Football Stories: Gerd Müller

“Potrà scordarsi il suo nome, la sua casa e non riconoscere le persone a lui care, ma mai si scorderà di come si fa gol” 

Il mister gli si avvicinò e gli sbatté la verità in faccia: “nel calcio non farai strada, ti conviene dedicarti a qualche altra cosa”. Per fortuna quel ragazzino basso, mingherlino e scoordinato non lo ascoltò, altrimenti la Germania (allora Ovest) avrebbe in bacheca un Mondiale e un Europeo in meno. Ma chi è questo ragazzino? Si chiama Gerhard ma tutti lo chiamano Gerd. Gerd Müller lavorava a quel tempo dodici ore al giorno in una fabbrica tessile e, come tutti gli operai del mondo di allora, dopo aver lavorato ci si riuniva per giocare a calcio. Gerd giocava con colleghi di venti, trenta e anche quarant’anni più grandi: era il più piccolo, il più basso, ma non era sicuramente il più scarso. Non era quel ragazzino che ti illumina gli occhi, che supera l’uomo con la giocata o che fa della tecnica la sua arma migliore, ma bastava dargli la palla sui piedi e lui faceva gol, di destro, di sinistro, di coscia o di ginocchio. Non era neanche elegante (e mai lo è stato), possedeva una scoordinatezza incredibile, però segnava, e anche tanto. La prima stagione in carriera la giocò nel Nordlingen, squadra della sua cittadina natale, in cui nacque il 3 novembre 1945. Nel maggio del 1964 si tirarono le somme, sia per la squadra, sia per Gerd. Nordlingen: prima posizione e promozione in quarta serie bavarese. Gerd Müller: 31 presenze, 51 reti. A non molti chilometri di distanza, una squadra bavarese cerca un giovane attaccante per fare il salto in Bundesliga. Con o senza Gerd, la promozione in Bundes dovrebbe essere una passeggiata, visto che nel Bayern Monaco militano già Sepp Maier e un certo Franz Beckenbauer che, dopo qualche anno, diverrà il Kaiser. Già, è proprio il Bayern Monaco a volere il ragazzo scoordinato, basso e mingherlino.

Gerd_Muller_BayernIl mister è un certo Zlatko Cajkovski, non l’ultimo arrivato: in carriera ha partecipato con la nazionale jugoslava ai Mondiali del ’50 e del ’54; era un centrocampista meraviglioso, come tutta la nazionale jugoslava di allora. Cajkovski, a un allenamento che preparava il Bayern alla nuova stagione nella neonata Bundesliga, vide un nuovo ragazzino. Dopo avergli dato la palla per palleggiare e iniziare l’allenamento, lo jugoslavo si girò sbigottito verso i dirigenti a bordo campo dicendo “ma quello lì chi è? Porta i palloni, spero”. I dirigenti risposero quasi in coro “no, mister, ma gli dia un’occhiata, perché questo è forte”. Cajkovski continuò a guardare Gerd,ma più passava il tempo più il tecnico era meno convinto. Lo jugoslavo aveva in mente una specie di 5-5, là davanti voleva 5 attaccanti completi, che sapevano dribblare, segnare ma soprattutto dare spettacolo. Si arrivò così al momento della partitella. Mezz’ora dopo, Gerd aveva già segnato un paio di gol “sporchi”, ma pur sempre gol erano. Ed è da questo preciso istante che inizia la leggenda di Gerhard Müller. Il Bayern viene subito promosso in Bundes grazie alle sue tante reti, mentre Cajkovski è costretto a cambiar modulo e idee per poter farlo giocare. Stagione dopo stagione, per il calcio di allora, i numeri di Müller sono una cosa mai vista prima e grazie proprio ai suoi numeri il Bayern conquista una marea di trofei. Alla prima stagione in Bundes mette a segno 15 reti in 33 incontri. E anche in Nazionale si toglie qualche soddisfazione.

05_grhrd_mwlrIl mondo si accorge di lui solo al Mondiale messicano del ’70, quando la Germania si arrende al tremendo 4-3 dell’Azteca in cui lui segna due reti. Due anni più tardi vince l’Europeo in Belgio, battendo in finale l’URSS con una sua doppietta. Müller risulta decisivo in tutte le partite del torneo e lo sarà anche due anni più tardi al Mondiale casalingo del ’74. È il Mondiale dello Zaire, dei Pink Floyd, di Crujiff e Beckenbauer, ma sul gradino più alto del podio ci arrivano i padroni di casa che in 45 minuti ribaltano lo svantaggio grazie a un rigore di Breitner e al suo solito gol “sporco”, che rimanda a casa l’Arancia Meccanica di Michels, Crujiff e Neeskens. Dopo questa partita, Gerd non indosserà mai più la casacca tedesca.

Gerd_Müller_1974Dopo aver vinto tutto, dalla Bundes alle coppe nazionali, senza dimenticare le 3 Coppe dei Campioni consecutive e i trofei in Nazionale, Müller si trasferisce negli States, come hanno fatto Crujiff, Best e lo stesso Beckenbauer. Gioca 3 anni in Florida, togliendosi la soddisfazione di segnare 40 reti in 80 presenze. Nell’autunno del 2015 il Bayern comunica che Müller soffre di Alzheimer ed è quindi costretto a vivere in un centro medico specializzato.

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