Viaggi di andata e ritorno, le storie degli acquisti bis della Juventus

Arrivare a giocare in un grande club, si sa, è l’ambizione di chiunque giochi a calcio, difficile, non impossibile, ma ancor più complicato è ritornare in un grande club, dopo esserci stati in precedenza.

Una della squadre più restie a dare chance bis ai propri calciatori, dopo una cessione, è sempre stata storicamente la Juventus, facendo propria la massima secondo la quale i ritorni sono spesso minestre riscaldate. Tutto vero, anche se, nell’ultimo decennio e non solo, specie sotto la presidenza di Andrea Agnelli, qualcosa è cambiato, con Gianluigi Buffon e il suo clamoroso ritorno che è soltanto uno degli ultimi rientri avvenuti di recente in casa bianconera.

Nella lista di cui andremo a parlare sono conteggiati soltanto coloro i quali hanno disputato almeno una stagione in prima squadra e con almeno 5 presenze, escludendo quindi i vari primavera che hanno debuttato e poi sono ripassati dalla casa madre, vedasi, ad esempio, Matteo Paro, Raffaele Palladino e Davide Lanzafame, oltre al più recente Moise Kean, 4 presenze e 1 gol stagionali nel 2016/17 e ritornato dal prestito al Verona e messosi in mostra a suon di gol nella stagione appena conclusa.

Il primo caso di cui andremo a trattare è Marcelo Zalayeta, tre esperienze diverse alla Juventus seppur inframezzate soltanto da prestiti. L’uruguaiano arriva a Torino nel 1997 e vince subito lo scudetto segnando un gol nel 2-2 con il Napoli, per poi virare ad Empoli nella stagione successiva dopo una manciata di presenze. Dopo la Toscana fa tappa a Siviglia per due stagioni, una in Liga una in seconda serie, per poi tornare in bianconero e diventare un vero e proprio jolly per Marcello Lippi dal 2001 al 2004, segnando un gol indimenticabile nei quarti di Champions al Camp Nou. Dopo l’infruttuoso prestito al Perugia rientra ancora a Torino nel 2004 rimanendovi fino al 2007, in due campionati di A e uno di B, trovando ben 6 gol nella prima stagione di Capello sotto la mole. Nel 2007 saluta definitivamente il Piemonte andando al Napoli.

Il primo vero e proprio riacquisto, ossia un giocatore uscito dall’orbita bianconera e tornatovi dopo nuova negoziazione, è di quelli silenti: Antonio Chimenti. Secondo portiere alle spalle di Buffon dal 2002 al 2006 con 31 presenze totali, viene ceduto al Cagliari nel Gennaio 2006, parando anche un rigore a Del Piero nello scontro tra i sardi e i bianconeri. Nel 2008 torna a Torino come terzo portiere dopo una stagione all’Udinese, collezionando 3 presenze nel 2009/10 e venendo ricordato per un posizionamento un pò goffo sul gol di Cassano in Samp-Juventus.

Non si tratta di un acquisto, perchè Claudio Marchisio il bianconero lo lasciò soltanto in prestito, dopo le 25 presenze in Serie B nel 2006/07, andando a giocare nell’Empoli nel 2007/08. Ma il suo ritorno va comunque statisticamente annoverato, come per Zalayeta, prima di fare una carriera bianconera incredibile, collezionando presenze, gol e trofei dal 2008 al 2018.

Con l’arrivo di Andrea Agnelli alla presidenza bianconera i casi di ritorni diventano ben più numerosi. Il primo, sicuramente il più celebre, è quello di Martin Caceres, in prestito in bianconero nel 2009/10 e di ritorno venendo acquistato nel 2011/12, presentandosi in entrambi i casi al debutto con gol: il primo, alla Lazio, il secondo con una doppietta in Coppa Italia al Milan. Il terzo ritorno, stavolta senza gol, è ben più recente, richiamato nel Gennaio 2019 dopo la cessione di Benatia, in prestito per 6 mesi dalla Lazio.

