Football Stories: Denis Law, il centro della United Trinity

Aberdeen, Scozia. Per la precisione sulla costa nord-est scozzese. Coste frastagliate in cui si infrangono rumorosamente le alte e fredde onde del Mare del Nord. Fino agli anni ’40, Aberdeen è stata una anonima contea della Scozia ma le cose son destinate a cambiare ben presto. Tipica mansione di quel territorio è sicuramente la pesca e sono migliaia i pescherecci che salpano per gli abissi del Mar del Nord, in cerca di pesci, crostacei e fortuna, visto che lì il pesce viene pagato bene. George Law è uno di loro e se vuol sfamare i suoi 4 maschi e 3 femmine è bene che si dia da fare. Tuttavia la famiglia Law non è benestante e le scarpe si tramandano di figlio in figlio, di fratello in fratello, come se fosse una preziosa eredità. Denis è l’ ultimo dei 7 figli a riceverle. Denis sembra l’ unico dei fratelli a cui piace veramente il calcio e insieme al padre condivide questa sfrenata passione ed ogni tanto, solo quando la famiglia se lo può permettere, si recano felici e contenti al vicino Pittodrie, casa dell’ Aberdeen FC. Il secondo conflitto mondiale però interrompe il campionato e Denis vedrà la sua prima partita solo nel 1946 a 6 anni. Il piccolo Law, che soffre di un grave strabismo si innamora calcisticamente di George Hamilton, attaccante agile e veloce dotato di un buon fisico che milita appunto nell’ Aberdeen.

Il 1955 è un anno importante sia per l’ Aberdeen che per il piccolo Denis. La squadra locale biancorossa vince il suo primo titolo scozzese e mette gli occhi su Denis. In Inghilterra però si sono mossi prima e l’Huddersfield Town invita il 15enne scozzese ad una prova nel club. I risultati sono quelli aspettati e Law entra nelle file del glorioso club inglese degli anni ’20. Un ragazzino così da quelle parti, in quel momento storico non si era mai visto e dopo solo qualche partita in serie cadetta inglese, arrivano le prime offerte da Liverpool e Manchester. Matt Busby offre 10.000 sterline ma queste non bastano. Bill Shanlky è il coach che allena l’Huddersfield e appena Shankly arriva ad Anfield Road nel 1959, impone alla società di acquistare il giovane scozzese, ma la società non lo ascolta e nel marzo del 1960 Denis Law si trasferisce a Manchester, sponda City, per una cifra record di 55.000 sterline, facendo anche un dispetto al vicino Busby che deve ricostruire una squadra vincente dopo il disastro aereo di Monaco nel Febbraio 1958. Pochi giorni dopo il suo ingaggio, segna il primo gol con la maglia dei Citizens nella sconfitta per 4-3 col glorioso Leeds United. Nell’Aprile del 1961 segna una doppietta all’Aston Villa, che vale la salvezza per il City.Episodio tanto sfortunato quanto strano e curioso avviene nel gennaio 1961. Si gioca Luton Town – Manchester City quarto turno di FA Cup. A Kenilworth Road si scatena un diluvio ma si decide comunque di giocare. Denis Law fa letteralmente quello che vuole, addirittura sembra scherzare con gli avversari, li prende quasi in giro. Dopo 69 minuti, il City conduce per 6 a 2 e le reti per gli ospiti sono siglate tutte da Law. Il direttore di gara decide però di sospendere il match e le regole di allora prevedevano che si dovesse ricominciare dal primo minuto sullo 0-0. Destino irriconoscente verso il City ma soprattutto verso Denis, vuole che il Luton vinca per 3-1 (gol di Law per il City) e le precedenti 6 reti di Law non verranno contate al referto.

imagesNell’estate del 1961, Law lascia l’Inghilterra per approdare al Torino il quale è in cerca di nuova gloria. Insieme a lui arriva al Toro un’ altro scozzese, Joe Baker, che resterà in granata una sola stagione, proprio come Law. A Torino non brilla come in Inghilterra, complice anche uno stile diverso di gioco, cultura e vita. Dopo solo una stagione segnata da 27 presenze e 10 reti, Law torna a Manchester ma non al City, giocherà per lo United di Busby, ed è qui che si comincia a scrivere il binomio Law-leggenda. Nel 1962 insieme a Bobby Charlton forma una coppia tutto gol e spettacolo ma l’anno successivo arriva dalla Academy la ciliegina sulla torta: George Best. Non so se la United Trinity sia di inferiore, pari o superiore livello alla più moderna MSN (Messi-Suarez-Neymar) sicuramente è un calcio diverso e il paragone è tutt’altro che proponibile visto che ci sono ben 50 anni di differenza e il modo di giocare si è naturalmente evoluto. Fatto sta, che dal 1963 si comincia davvero ad ammirare un calcio offensivo diverso e con quei 3 lì davanti puoi far davvero quello che ti pare. Matt Busby è bravo a metterli insieme, ad incastrarli alla perfezione nei suoi schemi di gioco. Come fosse Tetris. Nel 1963 Law e lo United vincono la FA Cup, battendo in finale il Leicester City per 1-3 a Wembley davanti a 100.000 spettatori. Law segna alla mezz’ora poi Herd raddoppia nel secondo tempo. Una fortunata rete di Keyworth riaccende la partita ma è di nuovo Herd a chiudere i conti a 5 minuti dalla fine.

