Occhio a…Felipe Anderson, l’ex prodigio del Santos che sta incantando l’Italia

Il calcio italiano è ricco di storie calciatori che, arrivati in Serie A pieni di aspettative, hanno faticato ad ingranare, facendo nascere il dubbio che ci si potesse essere sbagliati sul loro conto, per poi sbocciare in tutto il loro talento. Ad entrare di diritto in questa cerchia è Felipe Anderson, funanbolico brasiliano della Lazio,  che dopo un anno di apprendistato e prestazioni  (poche a dir la verità) opache in maglia biancoceleste in questa stagione sta letteralmente esplodendo, trascinando i capitolini al terzo posto a suon di gol e assist.

Gli esordi

downloadFelipe Anderson Pereira Gomes, questo il suo nome completo, nasce a Brasilia nel ’93, trequartista naturale dotato di tecnica e velocità, bravissimo sui calci piazzati ed abile con entrambi i piedi. Dopo essersi formato calcisticamente in diverse formazioni minori brasiliane nel 2007 arriva la chiamata delle giovanili del Coritiba, che nella stessa sessione di mercato lo cede al Santos. La squadra bianconera che fu di Pelè lo fa crescere nel proprio settore giovanile insieme ad una nidiata di giovani fenomeni niente male, su tutti Neymar, sino all’esordio a 17 anni nel 2010, nella vittoria per 3-0 contro il Fluminenese. Dopo qualche altra manciata di presenze tra campionato brasiliano e campionato Paulista, uno dei tanti tornei statali del Brasile, arriva il primo gol da professionista contro il Noroeste proprio nel Paulistao, torneo poi vinto qualche settimana dopo dai bianconeri. Appena diciottenne, il giovane centrocampista di Brasilia ha anche l’opportunità di esordire nel massimo torneo internazionale sudamericano, la Copa Libertadores, contro lo Once Caldas, poi vinto proprio dal Santos a spese del Penarol. Con ben due trofei alla sua prima vera stagione da professionista, seppur da comprimario,  il giovane Felipe viene impiegato con sempre più frequenza l’annata successiva, culminata anche con la vittoria della Recopa Sudamericana, con 55 presenze e ben 7 reti. Conquistare nemmeno a 20 anni il posto da titolare in una delle formazioni più prestigiose e vincenti del calcio brasiliano non è da tutti, così molti osservatori, giunti per guardare Neymar, iniziano a metter gli occhi sul giocatore, sicuramente ancora soltanto una promessa, ma capace a sprazzi di mostrare tutto il proprio talento.

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L’arrivo in Italia alla Lazio

Dopo 110 presenze e 9 gol con il club paulista, Felipe Anderson lascia il Brasile, a fiutare il colpo è la Lazio e Lotito, che lo preleva per poco più di 7 milioni di euro, mentre il Barça si assicura a suon di milioni il suo gemello Neymar.

L’impatto con l’Italia non è dei migliori, i capitolini vengono dalla vittoria della Coppa Italia nel derby  con la Roma, ma non riescono ad ingranare in campionato, il tecnico Petkovic non punta molto su di lui facendogli giocare solo scampoli di gara, l’esordio in biancoceleste arriva così in Europa League nel 3-3 con il Trabzonspor, pochi giorni dopo scende invece in campo per la prima volta in Serie A nello 0-0 con la Fiorentina, sempre in Europa League trova il primo gol nel 2-0 al Legia Varsavia. Con l’esonero del tecnico svizzero e l’arrivo di Reja la situazione non cambia, il tecnico friulano si affida per lo più al gruppo storico allenato poche stagioni prima, la stagione termina così con 13 presenze in campionato, 20 considerando anche le Coppe, un numero certamente considerevole per un 20enne, ma non all’altezza delle aspettative riposte sul giocatore, che termina la stagione per lo più con un senso di incompiuta e con le critiche di alcuni tifosi verso l’esborso, ritenuto eccessivo, per assicurarselo.

E’ da questa stagione che però la musica cambia, il nuovo tecnico Pioli gli dà fiducia, inserendolo gradualmente sempre più nei propri piani di gioco e venendone subito ripagato in maniera roboante:  gol e assist contro il Parma, due assist contro l’Atalanta, doppietta all’Inter, gol e due assist contro la Sampdoria, gol e assist nel derby di Roma. Un ruolo da vero trascinatore e protagonista della squadra di Pioli, con gol di rara bellezza come quello alla squadra di Mihajlovic o il sinistro vincente del derby.459829266.0

Caratteristiche tecniche

Giocatore di grande duttilità, è il classico calciatore da ultimi metri brasiliano, capace di svariare sul fronte d’attacco per regalare assist o trovare la rete. Impiegato anche come regista o centrocampista puro nelle sue primissime apparizioni in Brasile, specie con l’Under 20 verdeoro, Felipe Anderson è però più un trequartista o ala, ruolo, quest’ultimo, nel quale sta dando il meglio di se con Pioli. Dotato di uno scatto bruciante ed un tiro fulmineo, grazie alla sua tecnica riesce quasi sempre a creare la superiorità numerica, abilissimo anche nel creare dal nulla assist decisivi, come quello che ha permesso al compagno Mauri di firmare il vantaggio nel derby. La caratteristica che più stupisce guardandolo per la prima volta è però un’altra, la capacità di calciare in maniera egualmente efficace con entrambi i piedi, seppur sia un destro naturale, vantaggio non da poco contro avversari che cercano di chiuderti sul piede più debole.

Uomo mercato

Rivelazione del campionato insieme al palermitano Dybala (qui la sua scheda), l’attenzione sempre crescente sul giocatore mostrerà anche la capacità del “Pipe” di mantenere la testa sulle spalle e lavorare sodo; certamente le sue prestazioni stanno facendo impennare il costo del suo cartellino in maniera vertiginosa e presto diverse squadre busseranno alle porte della Lazio, invano, perchè Lotito difficilmente lo cederà prima della sua definitiva esplosione e non prima di aver scatenato un’asta milionaria. La Lazio intanto si gode il suo nuovo campione, dimostrazione che non sempre è necessario staccare assegni milionari per portarsi a casa potenziali fenomeni.

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