Che fine ha fatto Jeremy Menez, Houdini in un campo di calcio?

Pur essendo nato a due passi da Parigi, Jeremy Menez dovrà aspettare qualche anno prima di indossare la maglia del club della propria città.

La carriera di Menez parte lontano da Parigi e vicino alla Svizzera. A soli nove anni entra nelle giovanili del Sochaux, il club che rappresenta i comuni di Montbéliard e Sochaux appunto. Il classe 1987 segna e incanta ma per aver la certezza di un gran futuro c’è bisogno di misurasi con avversari di maggior livello e nel 2003 viene promosso in prima squadra. La rosa di Guy Lacombe è giovane e i migliori talenti delle giovanili li hanno tutti promossi al livello superiore, fra di loro anche Mathieu che poi farà strada in Spagna e adesso veste la maglia dello Sporting. Menez è il più giovane della rosa ma fin da subito in molti capiscono il suo potenziale. Guy Lacombe è incantato e senza pensarci due volte gli dà la maglia da titolare che Jeremy si terrà fino al 2006. Dopo non molte partite giocate il 22 gennaio 2005 diviene il più giovane calciatore della storia della Ligue 1 a segnare una tripletta (finirà quattro a zero contro il Bordeaux). Nel luglio del 2006 mentre noi italiani alziamo la Coppa del Mond, Menez accetta il Monaco e si trasferisce  a soli 19 anni nel Principato. I soldi incassati dal Sochaux saranno solo tre milioni e mezzo. Le cessioni di quell’estate sono importanti e tanto per citarne alcuni, lasciano il Principato: Vieri, Chevanton, Squillaci e Maicon, si quel Maicon. Arrivano però Menez appunto, un giovane Yaya Touré dalla Grecia, Leandro Cufré dalla Roma e Jan Koller dal Borrussia Dortmund. Al Monaco Menez fa il salto di qualità, illumina letteralmente il campo. La sua tecnica è stordente cambi di direzione da perder la testa, Jeremy è sicuramente il miglior talento del calcio francese. Ma il cammino del Monaco non è indimenticabile e chiuderà alla posizione numero nove in campionato. Yaya Touré in estate porta soldi nelle casse del club ma non vengono reinvestiti come sperato. Il campionato è ancora una volta da dimenticare e la squadra allenata dal brasiliano Ricardo Gomes, riesce addirittura a peggiorare il piazzamento della stagione precedente (dodicesimo posto). Fortunatamente brilla Menez. La luce del suo talento arriva fino a Roma. Spalletti ha perso la testa per lui e lo vuole a tutti i costi nella sua rosa, che cerca di spodestare l’Inter di Ibrahimovic dal trono di Campione di Italia.

 

Menez sbarca in Italia a fine agosto 2008, venendo accolto come un acquisto di grande fattura. I dieci milioni di cartellino arrivano a Monaco, quindi Menez esordisce in campionato solo tre giorni dopo contro il Napoli, facendo già vedere doti interessanti. Il gol però tarderà ad arrivare ed arriva al Bentegodi: tiro al volo di pregevole fattura e soprattutto decisivo per l’1 a 0 finale. I quattro gol stagionali dimostrano che Menez non è un bomber ma è di sicuro un assist-man (saranno cinque). La seconda stagione romana, quella che dovrebbe essere della consacrazione in realtà è piena di difficoltà almeno per lui. Spalletti, suo grande estimatore dura solo due giornate grazie alle due sconfitte con Genoa e Juventus. Al suo posto Ranieri che lo utilizza poco meno di Spalletti. Per quanto riguarda in campo internazionale i giallorossi saluteranno la Champions solo agli ottavi di finale, grazie alla doppia vittoria per tre a due del Panathinaikos di Cissé. La Roma, come abituata negli anni precedenti chiuderà al secondo posto, dietro l’Inter del triplete. L’ estate è piena di chiacchiere sul suo futuro ma lui ribadisce spesso e volentieri di voler proseguire a Roma. La stagione giallorossa parte una settimana prima rispetto agli altri, visto che gioca (e perde) la finale di Supercoppa italiana contro i nerazzurri. L’ avvio in campionato è più salita che discesa: reti bianche all’Olimpico contro il Cesena, sconfitta per cinque a uno a Cagliari, due pari col Bologna di Di Vaio e sconfitta a Brescia per due a uno. Fortunatamente il 25 settembre ci pensa Vucinic al minuto novantadue a battere l’Inter in cerca di un degno futuro. Menez batte il record di presenze in Serie A, ma i gol saranno ancora pochi. La Roma esce nuovamente agli ottavi di Champions contro lo Shaktar e il campionato reciterà a maggio Roma alla sesta posizione. Menez decide di cambiare aria. I soldi sono tanti, il progetto è ambizioso e come ciliegina sulla torta è la squadra della tua città natale.

