Occhio a..Domenico Berardi, dal calcetto alla serie A, l’incredibile storia del talento del Sassuolo

Ci sono talenti che arrivano nel mondo del calcio senza nemmeno accorgersene, in punta di piedi, futuri fenomeni che non sarebbero poi diventati tali senza la coincidenza che ha dato il là alla scalata decisiva. Chi ha tutte le carte in regola per compiere un percorso simile è Domenico Berardi, baby fenomeno del Sassuolo che in breve tempo è passato dall’essere un perfetto sconosciuto ad una delle più interessanti promesse del calcio italiano.

Dal calcetto al Sassuolo

La storia di Domenico, per tutti Mimmo, comincia da Cariati Marina, provincia di Cosenza e paese natale del giovane neroverde. Da sempre amante del pallone, il piccolo Mimmo gioca in una squadra locale, il Castello di Cosenza, il suo ruolo è attaccante e col mancino fa quel che vuole. Al calcio professionistico il ragazzo non pensa neppure, gioca e si diverte con la sua squadra locale, almeno fin quando non decide di raggiungere per alcuni giorni il fratello a Modena. Il fratello di Domenico, Francesco, svolge gli studi universitari nella città emiliana, così Mimmo decide di andarlo a trovare, riuscendo tra un impegno ed un altro a organizzare una partita a calcetto. Questo episodio è, inconsapevolmente, quello che cambia la vita e la carriera calcistica di Berardi: il ragazzo gioca alla grande e fa il fenomeno contro ragazzi più grandi di lui, uno di questi conosce Luciano Carlino, dirigente del settore giovanile del Sassuolo, e consiglia al 16enne Mimmo di fare un provino con i neroverdi. Detto fatto, Carlini dà la possibilità al ragazzo, cui basta un solo provino per convincere la società emiliana a tesserarlo e inserirlo nel proprio settore giovanile.  Sotto la guida dei tecnici delle giovanili neroverdi Bedogni, Ori e Mandelli, Berardi si mette in mostra tra Allievi e Primavera, nel 2011/12 nonostante uno stop di due mesi va a segno 15 volte nel campionato primavera, tanto da guadagnarsi già alcune chiamate in prima squadra. Nell’estate 2012 viene aggregato stabilmente al Sassuolo, Di Francesco ha la possibilità di studiarlo a lungo durante il ritiro estivo e decide che il ragazzo ha stoffa, puntando su di lui già dalle prime giornate di campionato, considerandolo il tassello ideale del suo tridente. Nello scorso campionato Berardi impiega poco ad attirare su di sè tutte le attenzioni, 11 reti e 6 assist nella prima stagione da professionista, il ragazzo vince il premio di miglior giovane della B nella stagione che porta il Sassuolo per la prima volta alla ribalta della Serie A. Le big si mettono sulle sue traccie, addirittura il Manchester United fa più di un sondaggio, alla fine ad assicurarsi il colpo è la Juventus, Beppe Marotta segue a lungo il ragazzo e negli ultimi giorni di mercato sferra il colpo decisivo, acquisendolo e lasciandolo in prestito in provincia in cambio della metà di Marrone. Il resto è storia recente, anche in Serie A Berardi impiega poco a farsi conoscere, dopo aver saltato le prime quattro giornate per una squalifica (dovuta alla mancata risposta alla chiamata in Under 19) il 25 settembre debutta contro il Napoli, mentre il primo gol arriva su rigore contro il Parma alla settima giornata. A soli 19 anni e 3 mesi sigla la sua prima tripletta in Serie A contro la Sampdoria, decisiva ai fini del 4-3 esterno della squadra di Di Francesco.

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Caratteristiche

Mancino puro, Berardi è un attaccante dotato di buon fisico, 183 per 70 kg, ma soprattutto grande tecnica e velocità, capace di giocare sia come esterno in un tridente offensivo sia come seconda punta. Di Francesco lo schiera sulla destra ed è proprio questa la posizione che predilige il ragazzo, avendo l’opportunità di rientrare sul sinistro e calciare,  Berardi si stra dimostrando anche un ottimo rigorista avendo già trasformato 4 rigori in questo campionato.

Non solo il futuro, ma anche il presente sta già dimostrando il valore di questo mancino che a soli 19 anni è già un punto fermo del Sassuolo in Serie A, Marotta si sfrega le mani per il grande colpo, Di Francesco affida a lui buone chances di salvezza dei neroverdi e chissà che anche Prandelli non possa presto accorgersi di lui.

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