Occhio al personaggio: Kasper Schmeichel, quando parare è una questione di famiglia

2 maggio 1993: Peter Schmeichel vince a 29 anni col Manchester United la sua prima Premier League.

2 maggio 2016: Kasper Schmeichel vince a 29 anni col Leicester City la sua prima Premier League.

Noi del Leicester sappiamo bene che la nostra squadra non vincerà mai più il campionato inglese e in fondo lo speriamo anche, altrimenti l’ eccezionalità dell’ evento perderebbe un pò del suo folgore.  

Mentre il nome di Peter Schmeichel entra pian piano nei taccuini dei migliori club europei, il 5 novembre 1986 nasce nella meravigliosa capitale danese, Kasper Schmeichel, primogenito, di quello che sarà uno dei migliori portieri nella storia del calcio. Inutile affermare che il proverbio, seppur in parte, ci ha ancora azzeccato, ovvero: tale padre, tale figlio. Fin dalla tenera età il piccolo Kasper sviluppa un notevole interesse per il lavoro del padre e come in ogni bambino, il suo super eroe è proprio suo papà, viaggiando a stretto contatto con lui e ritrovandosi spesso a calciare una palla:  Peter tira e Kasper cerca di respingere.

Schemichel padre e gilio, si ritroveranno a vincere la prima Premier League a distanza di 23 anni nello stesso giorno
Schemichel padre e gilio, si ritroveranno a vincere la prima Premier League a distanza di 23 anni nello stesso giorno

Dopo tanti (tantissimi) trionfi sia col Manchester che con la nazionale danese, a 36 anni, Peter lascia la Premier per andare nella soleggiata Lisbona ed è proprio in Portogallo che Kasper gioca per la prima volta con una piccola società. Il padre però rimane solo due stagioni con lo Sporting e nel 2002 torna a Manchester, per giocare con i rivali dello United. I due portieri si ritrovano così nel Manchester City e nel 2004, dopo aver giocato per le giovanili, Kasper entra in prima squadra seppur come terzo portiere. Dimostra una buona padronanza dell’area anche grazie ai preziosi consigli del padre, formidabile in uscita.

Tuttavia a Manchester vogliono far crescere il ragazzo e, per farlo nel migliore dei modi, si opta per un prestito nelle minori categorie inglesi. Nel mese di febbraio approda nella vicina Bury, dopo aver giocato solo quattro partite col Darlington nel mese di gennaio. La League Two fa bene a Kasper, che lo forma soprattutto come atleta ma anche come uomo. Forte della esperienza in minor categoria, nella stagione seguente gli viene affidata una porta di un club di massima serie. Il Falkirk ripone fiducia in lui e seppur non essendo una squadra di prima fascia in Scozia, il danese in 15 partite concede solo 12 reti.

Schemichel indossa la maglia del City, un'esperienza intervallata da tanti prestiti
Schemichel indossa la maglia del City, un’esperienza intervallata da tanti prestiti

In estate torna a Manchester dove ora siede lo svedese Eriksson che, però, vede in Kasper una valida alternativa in porta in cui gli viene prevalso Isaksson. La società spinge per mandare nuovamente Schmeichel in prestito ma Eriksson non demorde e convince i dirigenti ad aspettare qualche partita prima di cederlo. La fortuna e gli eventi favorevoli a Kasper sembrano finalmente arrivare perchè Isaksson si infortuna pochi giorni prima dell’ esordio in Premier col West Ham. Eriksson affida la porta dei Citizens proprio al figlio d’arte, che ancora una volta non sfigura nel proprio ruolo. In uscita ricorda seppur lontanamente suo padre ed anche i fra i pali se la cava alla grande. Non subisce gol nel derby vinto col Manchester, e para un rigore a Londra a Van Persie seppur poi perdendo la partita. Riassumendo le prestazioni di Schmeichel in numeri: 7 partite, 5 reti subite, 4 clean sheets. La società si appresta in fretta e furia a rinnovargli il contratto ma Kasper,nonostante le ottime prestazioni, è costretto nuovamente a vestire una nuova maglia. Nel mese di ottobre infatti, si trasferirà al Cardiff City in Championship. Le avventure del giovane danese non sono però finite perchè il City continua a mandarlo in prestito, praticamente ovunque senza mai concedergli realmente una possibilità di giocarsela con Hart. Passa da Cardiff, poi Coventry, Notts County e Leeds United, queste ultime due con la formula del trasferimento definitivo.

