“Ho odiato il calcio negli ultimi 7 anni della mia carriera, contavo i giorni che mi separavano dal ritiro.
Quando mi sono fatto male per la prima volta agli adduttori, di fatto, la mia carriera è finita.
Non riuscivo più a fare gol come quello contro l’Argentina, quando saltavo avversari facilmente, scattavo, tiravo e crossavo.
Quel giocatore lì ero davvero io, poi dopo i tanti infortuni sono stato il massimo che potevo a essere.
Temevo di correre perché sapevo che avrei potuto strapparmi a ogni scatto.
La cosa peggiore è che l’istinto mi spingeva a giocare sempre. Io sono nato per fare il calciatore ma ricordo giorni in cui avevo paura mi passassero il pallone.
Speravo la giocasse a un altro compagno, non vedevo l’ora di smettere.
Mi posizionavo in zone del campo dove non avrei dovuto essere, non ero io quello che scendeva in campo”.
MICHEAL OWEN