Il racconto di Petit: “Al Barcellona mi trattarono come uno sconosciuto, non sapevano nemmeno in che ruolo giocassi…”

Barcellona, chi non sognerebbe di giocare per i blaugrana? Team che ha  visto nelle proprie fila campioni del calibro di Ronaldo, Rivaldo, Ronaldinho, Cruijff, ben prima che poi diventasse dimora della leggenda Lionel Messi. “Mes que un club”, è il motto del Barca, ma andatelo a dire a Emmanuel Petit, ex di Arsenal, Chelsea e, appunto, blaugrana, che in Catalogna ha incontrato più di qualche difficoltà, passando anche per uno sconosciuto qualunque quando, invece, poteva vantare la vittoria della Coppa del Mondo 1998. Questo il suo racconto sulla sua esperienza spagnola:

“Arrivai al Barcellona dall’Arsenal insieme a Marc Overmars, venivo dalle vittorie in Inghilterra, oltre a quella del Mondiale con la Francia, quindo non ero certo uno sconosciuto, eppure al primo allenamento l’allenatore Lorenc Serra Ferrer chiese a Dutruel, portiere mio connazionale, in che posizioni giocassi.
Ricordo la prima volta che incontrai i miei nuovi compagni di squadra, praticamente nessuno mi salutò o si degnò di prestarmi attenzione.
C’erano tre clan: quello dei catalani, gli olandesi e tutti gli altri. Non c’era traccia di unità, lo spogliatoio era completamente spaccato, marcio fino al midollo.
C’era un’atmosfera tossica, infatti quel Barca non vinse nulla.
L’unico rimpianto della mia carriera è aver lasciato l’Arsenal per andare al Barcellona, a fine stagione decisi così di tornare in Inghilterra al Chelsea”.

EMMANUEL PETIT

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