Occhio a…Patrik Schick, la poesia calcistica “made in Praga”

Da quanto è bella è imbarazzante. Non stiamo parlando di una donna in particolare ma di una città meravigliosa. Madre di artisti, scrittori, musicisti e di una cultura affascinante. Praga. Almeno una volta nella vita è obbligatorio andarci. Pochissime città mondiali, dal punto di vista artistico la superano. Romanticamente unica. Questa superlativa parte di Europa, lontana dai riflettori, ha dato alla luce anche importanti personaggi che sono finiti direttamente nella storia dello sport. Fra più mainstream che possiamo ricordare, Tomas Rosicky. Negli ultimi anni però, la Repubblica Ceca sta tornando prepotentemente ma lentamente a sfornare giovani interessanti. In questo momento la prima pagina è tutta per Patrik Schick.

A vedere il risultato finale dei suoi esordi, nessuno lo voleva più vedere e a Praga è successo così. Succede che Patrik Schick esordisce in prima squadra nello Sparta Praga in coppa nazionale, il 16 aprile 2014: gara persa 3-1 contro lo Jablonec. Poco meno di venti giorni dopo debutta in campionato: gara persa per 3-1 contro il Teplice. 11 dicembre 2014 debutto in Europa League: gara persa per 2-0 contro gli svizzzeri dello Young Boys. Patrik a neanche diciannove anni, rischia di possedere già un record (negativo). Nonostante le dieci successive presenze e una rete, i dirigenti cedono in prestito il giovane calciatore ai Bohemians 1905, convinti che tornerà più completo di prima.

Fisico asciutto, forse troppo poco possente ma occhio a snaturare il fisico di questo meraviglioso calciatore. Prima punta moderna di 187 cm per 73 kg. Tecnicamente ti lascia a bocca aperta, piedi sopraffini in grado di entrare a partita in corso e ribaltare l’andamento del match. Classe cristallina. Si vede che proviene da Praga. Mancini come quelli ne vedi veramente pochi a giro. Il controllo e la conduzione di palla, sono pura poesia per gli amanti del calcio. Sul lato corto dell’area è uno dei più pericolosi in circolazione. Cambiano i colori ma non cambia la città, coi Bohemians realizza sette reti in ventisette presenze. Arrivati a questo punto, difficile capire cosa sia passato per la testa ai dirigenti dello Sparta. Hai fra le mani il miglior talento nazionale e tu che fai? Lo vendi per quattro miseri milioni. Carlo Osti è rimasto stregato da questo ragazzino. Ma quella con la Samp è una storia nata meravigliosamente per pura casualità. Anzi, se Schick è a Genova è tutto grazie a Karlo Lulic. E chi è Karlo Lulic? è un centrocampista croato, coetaneo di Schick che nella stessa stagione si trova ai Bohemians. La particolarità di Lulic è che è ai Bohemians in prestito, proprio dalla Sampdoria. I dirigenti blucerchiati siedono al Dolicek (romanticamente chiamato Stadio Danner) per visionare Lulic, ma nel giro di pochissime partite, il protagonista cambia e Lulic passa in secondo piano. Osti non vuol lasciarselo sfuggire e di fretta e furia, prepara un contratto ed un biglietto con destinazione Genova. Rifiutate Roma, Inter e qualche altra squadra, il giovane ceco sbarca nella città di Fabrizio De André, carico e consapevole di quello che può far vedere al pubblico italiano. Il numero di maglia non è casuale: il 14, il numero che ha cambiato il calcio (Cruijff vi dice qualcosa?).

Intanto però le sue doti sono state notate anche nelle selezioni giovanili, in cui in trenta presenze ha segnato 14 reti e regalato svariati assist e giocate paurose. Esordisce con una doppietta in Under-21 contro Malta. Sulla strada di Patrik, nuovamente Malta, quando il 27 maggio 2016 esordisce in nazionale maggiore, subentrando a Rosicky il quale gli lascia il posto in campo e la responsabilità di riportare la propria nazionale sulla mappa calcistica europea. Ah, segna anche il gol del definitivo 6-0. Il primo gol in Serie A, invece, arriva a Torino, contro lo Juve, battendo Neto col suo piede preferito, su assist di Barreto. Segnerà ancora, contro Torino, Lazio e Roma ma, oltre ai gol, regala agli spettatori giocate che evidenziano la sua magnifica classe. Giampaolo ha espressamente dichiarato di esser felice ad averlo in squadra ma il fatto che non sia titolare è semplice: se gioca, gioca bene e se gioca bene a Giugno va via. Cosa probabile visto che già Inter e Juve hanno chiesto il prezzo del suo cartellino. Curioso pensare che, invece del calcio, avrebbe dovuto intraprendere (come la sorella) la via della moda, ma per fortuna il pallone e il prato verde hanno prevalso sui flash e le passerelle.

Al termine del campionato si scoprirà se potremo ancora ammirare questo straordinario talento ancora in maglia blucerchiata o le sirene di mercato avranno la meglio, con una folle clausola da 25 milioni che permetterebbe di accaparrarsi le sue prestazioni per i prossimi anni. L’augurio è quello che nè alla Samp, se dovesse restare, nè nelle sue future squadre, i preparatori atletici decidano di caricare troppo il suo fisico eccedendo in manubri e bilancieri, limitando le qualità fisiche in suo possesso come l’agilità, come avvenuto con Pato.

Noi intanto ce lo godiamo così, ed è uno spettacolo non da poco.


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