“La maglia della mia prima squadra, quella dei portuali, la indossai a 9 anni. Giocavamo con il sole, con la pioggia, persino con la neve. Certe volte, tornando a casa, pareva che nella borsa avessi il piombo. La prima squadra che mi offrì un contratto, il Cuoiopelli, pagò il mio cartellino 6 milioni di lire. Avevo 17 anni. Ero felice. Eccitato. Mi trasferii a Santa Croce sull’Arno e con mia grande sorpresa scoprii che in campo andavano gli altri. Ero tra i giovani con più talento e di stare in tribuna non avevo nessuna voglia. Andai dal presidente, Mario Brotini, e glielo spiegai: «Torno a casa», «Come torni a casa?», «In prima squadra non mi fanno giocare, che resto a fare? Di prendere soldi per star fermo non me ne frega nulla». Per due lunghe settimane. Brotini mi telefonava tutti i giorni: «Dai Max, torna, non è successo niente». Fu paterno. Mi convinse. Della categoria in cui militavo non mi è mai importato nulla. Di giocare sì. Oggi vedo svernare i ragazzi in tribuna per anni e non li capisco. Se sei bravo, puoi scendere di categoria, tanto risali comunque. Se appassisci guardando giocare gli altri, non ti ritrovi più. Perdi il gusto.”
(Massimiliano Allegri)