Altro caso celebre è quello di Sebastian Giovinco, al debutto in cadetteria nel 2007 con la Juve per poi farsi in prestito le ossa all’Empoli l’anno successivo. Dal 2008 al 2010 in bianconero tra alti e bassi, viene ceduto in comproprietà al Parma nel 2010, esplodendo in gialloblu e raggiungendo anche la Nazionale. Antonio Conte lo rivuole fortemente alla Juventus, così nell’estate 2012 la formica atomica fa ritorno sotto la Mole, disputando dal 2012 al 2015 due stagioni e mezza in bianconero.

Gran protagonista del primo scudetto di Antonio Conte sulla panchina bianconera è Alessandro Matri, arrivato nel Gennaio 2011 alla Juventus proveniente dal Cagliari. I 10 gol nel 2011/12 gli valgono il titolo di capocannoniere di squadra, disputando un’altra stagione in bianconero l’anno successivo. Nel 2013 fa ritorno al Milan, dove era cresciuto nelle giovanili, per poi girovagare tra Fiorentina e Genoa in prestito. Nel Gennaio 2015, dopo la cessione di Giovinco, la Juventus lo richiama in prestito proprio dai rossoneri, dopo i primi 6 mesi al Genoa, dove diventerà protagonista la notte della vittoria della decima Coppa Italia juventina, contro la Lazio. Terminato il prestito, farà ritorno al Milan che lo cede ancora in prestito alla Lazio, per poi andare al Sassuolo.

Dal ritorno di Matri a quello di Leonardo Bonucci passano tre anni e molto più clamore, le protagoniste sono però sempre Juventus e Milan. Il difensore della Nazionale, dopo una vita in bianconero, in rotta con Allegri decide di cambiare aria e passare al Milan nel 2017. Una stagione deludente, se non disastrosa, per l’ex capitano rossonero, culminata proprio con l’umiliante 0-4 contro la sua ex squadra in finale di Coppa Italia. Dopo un solo anno si pente della scelta fatta e torna, tra lo scetticismo e la contestazione dei tifosi, in bianconero nel 2018, ritrovando subito il posto da titolare e la vittoria del titolo.

Se il ritorno di Leonardo Bonucci aveva fatto clamore per tutto quello che era avvenuto, dalla lite con Allegri alla fascia di capitano al Milan, fino all’esultanza all’Allianz Stadium, in gol contro la sua ex squadra, pensate quanto possa esserlo quello di una bandiera che saluta con tanto di giro di campo e lacrime dopo 17 anni di storia bianconera. Ovviamente stiamo parlando di Gigi Buffon, storica icona bianconera dal 2001 al 2018, che nel Maggio 2018, dopo aver programmato l’addio al calcio e l’ingresso nella dirigenza juventina vacilla dinanzi l’offerta del Psg. Alla Juve il titolare designato dal 2018 è Szczesny, il Gigi nazionale però dinanzi la possibilità di continuare ancora come calciatore decide di provare l’avventura in Francia, salutando il suo popolo all’ultima di campionato in una giornata indimenticabile, fatta di abbracci e lacrime, al termine di Juventus-Hellas Verona. E invece, sorpresa delle sorprese, dopo aver terminato l’esperienza parigina e ascoltato la proposta proveniente dal Porto, arriva inaspettata la chiamata della Juventus, per riaverlo come vice al posto del partente Perin e soprattutto come uomo spogliatoio, facendo da collante tra vecchia guardia e il nuovo tecnico Maurizio Sarri. Super Gigi si mette a disposizione, gioca una manciata di gare e la Coppa Italia, e soprattutto supera il record assoluto di presenze in Serie A e vince il suo ennesimo Scudetto, in previsione, stavolta sul serio, un futuro da dirigente al termine della carriera.

Nella stessa estate 2019 si concretizza, a sorpresa, un altro ritorno, quello di Gonzalo Higuain. Bomber principale della squadra bianconera e acquisto più costo di sempre della società prima dell’arrivo di CR7, reduce da due prestiti semestrali a Milan e Chelsea senza lasciare segno, l’argentino sembra tornare a Torino soltanto di passaggio, seppur acclamato dai tifosi e apprezzato da Maurizio Sarri, in attesa di acquirenti. Allenamento dopo allenamento però l’ex Real Madrid e Napoli si ritaglia sempre più spazio, si fa apprezzare nel gruppo, è anche il primo marcatore stagionale nella prima amichevole contro il Tottenham, e ignorando le sirene di mercato che lo accostano a più di un club decide con forza di restare in bianconero. La sua seconda avventura torinese riparte nel migliore dei modi ritagliandosi un posto importante in squadra e timbrando due reti fondamentali quali quelle contro Napoli e Inter a San Siro, ma anche mettendosi in mostra come regista offensivo in grado di servire assist importanti ai compagni. A fine stagione, dopo la lunga pausa dovuta alla pandemia, vincerà il suo terzo Scudetto in bianconero, segnando 11 reti tra tutte le competizioni, per poi prendere la volta della MLS con l’Inter Miami.