Nel 1964 arriva il più alto riconoscimento individuale per un calciatore: Law vince il Pallone d’ Oro. La United Trinity comincia a far sul serio e in Inghilterra non c’è spazio per altri. Nel 1965 lo United riporta a Manchester lo scudetto dopo un digiuno di 8 anni e arrivando a pari merito col Leeds United. Best-Charlton e Law vanno che è una meraviglia vederli giocare assieme, si intendono alla perfezione. Busby però è quasi ossessionato da un trofeo, il più prestigioso a livello continentale. Devono passare ancora 3 anni, prima che Busby si specchi alla Coppa dei Campioni. Intanto la stagione successiva parte col botto e lo United vince lo Charity Shield, che diverà poi Community Shield. Le regole di allora sono strane e assurde però, così Liverpool e Manchester United trionfano entrambe in finale dopo il 2-2 nei 90 minuti. La First Division si conclude con un deludente quarto posto alle spalle rispettivamente di Liverpool, Leeds e il Burnley. Già il grande Liverpool formato solo da inglesi e scozzesi in cui vi erano Ian Callaghan, Roger Hunt e Gordon Wallace.

bobby_mooreNei mesi estivi si gioca il tanto aspettato Mondiale inglese del ’66 e anche qui i Boys of ’66, fanno la loro parte e portano a casa la Coppa Rimet nonostante fosse stata rubata, ma poi ritrovata dal leggendario meticcio di nome Pickles il 27 marzo del 1966. Charlton, Stiles e Foulkes tornano ad Old Trafford freschi campioni del mondo ma sanno che il lavoro non è ancora finito. Anzi. Insieme a Charlton anche Best e Law vogliono la loro gloriosa parte e nella stagione successiva del Mondiale, portano a casa la First Division, staccando il Nottingham Forest di 4 punti e con 84 reti, lo United si conferma miglior attacco della lega, 23 delle quali firmate dallo scozzese. La stagione 67-68 è la stagione che i tifosi dei Red Devils aspettavano da una vita. Ad agosto ’67 lo United vince a Wembley il suo settimo Charity Shield, pareggiando anche stavolta per 3-3 contro il Tottenham di Jennings. Law va a segno insieme a Charlton il quale sigla una doppietta. Intanto in Europa, lo United e Law, si fanno largo, passando i sedicesimi senza neanche impegnarsi, vincendo 2-1 ad Old Trafford contro l’ FK Sarajevo, passando con qualche brivido i quarti coi polacchi del Gornik Zabrze e arrivando alle semifinali. Davanti alla formazione di Busby vi è il glorioso Real Madrid di Gento, Amancio e Pirri. In Inghilterra finisce una rete a zero per i locali con rete del solito Best al 36esimo. A Madird le cose si fanno più toste per gli inglesi. Le Merengues partono col botto, sorprendendo Law e compagni e al 41esimo sono avanti già 2-0. Una sfortunata autorete di Ignacio Zoco a pochi minuti dal duplice fischio, riaccende la fiammella di speranza per i diavoli rossi, ghiacciati però subito dopo un minuto dal geniale Amancio che mette in rete il 3-1 e si va negli spogliatoi. I 125.000 del Bernabeu infiammano l’ambiente ma i ragazzi di Busby lottano per il prorpio coach e nel giro di 5 minuti, Sadler e Foulkes riportano in pari il match, arrivando così al triplice fischio di Antonio Sbardella sul puntegio di 3-3. Charlton piange e abbraccia Busby, Best e Law sono impazziti di gioia (specialmente il primo).

tumblr_lx97xqJV491qfxktpo1_1280Il 29 maggio 1968 il Machester United attende a Wembley il Benfica di Eusebio, le squadre optano per un 4-3-3 con gli inglesi che si schierano con Best a sinistra, Kidd al centro e Aston a destra, relegando Law in panchina perchè infortunato. I portoghesi si schierano con una formazione composta da 11 portoghesi, capitanati dalla Pantera Nera, affiancato da Simoes e Torres. La prima frazione di gara è noiosa e lenta ma nel secondo tempo esce fuori un altra partita. Al 53esimo Charlton porta in vantaggio i suoi ma a dieci dalla fine è la mezz’ala Graça a portare il match ai supplementari e qui esce il cuore del Manchester United. 3 reti in 7 minuti, firmate Best, Charlton e Kidd. Busby piange insieme alle migliaia di persone accorse a Wembley per supportare la squadra. Tuttavia questo trofeo rappresenterà l’ultima vera gloria del Manchester United, fino al 1977 anno in cui vincerà la sua quarta FA Cup, dopo aver passato la stagione 74-75 in Second Division. Nel doppio confronto della finale di Coppa Intercontinentale, Law, Best e compagni escono sconfitti per mano dell’ Estudiantes di Veron (non Juan). Law rimane ad Old Trafford fino al 1973 anno in cui anche Charlton si trasferisce al Preston North End, per poi accettare le lusinghe del club rivale e tornare al Manchester City per giocare la sua ultima stagione, in cui metterà a segno 12 reti in 26 presenze, risultando ancora un grande atleta e professionista.

George-Best-Denis-Law-Bobby-Charlton-statue_907372Chiude la carriera al momento giusto ma nel posto sbagliato ma, nonostante le due esperienze ai vicini cugini,Law sarà sempre ricordato come uno della mitica e affascinante United Trinity formata da 3 giocatori in grado di spostare gli equilibri e i risultati. Fuori da Old Trafford è possibile ammirare una meravigliosa statua in rame con Best con la mano destra sul finaco, Law al centro col braccio alzato e Sir Bobby Charlton con la palla in mano. Chi ha la fortuna di passar da quelle parti, è obbligato a togliersi il cappello ed inchinarsi davanti a questi 3 mostri sacri del calcio britannico.

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