Liberato dai noiosi e talvolta incomprensibili e forzati prestiti del City, nell’agosto del 2009 si trasferisce appunto a al Notts County. Con i Magpies risulta a fine stagione il miglior giocatore del club concedendo solo 29 gol in 43 presenze e centrando la promozione in League 1. I problemi finanziari del Notts County però hanno la meglio sui sentimenti e sulle prestazioni e la società, come spesso succede in questi casi, sacrifica il miglior giocatore, Schmeichel appunto. Il portiere sembra quasi arrendersi e sembra convinto ormai di non raggiungere mai la Premier League seppur abbia doti che in un portiere difficilmente si trovi. Il Leeds United è la sua prossima avventura che però nasconde qualche imprevisto. Durante la stagione si infortuna al tendine e quindi per circa due mesi non potrà scendere in campo a difendere la porta. Intanto in una notte fredda di novembre nasce un nuovo Schmeichel di nome Max, figlio di Kasper e nipote di Peter. Non male. Kasper Schmeichel rimane a Leeds anche l’anno seguente in cui compie nuovamente gesta formidabili nel buon nome di famiglia. A gennaio, dopo aver giocato con l’Arsenal in FA Cup, il capitano Fabregas gli si avvicina e gli consegna il pallone della gara in segno di congratulazioni per il match giocato.

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Dopo tanto girovagare nel 2011 Schmeichel passa al Leicester

In estate arriva però una nuova doccia fredda. Il 20 giugno 2011 il Leeds annuncia di aver trovato un accordo col Leicester per il trasferimento a titolo definitivo del portiere danese. Kasper, nonostante avesse più volte affermato di voler rimanere a Leeds, è costretto a preparar nuovamente valigia per giocare con le Foxes. Il 27 giugno 2011 quindi, Kasper Schmeichel è nuovo giocatore del Leicetser City.

Qualche primo posto in Championship, tre coppe inglesi e qualche altro semi insignificante trofeo minore negli anni ’40. è questo il magro bottino del Leicester nuova squadra di Kasper Schemichel. Ancora qualche stagione di sofferenza e promozioni mancate e poi sarà il paradiso. Anzi, il Paradiso. A Leicester ritrova Eriksson, unico allenatore che gli ha dimostrato un minimo di fiducia. A 25 anni, Kasper ha una tremenda necessità di fiducia, è come l’ aria, non ne può fare a meno e spera solo che possa rimanere a Leicester qualche stagione in più, invece di cambiare quasi ogni anno. Ne ha le scatole piene di valigie da fare e disfare da case da abbandonare e un continuo muoversi tra le minor compagini d’ Inghilterra. Lui sogna, vuol diventare come il padre ma nella sua carriera è stato tutto tranne che un raccomandato e nonostante le buone, anzi ottime prestazioni pressoché ovunque, non ha mai avuto fiducia né da allenatori né da presidenti e dirigenti. Le Foxes nella stagione 2011/2012 arrivano noni in campionato, stagione che resterà anonima e priva di soddisfazioni. La stagione seguente grazie ai gol di Nugent e alle grandi parate di Schmeichel, il Leicester centra i play off arrivando sesto in campionato. Lo spareggio col Watford è entrato di diritto nella storia del calcio inglese. A Wembley ci andrà il Watford di Zola mentre per il Leicester e Schmeichel, discorso promozione rinviato a data da destinarsi. La stagione seguente è finalmente quella buona e il Leicester di Nigel Pearson sbaraglia la concorrenza e vince la Championship con ben undici punti di vantaggio sul Burnely. Gli 84 gol segnati e i soli 43 subiti in 46 giornate permettono alle Foxes di accedere direttamente alla Premier League dopo undici anni. Il sogno è finalmente realtà, la città è in festa e anche Kasper può finalmente esordire nel calcio che conta.

