Francia, fine di un ciclo vincente?

FIFA World Cup France 98 - Photo: Action Images World Cup Final Brazil v France 12th July 1998 Stade de France, St Denis, Paris Emmanuel Petit scores the third goal for France

Chi scrive nel 1998 aveva undici anni. Stava iniziando ad appassionarsi al calcio grazie ai mondiali che si tennero in Francia, e vide i rivali transalpini alzare la coppa. Nulla da eccepire, Zidane e Petit stesero i verdeoro che, quel giorno, parvero non essere nemmeno scesi in campo. Naturale che la Francia rimanesse, nel suo immaginario, una delle rivali più accanite da battere. In effetti, anche agli Europei del 2000 la musica non cambiò, con i cugini che ci eliminarono nuovamente e si aggiudicarono il trofeo.

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Teoria sempre più confermata, in particolare nel 2006, quando nella finale dei mondiali tedeschi, la Nazionale azzurra dovette contendersi il trofeo proprio contro i transalpini di Raymond Domenech, che per qualche strana ragione parve avere una sorta di accanimento particolare verso gli italiani. Quella volta, al di là delle varie polemiche o dei diversi punti di vista (in particolar modo sulla testata di Zidane a Materazzi, episodio che i francesi dipingono come avvenuto all’inizio della partita, ma che avvenne nel secondo tempo supplementare), a sventolare per le strade fu il tricolore con il verde, non quello con il blu. Ma fu difficile. Molto. Barthez è sempre stato un portiere con una grande grinta, Thuram una costante sicurezza, Zidane il solito, grande campione.

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Il ricambio generazionale – Tutte le Nazionali di calcio, però, ad un certo punto devono fare i conti con il tempo che passa per i propri giocatori. Nessuno è eterno, tutti invecchiano. Ecco allora che iniziano i vari dibattiti sui settori giovanili, la ricerca di nuove stelle e, errore, le copie di coloro che hanno dato l’addio. In porta il posto, e la fascia di capitano, vengono dati a quella che era forse l’unica vera sicurezza – Hugo Lloris – mentre nelle altre posizioni fu difficile trovare delle vere e proprie stelle. Grandi speranze vennero riposte in Yohan Gourcuff, centrocampista del Rennes passato al Milan e che sembrò poter esplodere. Il poco spazio ritagliatosi in Italia, però (spesso gli venne preferito un Emerson in fase calante) e “l’anti-italianismo di Domenech” gli fecero perdere il posto. I diversi infortuni una volta tornato in Francia, di certo non lo aiutarono. Ad ogni modo, i ricambi non parvero soddisfare le aspettative, pur permanendo in Nazionale gente del calibro di Henry e Trezeguet. Nell’europeo del 2008, infatti, la Francia mostrò subito evidenti difficoltà: 0-0 all’esordio con la Romania, una sconfitta per 4-1 contro l’Olanda (squadra, al contrario, in piena forma) e 2-0 rimediato per mano dell’Italia, in una partita, francamente, mai stata così facile per gli azzurri contro i transalpini nell’ultimo decennio.

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Il mondiale in Sudafrica – Una delle ovvie preoccupazioni, a quel punto, fu il riuscire a qualificarsi ai Mondiali successivi, i primi in terra africana. In quegli anni i francesi ebbero due tipi di problemi: la carenza di risultati (all’esordio i transalpini persero 3-1 in Austria) e le questioni interne, con il gruppo ormai schierato quasi interamente contro il tecnico Domenech. In quel girone, la Francia arrivò seconda dietro la Serbia. Dovette quindi disputare lo spareggio contro un’altra seconda della classe, l’Irlanda. All’andata i galletti si imposero per 1-0 in terra irlandese, ma al ritorno l’impresa fu ardua. Al 33′ Duff si involò sulla fascia e servì una palla d’oro a Keane, che portò in vantaggio gli ospiti. I 90′ terminarono con lo stesso risultato dell’andata. Ci vollero quindi i supplementari, dove avvenne quello che tutt’oggi gli irlandesi definiscono uno scandalo: Henry si portò avanti la palla con la mano in maniera palese e crossò al centro per Gallas che insaccò la rete qualificazione, tra le feroci proteste del portiere Shay Given e del coach Trapattoni. L’Irlanda richiese a gran voce che la partita venisse rigiocata, ma la decisione spettò, sorpresa, ad un francese: Platini. Francia quindi qualificata, con Henry che si giustificò solo ricordando quanto avvenuto nella finale di FA Cup persa dalla sua squadra per un motivo analogo. La prestazione dei francesi al Mondiale, tuttavia, fece rimpiangere molto l’assenza irlandese:un punto raccolto, un gol fatto e quattro subiti. Francia a casa e Domenech esonerato.

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L’europeo in Polonia-Ucraina – L’addio di Domenech e l’arrivo di Blanc sulla panchina francese portarono una sorta di nuovo entusiasmo e freschezza. Blanc, comunque, non ebbe il tempo di disputare la competizione, in quanto passò poi al Paris Saint Germain in piena crescita, lasciando il posto a Didier Deschamps. Nonostante qualche difficoltà nelle qualificazioni (si veda ad esempio la sconfitta contro la Bielorussia), la Francia si qualificò e passò anche il primo turno, venendo poi eliminata dalla Spagna, nel pieno del proprio periodo d’oro e della filosofia del tiki-taka. Bene gente come Malouda e Cabaye, anche se molti punti parvero dover essere ancora ricercati.

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Il mondiale brasiliano – Nel 2014, una buona quadratura pareva già esser stata trovata. Sissoko e Pogba garantirono una certa qualità a centrocampo, Valbuena fantasia, Giroud un punto di riferimento, sebbene non della qualità dei vecchi attaccanti. Pur sempre meglio di Gignac. Benzema un importantissimo jolly. In Brasile la Francia disputò un buon Mondiale, arrendendosi solo alla Germania campione del mondo. Le critiche, comunque, rimasero: dubbi furono sollevati sulla partita di spareggio effettuata contro l’Ucraina (che all’andata si impose per 2-0 ma poi perdette per 3-0), così come sulla “fortuna” nel sorteggio dei gruppi (la Francia si trovò con Ecuador, Honduras e Svizzera). Frequenti gli scherzi su internet che fecero riferimento alla nazionalità di Platini, con caricature di quest’ultimo che scherzava: “La Francia in un girone difficile? Ah ah, buona questa!“.

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La situazione attuale – Con le mille voci che continuano a rincorrersi nei confronti della FIFA, le accuse di corruzione, gli errori, le rivelazioni, è normale che la gente diventi complottista. Viste le mille difficoltà che la Francia sta da anni riscontrando sul campo, la critica più frequente oggi è la credenza, erronea o non, che il prossimo Europeo sia stato assegnato alla Francia proprio per evitarle di dover nuovamente disputare delle qualificazioni che, probabilmente, farebbe fatica a passare senza “sviste” arbitrali. I più maligni pensano che sia tutto legato ad una questione di soldi e televisioni. Sarà. Una cosa è certa, con tutto il rispetto, Lloris non è Barthez, Sagna non è Thuram, Varane non è Blanc, Kondogbia non è Vieira, Valbuena non è Zidane, Giroud non è Anelka.

Punti fermi ci sono, una nuova generazione di talenti, Pogba su tutti, sta venendo fuori, come dimostra il Mondiale Under 20 vinto nel 2013, inoltre l’orgoglio francese è ben noto. La speranza è che si costruisca sui giovani, e, soprattutto, che prevalga il calcio giocato e non quello dei soldi. Anche con Irlanda e Ucraina al Mondiale al posto della Francia.

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