassana Diarra nel mercato invernale, oltre che di una massiccia dose di carattere, spesso mancante negli uomini di punta. Ma si sa, vuoi mettere il nome di Neymar? Ed allora ecco cosa resta del progetto europeo del Psg, una miriade di magliette e gadget venduti per merito del brasiliano, tanto per restare nell’ambito economico, perchè si sa, poi il campo parla di tutt’altro.

Per restare negli ultimi 15 anni altre società avevano intrapreso la stessa strada del Psg, salvo virare verso spese più mirate. Sicuramente non accorte, ma almeno con una logica alla base. Ricordate il Real dei Galattici? Quello capace di uscire dal 2004 al 2010 consecutivamente agli ottavi di finale nonostante gli arrivi di Beckham, Owen, Cannavaro, Emerson, Robinho, Robben, Sneijder, Van Nistelrooy, Van der Vaart, Huntelaar, Pepe, Ronaldo, Kakà e Benzema? E che dal 2011 ha decisamente cambiato registro, spendendo sicuramente delle cifre esagerate, ma affidandosi anche ad allenatori preparati, formando una base spagnola e puntando sui migliori giovani del vivaio (Carvajal, Morata, Nacho, Vazquez, Asensio). O al City? Partito con Rolando Bianchi e passato per Tevez e Balotelli, Dzeko ed Aguero, ma lasciando per anni la retroguardia al buon Lescott e il centrocampo ai vari Milner, Javi Garcia e Barry? Per non parlare del Chelsea, asso pigliatutto dal 2003 e partito dai vari Veron, Mutu, Crespo, Drogba, fino ad arrivare ad Hazard e Morata, ma che ha vinto la coppa nell’unico anno in cui spese molto meno?

La Champions è piena di storie così, e se sicuramente per vincerla c’è bisogno di una massiccia dose di fortuna, cercare di acquistarsela soltanto con i milioni spesi in costosissime figurine offensive serve a poco, se questo va a discapito di un progetto serio e una rosa all’altezza in ogni reparto.

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