Che fine ha fatto? Yoann Gourcuff e l’ossessione chiamata Zizou

Una grande spinta emotiva ma, al tempo stesso, una condanna fin dagli inizi di carriera essere paragonati nientemeno che ad una leggenda del calcio francese e mondiale come Zinédine Zidane.

E’ questa la sorte toccata a Yoann Gourcuff, calciatore francese classe 1986 nato a Ploemeur, cittadina situata nella regione nord occidentale della Bretagna.

Anche suo padre, Christian, è stato un calciatore anche se a livelli non esaltanti, legato da sempre a doppio filo sia da giocatore che da allenatore al Lorient, squadra bretone che ha guidato alla promozione in Ligue 1 per ben due volte prima di accettare nel 2014 l’incarico di selezionatore delle volpi del deserto, soprannome della Nazionale algerina.

Per suo figlio Yoann, invece, si prevedeva a detta dei media e degli addetti ai lavori una carriera molto più luminosa e piena di trofei di prestigio da stringere tra le mani.

I paragoni con Zizou potevano forse essere valutati come la più classica delle esagerazioni giornalistiche ma, visto il grande talento dimostrato già nei primi scampoli della sua carriera, le enormi speranze su una sua crescita progressiva non erano del tutto infondate.

In effetti, all’età di tredici anni, Gourcuff giocava sia a tennis che a calcio ad alti livelli fin quando ha optato, fortunatamente per lui, per il secondo sport.

Il francesino si fa notare fin da subito per la fantasia e la classe cristallina che mette in campo già quando fa parte delle giovanili del Lorient, squadra allenata proprio da suo padre Christian.

Inoltre, si riconoscono altre doti importanti nel calciatore come la versatilità e la polivalenza nel ricoprire più ruoli in mezzo al campo, che gli consentono di districarsi con bravura tanto in cabina di regia quanto nelle posizioni di mezzapunta, centrocampista esterno e trequartista in particolare, sua posizione preferita dove si esprime al meglio nonostante il metro e ottantacinque di altezza per settantanove chilogrammi di peso potevano rappresentare un ostacolo nei movimenti in spazi stretti.

Proprio per il suo fisico slanciato, per la tecnica fuori dal comune e per la sua acuta intelligenza tattica, il talentino francese ha dovuto sempre subire il confronto con il Pallone d’Oro franco-algerino. Ciò che lo accomuna ancor di più al mito del calcio transalpino è il suo carattere molto mite, riservato, schivo davanti alle telecamere ma, allo stesso tempo, da leader che dimostra già nel 2005 quando trascina la Francia Under 19 al successo nell’Europeo di categoria.

A livello di club, Yoann viene ingaggiato dal Rennes, altra squadra a pochi passi dalla sua città natale, che ha avuto la meglio sul Nantes, società per la quale invece spingeva suo padre Christian. Con la maglia dei Rouges et Noirs in tre stagioni il regista francese vede lievitare di anno in anno il suo rendimento arrivando a chiudere l’annata 2005/2006 con sei reti all’attivo. Nel Rennes dimostra di volta in volta la sua eleganza nei movimenti sul rettangolo di gioco ed in più una grande propensione al sacrificio per la squadra, qualità molto rara per un giocatore che non è propriamente un incontrista.
gourcuffLa sua crescita esponenziale convince il Milan ad acquistarlo nell’estate 2006 per “soli” tre milioni di Euro, battendo la forte concorrenza di club come Chelsea ed Arsenal, quest’ultimo sempre attento ai talenti bleus. In squadra trova il plurititolato allenatore Carlo Ancelotti, che nella sua carriera ha svezzato tanti talenti aiutandoli a diventare campioni a tutto tondo, come ad esempio Kakà. Proprio a quest’ultimo il presidente Berlusconi paragona il giovane Gourcuff, per le movenze analoghe all’asso brasiliano quando lo vede allenarsi e giocare in partita. Il centrocampista bretone, inoltre, ha avuto la fortuna di giocare con tante altre grandi stelle che vestivano rossonero fino a poco meno di dieci anni fa, come ad esempio Pirlo, dal quale aveva la possibilità di imparare i trucchi del perfetto geometra del centrocampo tutto genio e istinto e Seedorf, altro esempio di trequartista di grande livello oltre a Kakà, dal quale poteva assimilare le giuste tempistiche di inserimento nell’area avversaria, viste anche le doti offensive mostrate da Gourcuff negli anni precedenti. Ma, togliendo la prima stagione con i Diavoli di Milano, in cui il francese ha mostrato almeno in parte le sue enormi qualità vincendo tra l’altro la finale di Champions League ad Atene contro il Liverpool pur non venendo convocato, nel secondo anno in Italia ha deluso per la sua discontinuità, forse anche perché stanco di essere considerato sempre il vice di Kakà dall’allenatore.

