I bidoni del calcio: Javier Garcia Portillo

In seguito alla promozione in Serie A della Fiorentina, la società viola guidata da Della Valle, risorta dopo il fallimento del 2002, annunciò un gran colpo: quello di Javier Garcia Portillo. Arrivò a Firenze all’inizio della stagione con una cresta in testa e la fama di bomber nelle giovanili del Real Madrid, quindi carico di aspettative.

Miglior bomber delle juvenil delle merengues, addirittura oltre 700 gol tra tutte le selezioni giovanili dei blancos, dopo la stagione 2001/02 con 16 gol nel Castilla, la squadra B del Real Madrid, militante in Segunda Division, l’attaccante classe ’82 viene promosso in prima squadra. Con gente come Ronaldo, Figo, Zidane, il ragazzo delle giovanli non può che giocare spezzoni di gare, ma riesce comunque a trovare la rete sei volte in 28 presenze, spalmate su due anni . A 22 anni il ragazzo cresciuto a pane e merengues deve però decidere cosa fare da grande, diventare un giocatore vero o accontentarsi della fama di ragazzo prodigio della Primavera ma comprimario tra i grandi, con lo stesso Real Madrid che inizia a valutare quale sia la scelta giusta per far trovare la giusta consacrazione al ragazzo. Alla porta dei blancos bussa così, nell’estate del 2004, la Fiorentina, appena tornata in Serie A e con rinnovate ambizioni. Gli spagnoli accettano di buon grado l’offerta avanzata dai viola, quale miglior occasione che quella di crescere in un campionato ostico come quello italiano, in una piazza come quella di Firenze che ha visto nascere grandi campioni? Numero 18 sulla maglia, accoglienza da campione, aspettative altissime, ma il riscontro del campo boccia inesorabilmente lo spagnolo, che sin da subito dimostra di non essere pronto per il calcio nostrano, passando la maggior parte delle gare a scaldare le panchine di Serie A. Undici presenze, un gol al Chievo su calcio di punizione ed uno contro il Parma in Coppa Italia, troppo poco per un campioncino che era sul punto di spiccare il volo ma che invece non ha saputo sfruttare la sua occasione.

Dopo appena cinque mesi di permanenza in Italia, senza alcuna polemica, con la notizia data nei trafiletti delle notizie flash, i viola, impegnati nella lotta salvezza, decidono di rispedire Portillo al Real Madrid, dove nel prosieguo della stagione vede solo tre volte il campo.

Dopo l’esperienza italiana Portillo riparte dal Belgio, ancora in prestito, dove ritrova la via del gol con 11 reti in 35 presenze, poi arriva la cessione definitiva al Gimnastic, dove timbra 11 volte il cartellino ma non riesce ad evitare la retrocessione della propria squadra. La nuova occasione arriva così all’Osasuna, ma sarà ancora un vero e proprio flop: 42 presenze e soli 3 gol in due stagioni e mezzo, prima del passaggio all’Hercules, dove , dopo 6 gol in due anni e il passaggio al Las Palmas in Segunda Division, è tornato nel 2012. Caterve di gol nelle giovanili dei blancos e poi una carriera da giocatore normale, questo è Javier Portillo, la promessa disattesa del calcio spagnolo.

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