Giorgio Chiellini, ovvero l’arte di difendere. Il Capitano della Juventus, uno dei migliori esponenti della vecchia scuola dei difensori, si è sempre contraddistinto in campo per agonismo e senso della posizione, raccogliendo elogi da colleghi, allenatori ed addetti ai lavori. Una bandiera bianconera dal 2004, quando fu prelevato dal Livorno e mandato a farsi le ossa alla Fiorentina. Non tutti sanno, però, che il destino del Giorgione nazionale sarebbe potuto essere lontano dall’Italia, con un’offerta pervenuta dall’Arsenal, e rispedita al mittente, risalente a quando il numero 3 bianconero aveva 16 anni. Su questo, e diverse altre tematiche, si è soffermato il numero 3 della Juventus, nell’intervista rilasciata a So Foot.
“Avevo 16 anni, era il 2001 e giocavo in serie C nel Livorno, l’Arsenal mi offrì 200 milioni di lire a stagione. Con il senno di poi sono stato un folle a declinare quella proposta, ma non mi sentivo pronto, accettare, poi, mi avrebbe dato l’impressione di tradire il Livorno. Un anno dopo mi chiamarono il 31 gennaio alle ore 18 per dirmi: “Devi firmare per l’Inter”. Rifiutai. Stavo facendo quarta liceo, non volevo andare da nessuna parte né tradire Livorno.
Mi fa molto piacere vincere un duello. Quando riesco a bloccare un tiro pericoloso o salvare un gol, ho una scarica di adrenalina. È una gioia diversa dal segnare, non è paragonabile, ma quei salvataggi in partite importanti, li ho ancora dentro di me. Ad esempio, il mio gol segnato contro il Barcellona nei quarti di finale di Champions League mi ha dato molta meno soddisfazione di aver impedito a Harry Kane di segnare all’89° minuto, quella partita contro il Tottenham nel 2018 è stata molto combattuta, dopo c’è stato anche l’abbraccio con Gigi Buffon e Barzagli, un momento forte. Per vincere i duelli con gli attaccanti bisogna essere pessimisti e prevedere il peggio. È il prezzo riservato ai giocatori “normali” come me o Barzagli. Attenzione, Andrea è stato un gradissimo difensore, ma noi non abbiamo le qualità da fuoriclasse di Sergio Ramos o Virgil van Dijk. Ho una sorta di sdoppiamento della personalità: sono piuttosto timido e riservato, ma in campo sono capace di tutto pur di vincere.
Per dare il meglio devo trovare un rivale, stimo molto Zlatan Imbrahimovic, ci rispettiamo, eravamo compagni nella mia prima stagione alla Juve. Mai avuto paura di affrontarlo, mai fatto un passo indietro, aveva già una forza fisica fuori dal normale. Dopodichè è diventato ‘nemico assoluto’ passando all’Inter, poi semplice avversario al Milan o in Nazionale, è sicuramente il miglior nemico della mia carriera”.