39289_heroaIl Milan, in ogni caso, pensando che a ventuno anni ci fossero margini di crescita ancora ampi, decise di darlo in prestito al Bordeaux con la speranza che l’aria di Francia potesse aiutarlo nel percorso di maturazione definitiva. In effetti, in Aquitania Yoann riacquista lo smalto e le sicurezze perdute tirando fuori dal cilindro una grande stagione al termine della quale vince campionato e Coppa di Lega, mettendo a segno ben quindici gol, numeri da attaccante vero. Nonostante il Milan avesse la ferma volontà di riprenderlo, i girondini decisero di sborsare quindici milioni di Euro per il riscatto del giocatore, credendo di poter fare un’ottima plusvalenza in futuro. L’esperienza nella città meneghina si conclude con l’amaro in bocca sia dal punto di vista sportivo che personale per una diatriba aperta con Maldini, il quale, interpellato dall’Équipe sull’esperienza milanista di Gourcuff, lo ha attaccato aspramente riguardo lo scarso impegno del transalpino nel rispettare le regole, nell’apprendere la lingua italiana ma, soprattutto, nel memorizzare i dettami tattici ancelottiani. Nella seconda stagione allo Stade Chaban Delmas, Gourcuff fa un’altra stagione di buon livello anche se non si riconferma sulle stesse cifre realizzative dell’anno precedente.

Yoann-Gourcuff-Lyon_2772970Contribuisce in maniera importante, però, alla conquista della Coppa di Lega francese convincendo il Lione del presidentissimo Jean Michel Aulas ad investire per lui nel 2010 ventidue milioni di Euro. La squadra francese non è più la corazzata di qualche anno prima riuscita nell’impresa di vincere sette titoli consecutivi in Ligue 1 e guidata dal mago brasiliano delle punizioni Juninho Pernambucano. Nonostante l’OL non abbia più le stelle di un tempo, Gourcuff, dopo un primo anno in cui è titolare inamovibile dimostrando qualche lampo di classe anche se a sprazzi, soffre di infortuni ripetuti alla caviglia e, in aggiunta, al suo rientro il tecnico Rémi Garde gli preferisce il talento in rampa di lancio Clément Grenier. Yoann vive le stagioni che seguono con un’incredibile alternanza di guai fisici e di acuti che permettono al Lione di mettere in bacheca titoli come la Supercoppa di Francia grazie alla firma del suo trequartista. Proprio per le precarie condizioni fisiche che non danno garanzie di utilizzo costante al suo allenatore, nel Settembre del 2014 il giocatore bretone fa un gesto che in pochi avrebbero il coraggio di mettere in pratica, ossia la decurtazione del suo stipendio fino al termine della stagione.

A giugno di quest’anno, scaduto il suo contratto con l’Olympique Lyonnais, (con un sospiro di sollievo per le casse del presidente Aulas) Gourcuff decide di tornare a casa e firmare a ventinove anni per il suo primo amore, il Rennes, che ha riabbracciato volentieri il suo figliol prodigo.

L’Europeo giovanile vinto nel 2005 con i Petits Bleus sembrava il trampolino di lancio perfetto per intraprendere una vita calcistica piena di successi e riconoscimenti importanti, invece, con molta probabilità, il trofeo vinto da protagonista assoluto lo ha illuso di essere già un giocatore pronto per i grandi livelli. Infatti, capitan Maldini nell’intervista all’ Équipe ha affermato con certezza che una delle cause del mancato ambientamento in casa Milan siano state l’arroganza e la presunzione da primadonna mostrate da Gourcuff soprattutto nel comportamento con i veterani della squadra dai quali poteva apprendere tanto se solo avesse veramente voluto.

Ancelotti nella sua biografia ha aggiunto di aver visto nel giocatore francese qualità tecniche pazzesche mescolate a una buona dose di egocentrismo, una delle ragioni per cui il calciatore non è diventato mai un punto fermo dei rossoneri e, di conseguenza, della Nazionale francese.

Oltre all’eccessiva sicurezza nei propri mezzi che in parte è anche giustificabile, ciò che ha tarpato le ali alla crescita del calciatore bretone sono stati anche i continui infortuni in successione, in particolare alla caviglia prima e al ginocchio poi, oltre ad un carattere molto ombroso e riservato che non lo ha certamente aiutato nel rapporto con i compagni di squadra in campo e fuori.

Quello che sicuramente Gourcuff non si toglierà mai di dosso, sarà la delusione del popolo transalpino che vedeva in lui il nuovo Zizou, un giocatore capace di deliziare il pubblico in ogni partita con giocate geniali ed imprevedibili; e questa “spada di Damocle” penderà su di lui per tutto il resto della sua carriera, ormai mestamente verso i titoli di coda.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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