Coppa Italia, una favola chiamata Alessandria

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Una Coppa piena di sorprese – La Coppa Italia, si sà, è difficile da conquistare per una squadra “piccola”. Garantisce un accesso in Europa molto ambito, le squadre di Serie A iniziano solo dopo e per giunta giocano in casa. Quest’anno, tuttavia, le sorprese non sono mancate. Già il 2 Agosto, il roboante 15-0 del Cittadella ai danni del Potenza fu solo il preludio di una competizione ricca di sorprese.

Una settimana dopo arrivarono le prime due sorprese a livello di risultati, con la sconfitta del Bari nel derby pugliese con il Foggia e i 4 gol del Pavia a Latina.

Solo una settimana, e le prime vittime illustri arrivarono: il Bologna perse contro il Pavia, per tutti la sorpresa della competizione, mentre il Chievo capitola in casa contro la Salernitana, neo-promossa in Serie B. Ma si trattò comunque di fuochi di paglia, e il Cittadella, che tanto impressionò a inizio anno, dovette poi inchinarsi alla più forte Atalanta. Normale.

Quasi inosservata, seppur con qualche simpatia, fu la cavalcata dell’Alessandria, capace di eliminare, nell’ordine, Alto Vicentino, Pro Vercelli, Juve Stabia. Dopo la pausa, però, a inizio Dicembre ecco i piemontesi prendersi le luci della ribalta, eliminando il Palermo di Iachini in Sicilia. Un caso? Un fuoco di paglia? Due settimane dopo gli alessandrini vincono anche al Luigi Ferraris di Genova, facendosi strada in una competizione che vede il Crotone guadagnarsi mille simpatie facendo faticare il Milan e lo Spezia eliminare la Roma ai rigori.

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Alessandria nella storia – Naturale pensare a possibili scenari di miracolo. L’ultima squadra di terza divisione ad approdare tra le prime quattro in Coppa Italia fu il Bari nel lontano 1983/84, mentre altre provinciali come Atalanta e Vicenza sono riuscite nella grande impresa, ma pur sempre avendo un organico da Serie A. E se da una parte, alla vigilia di SpeziaAlessandria, vi fu chi maledisse il fatto che una delle due sarebbe stata eliminata, dall’altra vi fu chi gioì per la garanzia che almeno una sarebbe passata. Grande favorito, ovviamente, lo Spezia. E così è stato, almeno già dopo 20 minuti, quando Celijak, cedendo alla pressione, trattiene vistosamente Valentini, dando la possibilità ad un veterano della massima divisione come Calaiò di fare centro. Ecco, Calaiò. Un giocatore di categoria superiore. Proprio questo pare esser stato un suo difetto, paradossalmente, ieri sera. Si, perchè la sua eccessiva sicurezza lo ha reso “egoista” e sprecone, mentre i piemontesi, consci di dover fare gli straordinari, buttavano il cuore oltre l’ostacolo. Al 70′, infatti, il mister dei grigi (che qualche anno fa facevano fatica a pagare le trasferte in pullman) fa entrare il capocannoniere del Girone A di Lega Pro, Bocalon (10 reti per lui), che lo ripaga. Due gol, uno all’83’ e uno al 91′, per una qualificazione che fa esplodere gli oltre 2.000 tifosi giunti a La Spezia, mentre l’allenatore dei piemontesi, Angelo Gregucci, dedica la vittoria ad un ragazzo che lui allenò e che scomparve prematuramente: Piermario Morosini.

In semi-finale l’Alessandria incontrerà il Milan, che ha appena eliminato la favola Carpi, ma questa volta si è guadagnata un diritto: dopo tanti chilometri macinati, sul campo e fuori, l’Alessandria avrà l’onore di potersela giocare contro una “grande” in casa, davanti ai propri tifosi. E chissà che non ci potrà far sognare ancora….

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