Football Stories: Johan Neeskens, l’eroe del calcio totale

Un cambiamento così macroscopico lo si è visto raramente. Si, perchè l’ Olanda degli anni ’50, è un paese pieno dei tristi strascichi della seconda guerra mondiale e del nazismo in particolare. La vicina Germania e il potente Hitler hanno gravemente danneggiato l’ aspetto della meravigliosa terra dei mulini. Gli olandesi non ci stanno, vogliono cambiar vestito e nell’ ultima metà degli anni ’60 iniziano a farsi sentire nelle principali piazze di Amsterdam. Leidseplein, Piazza Dam e Rembrandtplein sono invase da giovani rivoluzionari che vogliono cambiar stile di vita e scacciare quei tristi anni ’40. Nel giro di pochi anni l’Olanda è completamente un’ altro paese rispetto a quello di 10 anni prima. In questa storia vi è anche un ramo che porta dritto al calcio, perchè se cambia il pensiero delle persone sulla vita di tutti i giorni, allora il calcio ci va inevitabilmente a braccetto e arrivano anche nello sport, le prime importanti rivoluzioni. Il fiore all’ occhiello del calcio olandese e anche europeo sono i Lancieri dell’ Ajax i quali hanno appena sfornato dal vivaio un ragazzino del 1947 di nome Johan Cruijff. La storia di Cruijff bene o male la sappiamo tutti ma c’è un’ altro Johan che insieme al numero 14 cambierà e non poco il destino prima dell’ Ajax e poi del Barcellona oltre che a quello della nazionale oranje. Sarebbe come se accanto a Lionel Messi, vi fosse un’ altro fuoriclasse di nome Lionel.

downloadDenominato anche Johan ll, Johan Neeskens incarna alla perfezione quello che si dice di essere uno stacanovista ovvero un maniaco del lavoro. Il suo lavoro, o meglio ruolo non ha precise posizioni, perchè ovunque lo metti e ovunque fa la differenza, il classico jolly. Johan Neeskens nasce ad un centinaio di chilometri da Amsterdam il 15 settembre 1951, per intendersi nel pieno della rivoluzione di pensiero olandese. Johan gioca e lo fa piuttosto bene, in una squadra locale di Heemstede. A neanche 19 anni, Rinus Michels allenatore oltre che cervello e genio dell’ Ajax, lo convince a trasferirsi nella capitale olandese perchè vuol dare inizio ad un ciclo vincente. Johan accetta, consapevole del fatto che nell’ Ajax del 1970 vi erano Haan, Ruud Krol, Muhren e Cruijff autentiche leggende già allora. I Lancieri arrivano alla finale di Coppa dei Campioni e alzano al cielo la coppa, battendo i greci del Panathinaikos allenati dal genio ungherese, Ferenc Puskas. Neeskens entra alla perfezione negli schemi di Michels che lo fa giocare prima mediano poi in coppia sulla trequarti con Crujiff e infine attaccante. Risulta estremamente duttile e utile alla squadra che in campionato arriva secondo dietro al Feyenoord di Willem van Hanegem altro talentuosissimo calciatore olandese. La Coppa dei Campioni vinta nel 1970/1971 non sarà però l’ ultima, nè per Neeskens nè per l’ Ajax che per i successivi 2 anni trionfa nettamente su tutte le altre. Nella seguente stagione però, i Lancieri partono con quello che inizialmente sembra un handicap perchè quel genio di Michels se ne è andato al Barcellona e nel breve giro di qualche anno i due Johan seguiranno il coach che gli ha mostrati al mondo. Al posto del padre del calcio totale arriva il romeno Kovacs che mantiene invariati gli schemi del suo predecessore. Un pò la storia di Allegri con Antonio Conte. Kovacs già al primo anno di Ajax vince praticamente tutto: campionato, Coppa dei Campioni e Coppa d’ Olanda, raggiungendo così il famoso treble per gli inglesi e triplete per gli spagnoli. Nella finale del ’71/’72 di Coppa dei Campioni giocata a Rotterdam, è infatti ancora l’ Ajax a vincere in finale battendo per 2 reti a 0 l’ Inter di Boninsegna e Mazzola, grazie ad una doppietta di Cruijff. Come l’ anno precedente l’ Ajax trionfa anche in Coppa d’ Olanda. Neeskens rimane un pò in ombra ma la squadra trova serie difficoltà a giocare senza di lui. Partita dopo partita risulta davvero fondamentale per la squadra, le sue cavalcate le sue giocate e i suoi assist sono oro colato per gli occhi degli spettatori. Nel 1972 l’ Ajax è coronato anche campione del mondo per club.
download (1)La stagione seguente è ancora l’ Ajax a dominare il panorama calcistico europeo perchè conquista ancora la Coppa dei Campioni e il campionato olandese. Neeskens ormai viene schierato da centravanti con grandiosi risultati e sarà il centravanti degli oranje anche al mondiale tedesco del 1974. In panchina siede Rinus Michels chiamato per vincere il Mondiale ma la finale coi tedeschi ha tutt’altro epilogo. Il primo minuto è solo possesso palla olandese, Crujiff accellera, entra in area e Hoeness lo atterra. L’ arbitro inglese Taylor indica il dischetto, si presenta Johan II che calcia centrale, forte e sotto la traversa, 1-0 Olanda. Si arriva però al 45′ e i tedeschi conducono per 2-1. Prima Breitner ha segnato su rigore poi quel piccoletto di Gerd Muller ha portato avanti i suoi. Sia chiaro Germania Ovest, non Germania. Al triplice fischio di Taylor i tedeschi trionfano in casa loro e il dream-team olandese è costretto a tornare ad Amsterdam con la medaglia d’ argento. Johan II concluderà il torneo con 5 reti all’ attivo secondo soltanto a Grzegorz Lato. Prima del Mondiale però, Neeskens aveva già firmato per il Barcellona, raggiungendo così Crujiff e Michels. Nel club catalano vi resta 5 anni e diventa in breve tempo un leader dentro e fuori dal campo. In Spagna però non vince quanto dovrebbe, ma i tifosi lo osannano praticamente ad ogni match dei blaugrana. Nel 1978 arriva quella che può essere una nuova occasione per diventare campione del Mondo ma ancora una volta le cose non vanno per il verso giusto. Il mondiale argentino del 1978 vede come grandi favorite il Brasile, la Germania Ovest, gli oranje e l’ Argentina. In finale arrivano a scontrarsi quest’ ultime due. Al Monumental di Buenos Aires la formazione di Happel riesce ad arrivare nuovamente al secondo gradino del podio, vedendo trionfare, ancora una volta, i padroni di casa, come successo a Monaco 4 anni prima. I gol di Kempes e Bertoni ai supplementari condannano gli olandesi ad una nuova resa e Neeskens chiuderà con 0 reti il mondiale argentino, perchè Happel non lo schiera centravanti ma mezzala di centrocampo, insieme a Haan e Willy van de Kerkhof. Dopo il mondiale del ’78, Neeskens decide di lasciare la nazionale, dopo 11 anni di militanza, conditi da 17 reti in 49 gare.

