Football Stories: Gianfranco Zola, semplicemente Magic Box

In tutto vi è una spiegazione, tranne in questo caso. Gli italiani, lo sappiamo bene, non sono ben visti all’estero. Circondati da indifferenza, condita con un pizzico di odio e i classici pizza, pasta e mafia”. Trovate voi un italiano che è diventato un esempio per grandi e piccini, in un paese come l’Inghilterra di fine millennio. Come può un ragazzo, partire da un paesino di neanche 8mila anime, sfondare nel calcio ed essere al comando della metropoli più importante d’Europa. Tutto questo grazie alla magia delle sue gesta, ai suoi gol e al suo sorriso. Ne sono passati tanti in terra anglosassone di italiani, da un deludente quanto fuori luogo Taibi, a Carbone, passando per Aquilani, Diamanti e Di Matteo, i quali hanno avuto ricordi non troppo limpidi. Se mai vi capitasse di passeggiare per Londra, nei pressi del magnifico Stamford Bridge, provate a chiedere ad un tifoso dei Blues che cosa ama del nostro paese. La risposta sarà sorprendente, perchè non vi diranno nè girls, nè food, nè tantomeno wine. Vi risponderà con un nome ed un cognome che corrisponderà a quello di Gianfranco Zola. Il bello di tutto questo è che Zola unisce i tifosi di tutte le squadre di Londra, perchè anche nel nord di Londra era amato, così come a Craven Cottage Loftus Road. Eppure in Italia ha si fatto bene, ma a Londra è tutt’altra storia. Del resto, a Zola è bastato poco per entrare nel cuore dei tifosi inglesi, basta vedere il suo anno di nascita che corrisponde al Mondiale 1966, fino ad ora il primo e unico Mondiale vinto dagli inglesi. Sì, perchè quando Bobby Moore alza al cielo la Coppa Rimet, in quel di Wembley, Zola ha appena 25 giorni.

Gianfranco parte da Oliena, un paesino di poche migliaia di abitanti nel comune di Nuoro. Gioca a calcio nei pressi del suo paese tra la Serie C1 e la C2, sfiorando la Serie B. Nelle serie cadette è forse il giovane più interessante sulla piazza e Moggi, furbo e di lungo occhio, lo porta a Napoli nel 1989. E’ un attaccante agile, piccolo e con un gran fiuto del gol, e grazie a Maradona e Careca sviluppa e migliora nei calci da fermo e all’esordio in Serie A è subito scudetto. Col Napoli vince anche una Supercoppa italiana, battendo con un sonoro 5-1 la Juventus di Baggio. Nel 1991 debutta in Nazionale in una gara giocata a Genova contro la Norvegia, partita valida per gli Europei dell’anno dopo. Nel giugno del 1993 Nevio Scala convince il presidente Pedraneschi a portare Zola al Tardini, visto che il Napoli non naviga nella piena ricchezza. Insieme a quel genio di Faustino Asprilla, affina una coppia gol tutta tecnica e spettacolo e nel 1993 il Parma trionfa in Supercoppa Europea, battendo il Milan in rimonta in gare di andata e ritorno. Il Parma va, è quasi inaresstabile e con Tomas Brolin a centrocampo e Benarrivo dietro, diventa tutto più facile. Zola segna da ovunque e in qualunque modo possibile e in tutte e tre le stagioni coi parmensi arriverà a segnare sempre almeno 10 reti. Nel Mondiale del 1994, non ha molta fortuna con gli episodi, perchè gioca soltanto 14 minuti grazie ad una espulsione rimediata in un contrasto. A maggio del 1995 il Parma trionfa addirittura in Coppa Uefa contro la Juventus, in due gare giocate al Tardini e a San Siro. Nella gara d’andata, davanti a quasi 30.000 spettatori, il Parma vince grazie ad un gol dell’altro Baggio, Dino, che segnerà anche a Milano 14 giorni dopo per il definitivo 1-1, che consegnerà la coppa ai gialloblu. Stanco della Serie A e desideroso di provare un nuovo tipo di calcio, passa al Chelsea per circa 13 miliardi di lire e da adesso in poi è pura storia d’amore coi Blues. 

Gianfranco-ZolaAl Chelsea trova altri due italiani, Gianluca Vialli che aveva battutto qualche mese prima nelle finali di Coppa Uefa e Roberto Di Matteo, il quale, molti anni dopo, porterà a Stamford Bridge l’unica Champions League londinese. Arrivato a Londra, scopre che cosa significa vivere in una metropoli e giocare per il Chelsea, il quale non è però il Chelsea di adesso ma che fino al 2004 (grazie a Mourinho) aveva in bacheca un solo campionato inglese, qualche coppa nazionale, una Supercoppa Uefa e 2 Coppe delle Coppe. Zola riesce a togliersi subito una bella soddisfazione e un anno dopo esatto dal trionfo in Coppa Uefa, vince a Wembley la FA Cup, grazie anche ad un magnifico schema tattico del coach Ruud Gullit. La stagione successiva, presediata in panchina dal duo Gullit-Vialli, Zola riesce ad essere il giocatore decisivo nella finale di Coppa delle Coppe, giocata contro lo Stoccarda. Al magnifico Rasunda di Stoccolma, Zola entra al 70esimo al posto di Tore André Flo e appena 30 secondi dopo realizza il gol decisivo per il Chelsea. Magic Box diviene un beneamino dei tifosi del Chelsea e grazie alla sua semplicità, anche negli altri quartieri londinesi viene rispettato e ben visto. Nel calciomercato del 2003 Zola saluta Londra, che lo ha tanto amato, e torna in terra sarda, per giocare col club più titolato dell’isola, il Cagliari. Militante in Serie B, il Cagliari grazie al suo figliol prodigo riesce a raggiungere la promozione e nella stagione 2004/2005 decide di appendere le scarpe al chiodo nella ultima partita di Serie A a Torino contro la Juve.

zola-conferenza-cagliarinews24Dopo una grandissima carriera da calciatore, Zola decide di vestire i panni da allenatore e comincia nel 2006 come collaboratore tecnico degli Azzurri Under 21. Nel 2008 passa al West Ham e dopo due buone stagioni la dirigenza decide di esonerarlo, preferendogli il più inglese degli israeliani, Avram Grant. Dopo qualche mese come ct del’ Under 16 torna nella sua amata Inghilterra per allenare il Watford di Pozzo. Alla prima stagione perde la finale play-off per la promozione in Premier soltanto ai tempi supplementari, a Wembley davanti a 83mila spettatori. Nel dicembre 2013 si dimette dopo 5 brutte sconfitte consecutive. A Natale 2014 viene ufficializzato come allenatore del Cagliari, ma grazie alla partenza di Ibarbo e ad una sfortunatissima stagione per i sardi, Zola collezionerà soltanto 2 vittorie 2 pareggi e 6 sconfitte, prima di essere esonerato.

Grazie alla sua semplicità e alle sue incredibili doti balistiche, è stato spesso premiato con importanti riconoscimenti. Nel 2003 viene eletto come miglior giocatore del Chelsea di tutti i tempi. Nel dicembre dello stesso anno, riceve a Roma l’Ordine al merito della Repubblica Italiana e a Londra un anno dopo viene nominato Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico e nel 2010 Uomo per la Pace.

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