Football Stories: Sandor Kocsis, il bomber della grande Ungheria

Nel 1996 Leon Gast produsse e diresse il magnifico capolavoro cinematografico “Quando eravamo Re”. Il film documentario, attraverso immagini e interviste dell’ epoca, parla del geniale pugile Muhammad Alì, del suo carisma delle sue gesta e dei suoi incontri sul ring. Prendendo alla lettera il titolo, se fosse un film documentato sul calcio, ci sarebbe sicuramente dentro quella magnifica Ungheria anni ’50 che, come l’ Olanda qualche decennio dopo, non vincerà nè un Mondiale nè un’ Europeo ma rimarrà negli annali del gioco per sempre. Ce ne sono di giocatori buoni nell’ Ungheria anni ’50: sicuramente Puskas, Bozsik e anche Sandor Kocsis. Il primo non ha bisogno di presentazioni, il secondo ha costruito un fortino invalicabile a centrocampo e del terzo è meglio parlare in cifre: con maglie di club ha totalizzato 290 presenze contornati da 242 gol e per la nazionale ungherese si conta 75 reti in 68 gare.

Kocsis_Sandor_004Sandor Kocsis nacque a Budapest il 21 settembre 1929. L’ Ungheria dei primi anni 30 è sotto una forte influenza fascista e presto si formeranno dei potenti movimenti di estrema destra, pronti a punire gli ebrei. Giocare, ma soprattutto pensare al calcio, risulta estremamente complicato. Ma quella generazione di uomini che poi diventeranno grandi calciatori, ha qualcosa di speciale che non si era mai visto. A quei tempi gli allenamenti all’ aperto erano un lusso e i giocatori si allenavano in palestra calciando i palloni al muro e Kocsis sfruttava i rimbalzi per colpire di testa. Esordì a 16 anni con la prima squadra del Ferencvaros che è attualmente la squadra più titolata d’ Ungheria, la quale ha una forte rivalità con le altre 2 grandi squadre di Budapest: l’ Ujpest e l’ Honvéd (ovvero la vecchia Kispest). Kocsis è un giocatore fondamentale per gli schemi dell’ epoca e viene considerato come uno dei più forti colpitori di testa mai esistiti nella storia del gioco. Come è possibile che un calciatore di appena 177 cm riesca a diventare il più forte colpitore di testa? Nella stagione 1948/49 i bianco verdi vincono il loro 17esimo scudetto dopo un digiuno di ben 7 anni. Kocsis risulta decisivo in più occasioni bucando il portiere ben 33 volte ma vanno anche ricordati i 59 gol di Ferenc Deak altro grande attaccante che in soli 3 anni con il Ferencvaros, segnò 121 reti in 88 gare. Deak, morto nel 1998, ottiene tuttora il record mondiale di media gol con 66 reti in 34 gare. Nel 1950 Kocsis passa ai rivali rossoneri della Honvéd squadra che apparteneva all’ esercito ungherese. La polisportiva rossonera di Budapest, fondata nel 1909 e rifondata nel 2003, prima si chiamava Kispest, poi nel 1950 venne rinominata in Honvéd, in ungherese “difensore della patria”. Kocsis veste rossonero e insieme a lui vi sono, Puskas, Bozsik (a cui è intitolato lo stadio della Honvéd) e Czibor il quale sarà fondamentale per la testa di Kocsis, servendolo ripetutamente di cross. Insieme formeranno l’ anima della Aranycsapat la formidabile Squadra d’ oro dei primi anni ’50 allenata dal maestro Sebes. Quella nazionale ungherese cambierà per sempre lo stile e la visione del gioco e Puskas e compagni riusciranno nel 1952 a vincere le Olimpiadi finladesi. La Squadra d’ oro rimane imbattuta per ben 4 anni (1950-1954) salvo poi essere incredibilmente sconfitta nella finale del mondiale svizzero dai tedeschi dell’ ovest che ne avevano presi 8 nel gironcino proprio contro gli ungheresi, marcatori Toth, Puskas, Hidegkuti e una bella quaterna di Kocsis che risulterà capocannoniere del torneo con 11 gol. Quel pomeriggio avviene la fine del formidabile ciclo di vittorie ma da quel famoso 8-3 nel girone agli ungheresi mancherà il colonello Puskas, perchè i tedeschi, frustati e frustrati, pesteranno il numero 10, infortunandolo e facendogli saltare, forse, l’ appuntamento più importante della sua carriera. La Squadra d’ oro rientra in patria che non sta attraversando il miglior momento storico. La stagione 54/55 Kocsis e compagni vincono per la seconda volta consecutiva il campionato ungherese, il loro ultimo scudetto. Nel 1956 l’ Honvèd affronta a Bilbao la squadra basca ma giungono notizie da Budapest che la rivolta ungherese ha preso forma e che l’ esercito sovietico sta spargendo sangue ovunque. Il ritorno dei quarti di Coppa dei Campioni si gioca a Bruxelles in campo neutro e dopo la sconfitta per 3-2 in Spagna, i rossoneri non vanno oltre il 3-3 cedendo la semifinale al Bilbao. Da qui inizia il declino di molti calciatori ungheresi. I giocatori rossoneri dopo aver ricevuto un messaggio da Budapest “qui è tutto sistemato potete rientrare tranquillamente senza alcun pericolo” rientrano in patria scoprendo di essere stati ingannati dal governo. Altri calciatori però decidono di non rientrare e Kocsis si rifugia in Svizzera ma non può giocare a calcio perchè la federazione non rilascia il nulla osta e Kocsis inizia l’ attività di commerciante di elettrodomestici. I soldi però son pochi e quei pochi che ha li usa per farsi raggiungere da moglie e figlia. La depressione affligge Kocsis il quale comincia a bere finendo addirittura in manette per stato di ebrezza. Intanto dopo 1 anno di inattività, finalmente viene ingaggiato dagli Young Fellows compagine svizzera. Dopo 1 solo anno con gli svizzeri arrivano un paio di chiamate da Barcellona con parlate ungheresi. Dall’ altra parte della cornetta ci sono Kubala e Czibor che rivogliono accanto Sandor per far tornar grandi i blaugrana. Kocsis entusiasta, accetta la proposta e si trasferisce con la famiglia nel capoluogo catalano. Segna al debutto contro la Real Betis e vince per 2 anni di fila (’59 e ’60) la Liga spagnola. Oltre alla Liga vi sono anche i successi in Coppa di Spagna (’59 e ’63) e in Coppa delle Fiere nel 1960. Kocsis dà l’ addio al calcio giocato nel 1965 ma rimane a Barcellona dove apre un ristorante. Ha anche una brevissima carriera da allenatore ma i risultati scadenti non gli permettono di continuare. Nel 1978 gli vennero diagnosticati leucemia e un cancro allo stomaco e 1 anno più tardi decide di farla finita, gettandosi dal decimo piano dell’ ospedale di Barcellona. Quella magnifica Ungheria fa parte di quel clacio che non esiste più, pieno di rivoluzione in cui spesso sport e politica si mischiano dando nascita ad incredibili storie di calciatori che hanno fatto la storia di questo sport. Insieme all’ Olanda e all’ Ajax anni ’60 e ’70 l’ Aranycsapat e la grande Honvéd hanno rivoluzionato definitivamente il gioco in campo.

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