L’ex capo scout Juve Tognozzi racconta: “Visionai Soulè a 11 anni, Yildiz strappato al Bayern facendolo credere del Barca, per Huijsen rimasi sotto una bufera di neve”

Dietro i numerosi giovani che sta lanciando la Juventus, grazie soprattutto del progetto Next Gen , con i bianconeri e l’Atalanta uniche società ad avvalersi di una seconda squadra, c’è l’occhio attento di Matteo Tognozzi, che dopo 6 anni da capo scout dei bianconeri ha deciso pochi mesi fa di accettare l’avventura in Spagna, come Direttore Sportivo del Granada.

Soulè, Yildiz, Huijsen, sono tutti passati sotto il suo sguardo prima di approdare in bianconero, così come avrebbero potuto fare qualche anno fa anche dei giovanissimi Bellingham e Haaland.

A raccontarlo è lo stesso Tognozzi in un’intervista a Tuttosport.

“Ho visto Matias Soulè dal vivo, per la prima volta, in un Velez-Boca del campionato argentino Under 12, lui aveva 11 anni perché giocava già sotto età.

Ovviamente allora non poteva firmare per noi, solo che qualche tempo dopo si era messo in mostra con l’Argentina nel corso di un torneo in Algarve cui presenziavano gli osservatori di tutto il mondo: il vantaggio di conoscerlo da tempo sarebbe potuto andare in fumo, invece proprio grazie al rapporto costruito in quegli anni al momento del grande salto in Europa ha voluto soltanto la Juventus, nonostante fossero pronti a far carte false per lui almeno 10-12 grandi club.

Kenan Yildiz, invece, l’abbiamo strappato a zero al Bayern Monaco nei giorni in cui il loro ds Salihamidzic era a Torino per chiudere De Ligt. In giro si diceva che il giovane turco stesso per firmare per il Barcellona e noi l’abbiamo lasciato credere a tutti per un po’… temevamo che l’operazione potesse avere ripercussioni sulla cessione per oltre 80 milioni del difensore.

Uno dei rimpianti, invece, è sicuramente Bellingham, cui siamo stati vicini nel 2019. L’ho incrociato di recente al Bernabeu e mi ha fatto un certo effetto ripensare a quando avevo conosciuto lui e la sua straordinaria famiglia: è un ricordo che custodisco gelosamente. In quel caso, però, aveva semplicemente deciso di proseguire il percorso di crescita nel suo club di sempre, ovvero il Birmingham.

Invece siamo stati davvero a un passo da Haaland. Era il mese di novembre del 2017, io ero arrivato in luglio, quindi è stato uno dei primi contatti che ho stretto alla Juventus, in quel caso insieme a Cherubini.

Il fatto è che nel mercato della prima squadra c’è tempo per lavorare alle trattative, con i giovani in pochi giorni può cambiare tutto.

Ce l’avevamo in mano, ma ai tempi sarebbe stato un innesto per la Primavera e l’operazione venne giudicata troppo onerosa per rinforzare il vivaio.

Allora faceva ancora panchina al Molde, ma nel giro di poche settimane iniziò a giocare e a segnare, così tutti si avventarono su di lui.

Un altro acquisto del quale vado fiero è Huijsen, mi ritrovai in mezzo ad una bufera di neve per visionarlo. E, corsi e ricorsi storici, ero proprio a Granada, dove oggi lavoro, per una partita contro il Malaga del campionato iberico Under 16.

Ma per strappare Kaio Jorge al Santos, nell’estate del 2021, mi era anche andata peggio. C’erano ancora numerose restrizioni per il Covid e potevo soggiornare in Brasile per un massimo di cinque giorni se volevo evitare la quarantena.

Ma la trattativa è andata per le lunghe, sono rimasto chiuso in albergo con i suoi agenti per una settimana e al rientro mi hanno imposto l’isolamento: avevo trascorso il Ferragosto da solo quell’anno, barricato in una camera del J Hotel.

Kaio è stato sfortunato, perché è incorso in un grave infortunio proprio mentre stava ultimando il periodo di ambientamento in Italia, ma ha doti fuori dal comune. E già nei prossimi sei mesi, a Frosinone, farà vedere quanto vale”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *