Uno contro tutti, la storia del ribelle James McClean

«Sono molto orgoglioso delle mie origini e non riesco proprio a fare qualcosa che credo sia sbagliato. Nella vita, se sei un uomo si deve lottare per ciò in cui si crede»

James McClean è nord irlandese e odia il Regno Unito.

Non è il primo e non sarà l’ultimo, ma a fare scalpore è il fatto che McClean sia un calciatore di una squadra inglese, nello specifico il West Bromwich Albion, e che dimostri la sua avversione verso la Corona con fatti abbastanza eclatanti dentro e fuori dal campo.free_derry_corner_-_geograph-org-uk_-_1317804

In questo caso è veramente importante dare un background ambientale e storico dei fattori che hanno portato quest’astio nei confronti di tutto ciò che sventola la Union Jack. McClean nasce a Derry (o Londonderry se vi sentite filo-Unionisti) il 22 Aprile 1989 da una famiglia cattolica. Il Bloody Sunday è ancora vivo nella mente dei suoi genitori, che crescono il figlio secondo i valori nazionalisti della Free Derry. Ben 6 dei 14 morti in quella strage erano del quartiere della famiglia McClean. La carriera calcistica di James inizia nell’Institute FC, squadra dell’area di Derry che gioca nel campionato nordirlandese giocando una partita in prima squadra nella stagione 2007-2008. Si trasferisce poi al Derry City, che gioca invece nella prima divisione irlandese. In 3 stagioni mette insieme 78 presenze condite da 18 goal, un bottino niente male per un esterno sinistro.

james-mcclean-image-3-186906892A questo punto arriva una chiamata importante da un club di Premier League, il Sunderland. Il primo anno con i Black Cats inizia come titolare della squadra riserve, per poi scalare le gerarchie conquistandosi prima la panchina, poi l’esordio in prima squadra. La sua prima partita è l’11 dicembre 2011, quando O’Neill (appena arrivato nel nord dell’Inghilterra) lo fa entrare al posto di Colback nella vittoria per 2-1 contro il Blackburn. Durante la stagione continua a sfornare ottime prestazioni, giocando tra campionato e coppa 29 volte segnando 6 gol e vincendo il premio di Miglior giovane dell’anno dei Black Cats.

Con l’inizio della stagione successiva cominciano anche i primi problemi con i sudditi della Regina Elisabetta, quando decide di non mettere sulla divisa da gioco un papavero commemorativo in onore dei soldati britannici morti in guerra. La stampa inveisce contro il nord irlandese, che riceve diverse minacce di morte sui social network, in special modo di una foto di un proiettile postata su Twitter da un ex-soldato inglese attira l’attenzione della polizia che riesce a rintracciare l’uomo. 1415400338303_wps_6_BOLTON_ENGLAND_NOVEMBER_0Alla fine le minacce sono parole al vento ma il militare rilascia comunque questa dichiarazione: “Lo volevo morto, ma ora da parte mia non c’è nessuna minaccia nei suoi confronti, anche se non posso essere responsabile delle azioni di altre persone. Penso che McClean sia vergognoso.” Persino i tifosi del Sunderland lo fischiano nelle partite successive, rendendogli difficilissima la vita sul campo e fuori. La sua seconda stagione allo Stadium of Light non si conclude bene e i 5 gol in 41 partite non bastano per la sua conferma.

Firma così un contratto con il Wigan, con cui disputa due Championship a buoni livelli e senza scossoni particolari dal punto di vista disciplinare, se non il non avere il papavero sulla maglietta. Torna a far parlare di sé durante l’estate del 2015 quando, dopo essersi accasato al West Bromwich Albion, gira le spalle all’inno inglese. L’occasione è la tournée americana dei Baggies dove, prima dell’amichevole contro il Charleston Battery, viene suonato God save the Queen. James decide di dare le spalle alla Croce di San Giorgio e in Inghilterra si scatena di nuovo il putiferio. Non si arriva ai livelli dell’incidente di due anni prima per quanto riguarda le minacce di morte, ma lejmc_inno offese non mancano sicuramente. Appena iniziato il campionato ricominciano anche i fischi nei suoi confronti, anche da parte dei tifosi del West Brom, e l’esultanza dopo la vittoria della scorsa settimana contro i suoi ex-compagni del Sunderland non aiuta a distendere la situazione. Addirittura si paventa la possibile esclusione del giocatore dalla Premier, se si ripeteranno altri fatti gravi.

Un capitolo a parte lo merita la Nazionale, con McClean che ha fatto la trafila delle giovanili con l’Irlanda del Nord, per poi rifiutare ogni chiamata in prima squadra aspettando la Repubblica d’Irlanda. Chiamata che arriva da Giovanni Trapattoni, che lo porta con sé anche all’Europeo in Polonia. La scelta della Nazionale irlandese è dovuta a motivi di identità nazionalistica e di appartenenza territoriale, nonché alla maggior forza dei verdi d’Irlanda. Ovviamente i nordirlandesi non prendono molto bene questa notizia, minacciandolo e offendendolo. McClean non sembra però avere molti problemi con ciò e totalizza 32 caps e 4 gol con la nazionale capitanata da Robbie Keane.mcclean

Vedremo se continuerà a giocare in Premier o se sarà costretto a cambiare aria, magari venendo a giocare in un club italiano, anche se la sua testa continuerà, molto probabilmente, a rappresentare un problema non di poco conto per la sua carriera.

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