Stagione 2020/21, sulla panchina della Juventus dopo l’esonero da fresco campione d’Italia siede a sorpresa Andrea Pirlo, allenatore giovane con squadra giovane, i bianconeri iniziano un processo di svecchiamento che vede, tra gli altri, anche la partenza di Gonzalo Higuain. Il suo sostituto è, anche in questo caso, un vecchia conoscenza, perchè dall’Atletico Madrid torna, in prestito biennale, Alvaro Morata, 4 anni dopo la sua prima esperienza bianconera. In un avvio di campionato complicato per la squadra di Pirlo, che mai in tutta la stagione riuscirà a mettere in fila tre vittorie di seguito, lo spagnolo è uno dei più positivi, sbloccandosi alla sua seconda gara della nuova avventura italiana, contro il Crotone, per iniziare un filotto di reti che lo vedrà protagonista oltre che in campionato con 11 centri, tra i quali quelli a Benevento, Lazio e Fiorentina, anche in Champions, Supercoppa contro il Napoli e Coppa Italia. A fine anno saranno 20 le marcature di Morata 2.0.

Il quarto posto agguanto nell’ultima giornata di campionato e le vittorie di Supercoppa e Coppa Italia non valgono però la conferma a Pirlo, e anche sulla panchina bianconera si concretizza un ritorno, quello dopo due anni di Massimiliano Allegri. In una squadra che, perso CR7 farà una gran fatica a segnare, lo spagnolo nel mercato di gennaio sembra sul punto di partire destinazione Barcellona, ma il tecnico toscano gli rinnova la sua fiducia anche dopo l’arrivo del tanto agognato rinforzo in attacco, Dusan Vlahovic, e Morata mantiene il suo posto da titolare nell’attacco della Vecchia Signora, ora da punta, ora da esterno del tridente. Calano le marcature totali dello spagnolo, ma non le presenze, che anzi aumenteranno, a fine stagione saranno 9 centri in campionato e 12 in totale.

Come nella sua prima esperienza bianconera, però, anche la seconda termina dopo un biennio in prestito, l’Atletico non fa sconti per il riscatto, e Morata torna a Madrid sponda colchoneros dove riprenderà immediatamente il posto da titolare.

Nel frattempo, subito dopo il cambio di panchina tra Pirlo e Allegri, nell’estate 2021, in casa bianconera si era consumato un altro fragoroso addio, quello di Cristiano Ronaldo, tornato a Manchester negli ultimissimi giorni di mercato, lasciando sguarnito l’attacco juventino. Colta alla sprovvista, la squadra bianconera ricorrerà, anche in questo caso, ad una vecchia conoscenza, per sostituire, perlomeno numericamente, l’addio del portoghese. Dopo due anni e un’ottima esperienza francese al Psg torna infatti, in prestito con obbligo di riscatto, Moise Kean, il giovanissimo gioiello della primavera lanciato proprio da Allegri due anni prima e che tanto bene aveva fatto nel finale dell’ultimo scudetto di Allegri sulla panchina juventina. Tornato dall’Everton, il classe 2000 nuovamente bianconero si alternerà principalmente con Morata nella prima parte del campionato, segnando un gol rocambolesco alla Roma, finendo un pò dietro nelle gerarchie nel girone di ritorno, dopo la rivoluzione dell’attacco e l’arrivo di Dusan Vlahovic nel mercato invernale. Un impiego part-time che comunque varrà 5 gol in campionato, di cui uno al Sassuolo da subentrato nel girone di ritorno, ed uno in Champions. La seconda stagione, sulla falsariga della prima, andrà un pò meglio sotto il profilo dei gol, con 6 in campionato ed 8 in totale, che ne faranno un dei migliori bianconeri per media gol in rapporto ai minuti giocati.

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