Nel 1979, dopo aver vinto una Coppa di Spagna nel ’78 e una Coppa delle Coppe l’ anno seguente, decide di lasciare la Spagna e l’Europa e si accasa a New York, giocando per i Cosmos che fino a qualche anno prima ha avuto Pelè in squadra. Neeskens giocherà a New York con un certo Beckenbauer che al mondiale del ’74 gli soffiò la Coppa del Mondo. Proprio insieme al tedesco e a Carlos Alberto, vince il campionato nord-americano nel 1980 e nel 1982 arrivando secondo nel 1981. Nel club e nella lega di calcio americana (NASL) però, vi sono problemi economici di non poco conto e tutti i fuoriclasse che vi militavano sono costretti a cambiare aria, compreso il bi-vicecampione del mondo. Torna in Olanda ma come Cruijff, non torna nell’ Ajax ma se ne va a giocare al Groningen, gioca solo 7 partite e torna nuovamente negli States. 2 stagioni anonime tra Minnesota e Miami, torna in Europa per giocare in Svizzera dopodichè nel 1990, tramonta definitivamente il suo talento, ritirandosi dal calcio giocato. Decide di intraprendere la carriera da allenatore. Dal ’96 al 2000 è il vice della nazionale olandese, poi 4 anni al Nec Breda, poi vice allenatore con Australia, Barcellona e Galatasaray. Nonostante non arrivi neanche al metro e ottanta, la sua forza fisica era belluina, i suoi colpi di testa finivano spesso in rete. Johan ll e Johan l rappresentano la coppia che cambiò per sempre il modo di giocare a pallone senza bisogno dei classici lanci lunghi inglesi, ogni giocatore in campo era capace di giocare in qualsiasi ruolo con ottimi risultati e oltre a Neeskens anche Arie Haan si disimpegnava in egual modo sia sulla linea difensiva che come mezzala con grandiosi risultati. Autore di questa meravigliosa filosofia di gioco è sicuramente Rinus Michels e se oggi esiste il tiki-taka con i suoi continui movimenti senza palla, lo si deve solo ed esclusivamente a lui, perchè Cruijff è stato suo allievo, Cruijff è stato maestro per Guardiola al Barcellona e chissà se un giorno anche Xavi, Iniesta o Messi rientreranno in questo olimpo di allenatori che hanno inventato, cambiato e perfezionato il modo di giocare a pallone.

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