Come voi, nessuno mai. W il calcio delle bandiere

 

Chiamateci pure nostalgici, direte voi che bisogna stare al passo con i tempi e che in un calcio dove il dio denaro la fa sempre più da padrone bisogna adeguarsi, unico modo per contrastare sceicchi e magnati.
Chiamateci pure arretrati, capaci di vivere nel nuovo millennio con gli ideali del secolo scorso, quando con 50 miliardi compravi i Buffon e i Vieri, mentre oggi a malapena acquisti i De Bruyne e Sanè.
Siamo nel secolo in cui esaltiamo il City del quale nemmeno si sa quale sia la bandiera, il Psg che ha quasi solo stranieri, lo United che ricopre d’oro un giovane lasciatosi sfuggire a 0 euro, l’Anzhi che porta nel mirabolante campionato russo un campione come Eto’o, siamo nel secolo nel quale i Witsel, Guarin, Tevez e Hulk scelgono il “prestigio” del calcio cinese, siamo nel secolo nel quale i Criscito e Giovinco lasciano Italia, calcio di livello e Nazionale per Russia e Canada.
E allora chiamateci pure nostalgici, arretrati, sognatori, romantici, ma chiamateci soprattutto consapevoli.
Già, consapevoli che nel calcio, 4 come questi signori qua, che hanno dedicato anima e corpo, fatica e sudore, gioie e dolori, ad una sola maglia, non li vedremo mai.
W le bandiere!

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