La prima stagione in Premier per Schmeichel e per il Leicester è una continua altalena fra gli ultimi posti in classifica e solamente alle ultime giornate le Foxes raggiungono la matematica salvezza. La buona gestione di Pearson non basta però, e la società decide di cambiare guida e al King Power Stadium arriva Claudio Ranieri e la stampa sia inglese che italiana inizia a spararle grosse su di lui. Si dice che sia un eterno secondo, si dice che il Leicester non si salverà nemmeno giocando in 15, si dice che Ranieri non arriverà a Natale, se ne dicono tante ma Sir Claudio, che è Sir veramente, si tappa le orecchie e nella sua solita serenità, inizia un duro lavoro. Vi sono Ulloa, Inler e un giovane Kantè proveniente dal Caen.

Schmeichel e Ranieri, alcuni dei protagonisti del favoloso trionfo del Leicester
Schmeichel e Ranieri, alcuni dei protagonisti del favoloso trionfo del Leicester

Ranieri instaura un grandioso rapporto con tutti i ragazzi del gruppo e gara dopo gara, il Leicester acquista punti ma soprattutto credibilità. Si arriva così al 26 settembre 2015 e al King Power Stadium si sfidano i padroni di casa e l’Arsenal di Wenger, lanciato verso la vetta. I londinesi regolano le Foxes per cinque reti a due spendendo il team di Ranieri, dal terzo al sesto posto. Sembra la prima di una lunga serie di sconfitte e invece Ranieri & CO. stupiscono tutti e fanno 26 punti in 10 gare. Nel Boxing day il Leicster gioca ad Anfield Road e una rete di Benteke decide il match. Pur concedendo qualche gol di troppo, Ranieri e la squadra hanno assoluta fiducia sul portierone danese e la sua difesa, e più passano le giornate e più Schmeichel si rende protagonista di parate forse fuori dal normale. Quella con l’Arsenal all’Emirates e quella su Kane a Londra, sono semplicemente i risultati di un ragazzo che non ha mai mollato, ha sempre svolto il suo mestiere in modo impeccabile senza mai alzare la voce o far casini, anzi ha spesso unito al meglio lo spogliatoio di ogni squadra.

Si arriva così al primo maggio 2016 e il Leicester è clamorosamente lanciato verso il titolo. La favola è vera e il lieto fine sta finalmente per avvenire, manca solo l’ultimo gradino, l’ultimo passo decisivo verso la gloria. Il pareggio in quel che fu la casa di suo padre per tanti anni, ovvero Old Trafford, non basta al Leicester per diventare campione, serve una non vittoria del Tottenham. Alle ore 22 inglesi dopo un oooooooh da parte dei ragazzi di Ranieri, l’arbitro Clattenburg fischia la fine di Chelsea-Tottenham 2-2 e consegna al Leicester il campionato inglese e un sogno che difficilmente dimenticheranno tutti. Il lieto fine è finalmente servito e precisamente 23 anni prima, Peter Schmeichel festeggiava lo stesso trofeo col Manchester United. La città fra Manchester e Londra è completamente in festa, si beve si canta e si urlano i nomi di Ranieri, Vardy e Schmeichel.

La storia di Kasper è un semplicissimo esempio che nella vita non bisogna mai demordere, mai arrendersi e continuar a credere nel sogno che si coltiva dentro di noi. Anche i vari Vardy e Mahrez hanno avuto più o meno la stessa storia e alla fine il destino e non si sa chi o cosa precisamente, ha premiato nel migliore dei modi questa banda di pazzi. 

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