Che fine ha fatto? Obafemi Martins, il giramondo del calcio a suon di capriole

“Il re mi ama”: è questo il significato letterale in lingua yoruba (variante dialettale parlata in Africa Occidentale) di Obafemi, nome del calciatore poi soprannominato “Oba Oba” dai suoi supporters ai tempi dell’Inter. Il nome completo è Obafemi Akinwunmi Martins, calciatore classe 1984 di origini nigeriane e più precisamente di Lagos che, riprendendo però parte dell’etimologia del suo nome, non è stato sempre molto amato dalle società che hanno puntato su di lui soprattutto per la sua discontinuità di rendimento.

Al contrario è stato molto amato dal pubblico, il quale non vedeva l’ora che mettesse la palla in rete per godersi subito dopo tutto il suo repertorio fatto di innumerevoli salti mortali all’indietro in successione.

C’è da dire anche che Martins è dotato di un fisico non proprio da corazziere (170 centimetri per 70 kg) che gli permette di fare acrobazie incredibili. Inoltre, possiede una massa muscolare importante nelle gambe, potendo dare così grande potenza al pallone nel momento della conclusione in porta.

Proprio per la sua struttura, Martins si è sempre contraddistinto per il suo scatto fulmineo e le sue azioni funamboliche ed in più ha anche stabilito un tempo da velocista di 10”94’ su una distanza di cento metri.

La sua carriera inizia a 13 anni nell’Ebedei, squadra non di primo piano del panorama nigeriano, in possesso in compenso di un canale preferenziale con il Midtjylland, società della massima divisione danese, che non a caso ogni stagione presenta più di un giocatore nigeriano da valorizzare nelle sue fila.

Da lì viene visionato e poi acquistato dalla Reggiana nel 2000, avendo la possibilità di sbarcare in Italia alla tenera età di 16 anni insieme al suo amico Stephen Makinwa, altra vecchia conoscenza del calcio nostrano tra Serie A e B.

Con la squadra emiliana militante in serie C1, Oba Oba si mette in luce con poche presenze sufficienti a far rompere gli indugi alla dirigenza interista che lo acquista nell’estate del 2001.

In maglia nerazzurra gioca per più di un anno soltanto nella squadra Primavera allenata da Verdelli, contribuendo in maniera determinante con le sue qualità alla vittoria sia del Campionato giovanile che del torneo di Viareggio nel 2002.
download (1)Nel dicembre dello stesso anno arriva finalmente l’esordio di Martins contro il Parma in prima squadra per mano dell’allenatore argentino Hector Cuper “el hombre vertical”, il quale, dopo aver visto in seguito il modo esuberante di esultare da parte del suo giocatore dopo ogni gol, lo ammonì riguardo la pericolosità delle sue capriole che potevano portarlo ad infortunarsi talvolta in maniera sciocca. Noncurante dei suoi consigli, Martins continuò sempre nel suo show personale dopo ogni rete, tanto che dopo il primo gol in Champions League a soli 18 anni e 5 mesi la sua folle esultanza venne riproposta dalla Uefa nello spot dell’edizione dell’anno successivo della medesima competizione europea.

Tra l’altro Martins ad oggi è il secondo calciatore più giovane della storia interista ad aver segnato in Champions League, superato di pochi mesi solo nel 2008 da Mario Balotelli.

Dopo il rifiuto dell’Inter nell’estate del 2004 ad un’offerta pari a quaranta milioni di Euro da parte del Chelsea di Roman Abramovich, nella stagione 2004/2005 l’attaccante nigeriano sempre sotto la guida di Cuper totalizzò sette reti in campionato per poi diventare nella stagione successiva perno ancor più indispensabile nello scacchiere nerazzurro con undici gol in Serie A grazie alla fiducia concessagli da Roberto Mancini.

Nonostante un’ottima stagione sotto la direzione del “Mancio”, Martins viene ceduto per sedici milioni di Euro al Newcastle soprattutto per le concomitanti acquisizioni da parte del presidente Moratti di Crespo ed in particolare del fuoriclasse svedese Ibrahimovic, preso dalla Juventus in saldo approfittando dello scandalo Calciopoli che ha messo con le spalle al muro la società della famiglia Agnelli.

martinsAl Saint James Park l’allenatore Glenn Roeder gli dà molta fiducia tanto che il primo anno con i Magpies totalizza diciassette marcature togliendosi in parte di dosso la pressione di dover far bene a tutti i costi visto il ritiro da calciatore nella stagione precedente di una leggenda del calcio britannico come Alan Shearer.

Il pittoresco giocatore nigeriano si può fregiare anche del record di un gran gol contro il Tottenham, in cui il pallone è andato in rete ad una velocità di 135 km/h, nono record di sempre nella storia del calcio secondo The Guardian. Invece di consacrarsi definitivamente come grande calciatore in Premier League, considerato da almeno dieci anni a questa parte il campionato di calcio più importante del mondo, inizia ad essere utilizzato col contagocce dall’allenatore successivo del Newcastle Sam Allardyce, il quale gli preferisce sia Mark Viduka che Michael Owen.

Dall’estate del 2009 in poi, in seguito al trasferimento al Wolfsburg in Bundesliga, Obafemi Martins inizia un girovagare costante che lo porterà l’anno successivo al Rubin Kazan, fresco vincitore del campionato russo per poi tornare in prestito sei mesi dopo al Birmingham City in Premier League.

L’insofferenza nello stabilizzarsi in una squadra per più di una stagione continua nel momento in cui, tornato in Russia per fine prestito, viene ceduto agli spagnoli del Levante nel settembre 2012, dove resta soltanto fino al marzo dell’anno seguente, mese in cui rescinde il contratto pagando la clausola rescissoria.

Appena lasciata la penisola iberica, Martins decide di provare un’esperienza in Mls, nella squadra dei Seattle Sounders, in un campionato, quello americano, che, senza essere tacciati di blasfemia, non ha niente a che vedere con il blasone degli omonimi europei. Durante la permanenza nella metropoli dello stato di Washington, nasce il primogenito di Martins, avuto dalla sorella di Mario Balotelli, Abigail.

martins seattleTra i migliori del torneo americano per rendimento e quantità di gol segnati, viene inserito candidati al titolo di Mvp nel 2014.

Ad inizio 2016 passa in Cina, allo Shangai Shenhua, squadra che nella stessa finestra di mercato ingaggia anche l’ex interista Guarin.

Resta l’impressione generale di un giocatore dalle grandi potenzialità espresse solo a metà, ed è un peccato visti il suo grande atletismo e il suo dinamismo sia con la palla tra i piedi che quando viene servito in profondità dai compagni. Si può però vantare di aver frequentato palcoscenici calcistici importanti perpetuando la sua fama di giramondo tra Italia, Inghilterra, Germania, Spagna e Russia prima di approdare e fermarsi, almeno per ora, nella lega a stelle e strisce.

Stefano Trentalange

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