Le prime partite lo fanno ben figurare in campo, spesso schierato al posto o in coppia con Fabio Liverani, non proprio uno degli ultimi arrivati. Buona corsa, ottima visione di gioco e fisicamente sembra reggere bene l’ impatto col calcio che conta, ma queste saranno solo illusioni. Ad Ottobre viene premiato col primo gol in Italia, segnando la quarta rete per i rosanero contro il Bologna. A fine stagione saranno ben 33 le presenze in Serie A, che gli valgono il rinnovo di contratto fino a giugno 2016. Zamparini lo blinda, lo coccola e lo protegge ma dopo un brutto infortunio al ginocchio che lo tiene ai box per circa 5 mesi, il Palermo è costretto nella sessione di mercato estiva del 2012 a passarlo in prestito all’Hellas Verona, che milita in Serie B e che punta fortemente ad una grande stagione che gli valga la promozione nella massima serie. Il Verona centra la Serie A, ma Bacinovic torna in Sicilia e dovrà giocare un altro anno nella serie cadetta, perchè il Palermo è clamorosamente retrocesso. Dopo neanche 10 presenze il Palermo lo mette fuori rosa e a Giugno Armir decide di rescindere col club di Zamparini (il quale è tornato in A) per firmare un triennale con la Virtus Lanciano. Durante la stagione, però, non ha quella continuità che gli è sempre mancata e chiuderà la stagione con sole 5 presenze e zero reti, un continuo altalenante rendimento che gli toglierà anche il posto in nazionale slovena, nella quale non viene chiamato in causa da Marzo 2013. Una carriera in ascesa, poi il fallimento proprio sul più bello, la storia di Armin Bacinovic è come quella di molti altri suoi conterranei, incapaci di abbinare continuità al talento del quale sono stati dotati.