Football Stories: Henrik Larsson, lo svedese che ha conquistato la Scozia

E’ capitato davvero poche volte, nella storia del calcio, che un ragazzo di appena 22 anni trascini prima una squadra, poi una nazione a un traguardo tanto prestigioso quanto le semifinali di un Mondiale. Ancora più incredibile perchè protagonista di un Paese come la Svezia, che ne ha avuti di grandi giocatori ma non tanti quanto Francia, Germania, Italia e le sudamericane. Quella di Henrik Larsson è la storia di un giocatore che ha dato finalmente visibilità, dal punto di vista calcistico, alla Svezia.

images (1)Henrik Larsson nasce il 20 settembre 1971 a Helsinborg che per circa 600 anni è stata una cittadina danese vista la sua vicinanza alla Danimarca. A seguito di alcune guerre fra le due nazioni, Helsinborg è passata nel 1658 al regno svedese. Nasce da una coppia mai sposata, il padre Francisco Rocha di chiare origini non svedesi ma capoverdiane e la madre Eva Larsson. A 12 anni i suoi genitori si separano e il piccolo Henrik decide (sicuramente non da solo) di avere il cognome della madre anche per motivi di cittadinanza svedese. Henrik è già da molto tempo un tesserato dell’ Hogaborg e nel 1988 arriva a debuttare in prima squadra. Prima però lascia la scuola e si trova un lavoretto part-time visto che il club è semi-professionistico. In 4 anni col club segna la bellezza di 23 reti in 74 apparizioni e per un 19enne è sicuramente un buon bottino. Queste cifre le notano i dirigenti dell’ Helsinborg che decidono di acquistare il giovane Henke. Con i suoi gol contribuisce alla promozione del club in Allsvenskan (Serie A svedese) e nella stagione successiva con 16 gol permette al club di concludere il campionato in una posizione di metà classifica.

Intanto il suo cognome esce dai confini scandinavi ed entra nei taccuini dei migliori club europei. Si fa il nome dell’ Ajax, dell’ Inter e anche delle due squadre di Madrid. Anche il Feyenoord è interessato a lui ma sembra la sfavorita all’acquisto. Ma per poche migliaia di sterline Larsson compie lo stesso percorso che farà un certo Zlatan Ibrahimovic 15 anni dopo ma, a differenza di Ibra, la destinazione non è Amsterdam ma Rotterdam. La prima stagione in terra olandese non è delle migliori a causa anche di una posizione di gioco che non gli permette di esprimersi al meglio. Vince comunque la Coppa d’Olanda e si ripeterà l’ anno successivo. A Giugno viene convocato per il Mondiale statunitense e la Svezia arriva fino alle semifinali trascinata da Henke, Ingesson e Brolin. Nella finale degli scontenti realizza un gol nel 4-0 ai bulgari di Stoickov. Torna in Olanda e ci rimane altri 3 anni. In quattro stagioni olandesi realizza 33 gol in 130 gare. I 33 gol fanno impressione anche per il modo in cui vengono messi a segno: di testa, di destro, sinistro, pallonetto… è curiosa anche la sua capigliatura, perchè il giovane svedese sfoggia dei lunghi dreadlocks biondi, acconciatura abbastanza inusuale per uno svedese.

imagesIl Celtic si accorge di lui e per neanche 1 milione di sterline nel 1997 riesce a portarlo a Glasgow. E qui comincia la leggenda di Henrik Larsson, non senza però qualche ostacolo. Il debutto è da dimenticare perchè un suo errore contribuisce alla vittora degli avversari. Si rifarà durante il corso della stagione segnando 16 gol in 35 partite vincendo campionato e coppa scozzese. Risulta fondamentale per il gioco degli scozzesi e la stagione dopo si consacra definitivamente e tra campionato, coppe nazionali, Champions e Coppa Uefa realizza 38 reti in 48 presenze. A ottobre 1999 si infortunia gravemente in una gara di Champions col Lione riportando la rottura di tibia e perone. Rientra in tempo per Euro 2000 ma la Svezia gioca solo 3 partite perchè eliminata. La stagione 2000-2001 rientra in campo e si prende una grandissima rivincita perchè grazie ai suoi 31 gol in campionato si porta a casa la Scarpa d’ oro. Nel 2002 in coppia con un giovanissimo ma talentuosissimo Ibrahimovic parteciperà al mondiale nippo-coreano concluso per gli svedesi agli ottavi. Nel corso delle stagioni in Scozia riesce sempre a mantenere un profilo realizzativo molto alto, spesso decide l’Old Firm e porta avanti gli scozzesi in Europa. Nel 2004 a contratto finito decide di lasciare la Scozia per approdare in Spagna, sponda Barcellona. Resterà e lo è tuttora nel cuore dei tifosi biancoverdi che non hanno mai amato così tanto un giocatore non britannico. In Portogallo, ad Euro 2004, viene eliminato dagli olandesi ai quarti ai calci di rigore per un errore dal dischetto di Ibrahimovic.

larsson1Nel 2004-2005 gioca con la camiseta blaugrana ma viene impiegato scarsamente, segna solo 7 reti di cui una in Champions proprio contro il Celtic. Lo svedese, ormai senza più i bellissimi dread da qualche anno, non esulta ma scoppia quasi in lacrime, stesso episodio successo a Batistuta quando segnò alla viola in maglia giallorossa. Nel corso della stagione però si infortunia nel Clasico ma la società blaugrana gli dimostra fiducia prolungandogli il contratto. La stagione dopo il Barça vince la Champions League a Parigi dopo aver vinto l’anno precedente la Liga. Nel novembre 2005 viene nominato come miglior calciatore svedese della storia. Resta due stagioni in Spagna e dopo decide di tornare in madre patria a concludere con tranquillità la sua carriera. Torna all’Helsinborg ma nel 2007 gioca 2 mesi col Manchester United segnando anche 3 reti in 13 presenze. Torna in Svezia giocando per altri 3 anni con risultati rispettabilissimi. Si ritira dal calcio giocato nel 2009 intraprendendo la carriera da allenatore. Attualmente allena l’Helsinborg dopo aver allenato in giro per la Svezia. Il premio consegnatogli nel novembre del 2005 parla per lui e per tutta la sua carriera. Anche oggi se vi capita di girare per Glasgow, nelle zone in cui si tifa Celtic, il suo nome è scritto ovunque, muri, strade, libri, corpi e teloni, Henrik Larsson, semplicemente una leggenda.

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