Il Paris Saint- Germain grazie ai soldi arabi cerca di rientrare nelle grandi d’Europa. I dirigenti arabi sono attratti dai calciatori della Serie A, infatti, oltre a Menez, acquisteranno anche Momo Sissoko, Pastore e Sirigu oltre che  Matuidi e Lugano pescati da Francia e Turchia. Kombouaré ha a disposizione una grande rosa e fino alla sosta natalizia è primo in classifica. Ancora oggi non sappiamo cosa sia successo ma fatto sta che Kombouaré viene esonerato da primo in classifica e al suo posto arriva Carlo Ancelotti che fino a sei mesi prima allenava il Chelsea. I soldi saranno tanti anche per lui, circa tredici a stagione ma il buon Carletto riesce a farsi soffiare il campionato dal Montpellier di Olivier Giroud capocannoniere con ventun centri. Menez dimostra che il calcio francese è il tipo di calcio fatto per lui, e i numeri gli danno ragione. Nove reti stagionali e ben ventun assist fra campionato e coppe. Un vero gioiello alla corte di Ancelotti. Nell’estate 2012 Parigi viene sconvolta dall’arrivo di Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva entrambi dal Milan. Il cammino del Paris in campionato va avanti a gonfie vele mentre il Barcellona ferma ai quarti di Champions i francesi grazie a due pareggi, favorevoli però al Barça. Menez collezionerà trenta presenze con cinque reti e sette assist, molti per Ibrahimovic e divenendo fondamentale negli schemi del club. A maggio il Paris sarà campione di Francia e Menez metterà finalmente in bacheca il suo primo trofeo. In estate i dirigenti arabi pescano ancora in Italia, acquistando Cavani e Marquinos, complessivamente per una cifra intorno ai cento milioni di euro. Purtroppo per lui diminuiranno le presenze anche perchè in panchina del Paris, arriva Laurent Blanc che non ha proprio la stessa idea che aveva Ancelotti su di lui. La Champions termina ancora una volta ai quarti di finale col Chelsea che beffa a Stamford Bridge un PSG rimasto in dieci per una ingiusta espulsione di Ibrahimovic. Menez è nel pieno della sua carriera e sa che deve giocare, quindi a maggio bussa alla porta della società e dichiara di voler essere ceduto.

Si fanno avanti in molte squadre ma è il Milan ad acquistare le sue prestazioni. Prestazioni che si riveleranno entusiasmanti poichè si riscopre un grande finalizzatore, anche perchè Pippo Inzaghi lo nomina rigorista della squadra. Svilupperà una buona intesa con Fernando Torres, anche se lo spagnolo si dimostra il Torero di una volta. Menez è decisivo, poichè oltre a segnare, illumina spesso il gioco, non sempre spettacolare, del Milan di Inzaghi. Il campionato si rivelerà di basso profilo per un club come il Milan. Inzaghi viene sostituito da Mihajlovic e in attacco vengono fatte buone operazioni in entrata: Luiz Adriano, Bacca e Balotelli (tornato da Liverpool) vengono ingaggiati dal club rossonero. La partenza in campionato è stordente, in senso negativo. Le prestazioni non sono eccezionali e il Milan perde senza neanche mostrare il carattere che Sinisa ha. Se per il Milan son tempi duri, per Menez lo sono ancora di più. Infatti, il francese subisce una complicata operazione all’ernia che lo farà rientrare in campo solo nel marzo del 2016. Un vero peccato per lui, per il Milan e per chi aveva scommesso su una buona stagione del talento parigino. In estate preferisce tornare in Francia per aver un miglior rendimento e giocare con costanza.

Il Bordeaux gli offre un ingaggio triennale. Ma un nuovo intoppo è dietro l’angolo. Menez non inizia neanche il campionato che alla prima amichevole si frattura un orecchio che successivamente dovrà subire una recisione. Tornerà a giocare soltanto a gennaio e il quattro febbraio tornerà a segnare contro il Rennes. Non sarà una grande stagione per lui e in estate è tempo di nuovi cambiamenti. Adalia probabilmente non vi dirà nulla, ma Antalyaspor vi suonerà un minimo meglio. Adalia è la nuova destinazione di Menez e Antalyaspor è il nuovo club.

Niente di emozionante per lui tanto che a gennaio cambia addirittura continente. Messico, Club America. Uno dei club più vincenti del centroamerica. Gioca le partite in casa allo Stadio Azteca in cui si consumò nel 1970 la Partita del Secolo. Viene accolto come un gran colpo di mercato, come ovvio che sia per uno con la sua esperienza in Europa. Fino ad adesso dieci match, tre reti e due assist sembrano voler dire che Menez non è ancora pronto per appendere le scarpe al chiodo, da un continente all’altro, il talento è lo stesso.

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