Che fine ha fatto…Taribo West, il difensore di Dio

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Taribo West nasce a Ajegunie, in Nigeria, il 26 Marzo 1974. O forse il 26 Marzo 1962. Giá, perché la carriera e l’intera sua vita sono segnate da contraddizioni. Nasce in una famiglia povera, e in Africa inizia presto ad appassionarsi al calcio, finché non viene notato dagli osservatori dell’Auxerre. Ció gli vale un biglietto per l’Europa.

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Un “divertente macellaio” – In Francia si rivela un buon acquisto, vincendo uno scudetto e due Coppe di Francia, fino a passare per 6 miliardi di Lire all’Inter nella stagione 1997-98, all’etá di 24 anni. O forse 36. In Italia si crea ben presto una reputazione ambivalente, con le simpatie per le sue stravaganti treccine (spesso colorate diversamente a seconda delle occasioni o delle squadre) e con le smorfie. Di dolore per gli avversari. Si perché lo stile di gioco del nigeriano non é di certo “soft”, e ad esempio l’ucraino della Fiorentina Andrej Kanchelskis (nella foto) se lo ricorda bene. Tanti gli slogan nei suoi confronti, tipo “Taribo mangiali tutti“.

Ambivalenza dimostrata anche dal fatto che subito dopo l’Inter, Taribo passa ai cugini del Milan, dove colleziona 4 presenze ed una rete di testa, anzi di treccine, all’Udinese.

Non solo in campo – All’Italia seguono Derby County, Kaiserslautern, Partizan, Al Arabi, Plymouth, Julius Berger e Paykan Tehran. Ma Taribo fa parlare di sé anche fuori dal campo. Nel periodo serbo, al Partizan di Belgrado, l’allora presidente solleva la questione dell’etá, dichiarando che West ha un passaporto falso, e che la sua etá é di 12 anni superiore a quella dichiarata. Una vicenda dalla quale esce “pulito”, mentre lo stesso patron dichiara che “ció che importa é che con noi gioca bene. Avesse anche 50 anni, lo terrei“. In tribunale, comunque, ci va anche per via delle accuse della moglie, che chiede il divorzio a seguito di violenze e per “matrimonio non consumato”.

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La religiositá – Ció che caratterizza il nigeriano é, comunque, la religiositá. Javier Zanetti ricorda che una volta lo invitó a cena, ed egli passño ore a pregare prima di sedersi a tavola. Rimane invece celebre lo scambio di battute con Marcello Lippi, quando il religioso calciatore disse: “Dio ha detto che devo giocare” a cui l’allenatore rispose: “Strano, a me non ha detto niente“.

Ambivalenza e religiositá. Oggi Taribo West é molto attivo nel sociale. Possiede una scuola calcio con George Weah, la Taribo West Foundation per aiutare i bambini nigeriani in difficoltá e, soprattutto, é pastore pentecostale nella chiesa Shelter from the storm (rifugio dalla tempesta) in provincia di Milano.

Si racconta che quando i vigili lo hanno trovato di recente alla guida di un’auto senza documenti, egli ha risposto con calma serafica “Faccia il suo lavoro“. Chissá, magari il ritiro spirituale ha davvero trasformato il macellaio in un pastore.

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